| Dalla seduta del....9 maggio 1988 Mais... il problema è che voi vi accorgete della violenza, e riconoscete la violenza quando la violenza riguarda o ricade su voi stessi. Oh... si può anche dire che voi guardate la televisione, magari, e vedete il tale omicidio o la sparatoria tale e dite: "Ma guardate questi comportamenti violenti, io non fari mai una cosa del genere..." ma è sempre un cosa mentale quella che fate, un atteggiamento di superficie perché, in realtà, non vi interessa più che tanto quanto guardate attraverso quella finestra che è la televisione, anche perché, alla fin fine, non siete mai sicuri se quello che vedete o sentite sia veramente la realtà dei fatti, no? Per accorgervi quindi della violenza, bisogna che la violenza arrivi a interessare voi stessi, naturalmente la parte più evidente del vostro voi stessi, ovvero il vostro Io, perché è quella che reagisce alla violenza. L'Io, ricordatelo, è sempre pronto a fare violenza agli altri, ma - ritenendosi superiore - si offende tantissimo nel momento in cui la violenza viene fatta a lui! La violenza non è fatta soltanto, come avete ricordato voi, di atti violenti, la violenza è fatta di molte sfaccettature, tantissime, e - forse - il comportamento, come si può dire, in qualche modo subdolo o peggiore che si possa tenere è quello che porta alla violenza messa in atto attraverso le parole; certamente un violenza fisica vi colpisce sul momento per la sua manifestazione, per come viene messa in atto, perché - magari - l'individuo violento manifesta attraverso la sua espressione una condizione interiore particolare che vi colpisce, ma la violenza fatta con le parole invece, a mio avviso, è molto peggiore perché intanto è difficile riuscire ad individuarla, no? Non sempre vi accorgete che gli altri vi stanno violentando con quello che vi dicono, e poi restate comunque nel dubbio se veramente quella persona vi stava facendo violenza o è stata soltanto una vostra impressione, diventa quindi un comportamento dell'altro che va compreso, interpretato, e questo comprendere ed interpretare un comportamento altrui, voi sapete che è una delle cose più difficili da fare, tant'è vero che i politici sanno benissimo di questi movimenti, di queste meccaniche psicologiche e le usano continuamente nel loro comizi, nei loro discorsi, nel loro usare la parola come mezzo di convinzione, di persuasione degli altri. Siete d'accordo su questo, oui? Volete aggiungere qualcosa, chiedere qualcosa? Margeri ------------ Le mie domande : la violenza è insita in noi sempre? Può può essere gestita attraverso la crescita, il cammino evolutivo, la comprensione e tenuta in equilibrio? Come il bene e il male?. Tra i vari meccanismi che portano alla violenza, come si inserisce l'omicidio? Mi fermo qui e non so neppure se si possa portare avanti questo argomento così complesso. Tiziana
|