Le Guide e la rivoluzione, Entità varie - da "Il canto del'upupa"

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Moderatore sez. Messaggi
view post Posted on 11/4/2011, 09:46 by: Moderatore sez. Messaggi




II mondo nuovo
Molti figli, in tutto il mondo, si guardano intorno un po’ straniti, cercando di scorgere i segni di un’età nuova, migliore, più soddisfacente anche solo nelle piccole cose di ogni giorno; ma poi abbassano lo sguardo delusi, come per rifiutarsi di vedere.
Noi speriamo che, almeno per coloro che seguono attraverso a vie molteplici e diverse le nostre parole e quelle di altre guide - siano esse incarnate o disincarnate - ciò non accada, e non solo per fiducia in ciò che le nostre o le altrui parole vi dicono, ma perché esse vi offrono la possibilità di vedere un poco oltre l’apparenza di ciò che vi circonda, vi possono aiutare ad imparare, a cercare di vedere con occhi più aperti, vi possono infondere nuova speranza, nuova fede, contribuendo ad allargare la vostra comprensione di ciò che è.
Solitamente, quando agli orecchi degli uomini giungono insegnamenti che parlano di evoluzione, di reincarnazione, di karma, di realtà illusoria, di superamento dell’Io, accade che di questi concetti vengano scorti, o compresi, o - al limite - contestati, solo gli aspetti che sembrano condizionare o pesare o confortare le singole esistenze personali. È solo in seguito - quando questi insegnamenti vengono veramente compresi - che l’uomo incomincia ad osservare ciò che accade in lui e negli altri uomini, non più solo in funzione di quello che è il proprio piccolo Io individuale, ma inserito in un contesto più ampio che abbraccia dapprima la propria famiglia, in seguito i conoscenti, fino ad abbracciare non solo tutta l’umanità ma addirittura tutto l’universo visibile e invisibile.
È a questo punto - quando cioè vi è la comprensione che le storie personali non sono altro che insignificanti particolari di un disegno ben più ampio - che viene raggiunto quell’abbandono, quella fiducia che davvero dischiudono le braccia a ciò che viene definita “illuminazione”, rendendo ogni individuo simile al Cristo nel momento in cui raggiunse l’estasi del supremo abbandono dicendo: “Sia fatta la Tua volontà”.
Per chi tra di voi è ancora lontano da questo abbandono fatto di fiducia nei disegni dell’Assoluto, e si chiede quando arriverà questo mondo migliore che noi, con tanta certezza, affermiamo affondare le sue fondamenta nell’ieri consolidandosi nell’oggi, e si volta indietro perplesso sentendo la sua fiducia traballare solo che sfogli un libro di storia o apra un qualsiasi quotidiano, a questi uomini noi diciamo: ecco come scaturirà il nuovo mondo, ecco come si affermerà l’era della felicità, ecco come dare un contributo fattivo alla sua creazione, dove cercarne i segni nella società, nella famiglia e nell’individuo stesso:

“Quando la donna non sarà più madre dei suoi figli, ma tutti i figli, tutti i bimbi saranno suoi figli senza che nel suo cuore esistano né primi né secondi.
Quando non sarà il tipo di sangue a definire un fratello o una sorella, ma la fraternità abbraccerà ogni altro uomo al di là della consanguineità, della famiglia, della patria, della razza, della religione e dell’ideologia, cioè degli interessi e dei vantaggi personali.
Quando la sessualità non costituirà più uno scoglio da affrontare, o da aggirare, o da ricusare, e non perché essa sparirà dalla faccia della Terra ma perché avrà ritrovato la sua qualità di fatto naturale, così come può essere il dormire e il respirare. Quando dagli altari cadranno gli dei Denaro e Potere e i loro servi Avidità, Violenza e Sopraffazione, e non perché il mondo sprofonderà in un olocausto di fiamme, ma perché l’uomo avrà compreso che il denaro ed il potere non lo rendono migliore e diverso dagli altri uomini, ma riescono solamente ad alimentare le sue più grandi illusioni.
Quando crolleranno le Chiese e gli Altari di ogni religione, fattori di separatività tra gli uomini, e non perché una religione prevarrà sulle altre e ovunque Dio avrà un solo nome, ma perché l’uomo, la Terra e l’universo intero saranno visti come un unico altare e nessuno avrà più bisogno di dare un nome a Dio, per sentirsi davvero e sempre parte di Lui.
Quando non vi sarà più amore per i genitori, o per i figli, o per i fratelli, o per i parenti, o per gli amici, o per se stessi ma esisterà solo l’Amore senza condizione di alcun tipo.


Sembra così lontano e irraggiungibile tutto questo, vero? Sembrano solo vaneggiamenti di un idealista così infervorato nei suoi sogni, da perdere ogni contatto con la realtà. Eppure, se vi guardate intorno, potrete scoprire che questi ideali che appaiono così impossibili da raggiungere, pur se non così acquisiti da essere norma comune e costante, sporadicamente fanno la loro comparsa intorno a voi e, qualche volta, anche in voi stessi.
Forse che non esistono donne che sono madri nel senso più vero della parola e sanno amare dello stesso amore ogni bimbo? Forse che non è mai accaduto anche a voi - in un fuggente attimo di solidarietà - di sentire ogni altro uomo come un fratello?
Certo, sono casi rari, momentanei e solo parzialmente aderenti agli ideali che noi vi prospettiamo, ma dimenticatevi della fretta figli, perché essa non porta a nulla: l’evoluzione non è mai un passaggio istantaneo da una fase all’altra, ma tutto avviene per gradi e con continuità.
Chi conosce le vite di antichi Maestri può rispondere a questo punto che essi hanno sempre affermato che la cosiddetta “illuminazione” è istantanea; ma, anche se quell’attimo di passaggio da uno stadio all’altro che viene definito “illuminazione” può essere considerato istantaneo, prima di quell’attimo esistevano vite e vite di avvicinamento, di preparazione, di lavoro su se stessi per creare le condizioni adatte a far scoccare la scintilla della comprensione, che rende accessibile una nuova fase dell’evoluzione. Cercate dunque intorno a voi, o figli, i segni del mutamento e traete da essi la certezza che le nostre parole, pur se proiettate in un tempo in apparenza così lontano e irraggiungibile, tuttavia - in un quando non ideale ma reale - esse sono già la realtà. (Moti)

Insegnamento e rivoluzione
Molto spesso chi interviene a questo tipo di riunioni è portato ad aspettarsi da noi determinate cose. Intendo affermare che chi si avvicina a questo tipo di incontri si aspetta di avvicinarsi alla rivoluzione, si aspetta cioè che noi rivoluzioniamo in un momento sia il suo essere (ma questa, solitamente., è una cosa che viene considerata per ultima) sia la società in cui l’individuo vive.
Questo accade perché, solitamente, chi si avvicina a noi lo fa sotto la spinta di delusioni provenienti proprio dalla società di appartenenza; tutti quelli che si avvicinano,, insomma, sono dei potenziali rivoluzionari e si aspettano di trovare in noi dei capi per poter fare la rivoluzione.
Non vi aspettate questo da noi; noi non siamo qui per fare rivoluzioni, o meglio non certo la rivoluzione che voi vi aspettate: la nostra rivoluzione non è fatta di sovvertimento dell’ordine costituito, non è fatta di spinte ad andare contro le regole, non è fatta di rifiuto della società, ma è fatta invece di “vivere nella società” e di “operare al suo interno per modificarla”, in quanto questo è l’unico modo - secondo noi - per operare una rivoluzione che duri nel tempo.
Così è successo spesso nei discorsi delle persone comuni, di paragonare gli antichi Maestri a dei rivoluzionari: quante volte ho sentito ad esempio affermare che il Cristo è stato l’antesignano del socialismo... e scusatemi se questo, tutto sommato, mi fa sorridere perché non vi era nulla di più diverso nell’insegnamento del Cristo da ciò che oggi viene inteso come socialismo! Allo stesso modo questa figura così lontana nel tempo’ ‘ così maestosa, che si erge da duemila anni sopra l’umanità è stata spesso usata al fine di giustificare movimenti che con il Cristo hanno ben poco a che fare se non a parole; così il fatto che avesse i capelli lunghi lo ha trasformato, ad esempio, in hippy.., e anche questo, creature care, mi fa sorridere.
D’altra parte, per considerare come il Cristo in realtà non fosse un rivoluzionario - nel senso che solitamente viene dato’a questo termine - basta andare a leggere ciò che di Lui si sa, pur con le dovute riserve, per accorgersi che Egli non ha mai predicato di andare contro la società di appartenenza, che si è sempre rivolto al singolo, che non ha mai chiesto ai Suoi seguaci di non pagare le tasse - e con tutto che le tasse venivano riscosse da un popolo oppressore! -...e non direi certo che questo sia indice di rivoluzione!
Bene, creature care, noi portiamo avanti l’identico discorso e l’identico punto di vista: non vogliamo creare in voi dei disadattati, non vogliamo che voi rifiutiate la società, ma che agiate nella società perché siamo convinti, siamo sicuri, che soltanto agendo nella società si può fare in modo che essa muti. (Scifo)

“Conosci te stesso”.
Questo insegnamento, che da molti secoli ricorre nella razza umana, è uno degli insegnamenti più difficili da seguire.
Questo insegnamento è rivoluzione: “Conosci te stesso”, perché soltanto conoscendo te stesso puoi arrivare a mutare la società. (Labrys)

“E un altro insegnamento vi lascio infine: amatevi gli uni gli altri...”
Con queste parole il Cristo ha sintetizzato tutto il Suo messaggio e ha fornito l’insegnamento supremo, l’insegnamento più grande, quello che ogni uomo di tutti i tempi e di tutti i paesi dovrà arrivare, prima o poi, a raggiungere.
La via dell’amore, non è una via semplice come può apparire e, anzi, è la via più difficile, poiché molte cose si ergono sempre tra l’Amore e l'Io di ogni uomo.
Amatevi gli uni gli altri, figli; conoscete voi stessi, figli cari. Bastano questi insegnamenti - veramente portati fino in fondo con coraggio, perseveranza, costanza - per rendere un uomo veramente uomo, nel senso più vero del termine. (Moti)

Noi e la rivoluzione
È un mito comune il fatto che i Maestri dell’umanità sono stati dei rivoluzionari in campo sociale. Accade così che chi si trova a contatto con gruppi che, come il nostro, hanno un certo orientamento e un certo livello espositivo e cognitivo, molto spesso si aspetti che da questi incontri nasca qualcosa che stravolga l’intera umanità.
Ciò avviene, forse , a causa del nostro consueto affermare di non volere essere un’organizzazione in divenire, o a causa del nostro avversare i dogmi, le tradizioni e le credenze superficiali e sbagliate, tanto da essere visti da alcuni di voi come degli anarchici, degli estremisti, confusi e assimilati, magari, con uno dei tanti gruppuscoli strepitanti e in fremente attività che spuntano come funghi in ogni paese del mondo non appena incomincia a scricchiolare la struttura socio-politica.
Se così ci pensate, creature care, non siamo in sintonia, poiché ribadisco che non rientra nei nostri programmi - e nel modo più assoluto - fare una rivoluzione sociale ove per rivoluzione si intenda l’imporre con la persuasione più o meno coatta le proprie idee, su quale sia la strada migliore per ottenere un effettivo e stabile mutamento in meglio della società. Più modestamente e incruentemente, lasciamo le nostre parole al vento affinché le porti all’attenzione di chi voglia ascoltarle, senza restare delusi oppure frustrati se chi le ode non vuole comprenderle e farle veramente sue.
Forse vi è parso, dalle mie parole di altre volte, che io intendessi abolire la religione e ce l’avessi in modo particolare con quella cattolica.
Se così avete inteso le mie parole me ne dolgo davvero, perché non sono contro il cattolicesimo - né, se è per questo, contro il buddhismo o il confucianesimo o qualsiasi altra concezione religiosa - bensì avverso i dogmi che - con la scusa di Dio - uomini fanatici (o semplicemente furbi) portano avanti e impongono anche quando la loro necessità è evidentemente venuta a cadere. Così come mi dolgo davvero ogni volta che, con regolarità impressionante, qualcuno fa del Cristo una figura irrazionalmente sbagliata e assurda (e scusatemi se prendo sempre Lui come esempio: non intendo dare il via a una nuova persecuzione... ma, essendo la Sua figura quella a voi più nota è anche quella che più facilmente può essere usata per farvi intendere il mio dire).
Certo: la tentazione di cercare precursori illustri alle proprie idee, di dare valore alle proprie concezioni attribuendole anche a grandi Maestri del passato, di far acquistare credito alla propria ideologia, collocandone la genesi in figure carismatiche, è molto forte; così si è visto prendere il Cristo e definirlo come il primo e più autorevole fautore della razza ariana, come il protoantisemita della storia (quando questa idea antisemita non è stata addirittura attribuita a Dio, il quale si vendicava così di alcuni presunti sgarbi che contro di Lui avrebbe commesso questo popolo... e scusatemi: se ciò da una parte mi fa divertire, dall’altra mi fa inorridire) dimenticando che lo stesso Cristo era ebreo e che, se avesse rinnegato in qualche modo la sua nascita, il suo intero insegnamento perderebbe valore e significato.
Perdonatemi, ma se proprio vogliamo vedere un Cristo rivoluzionario, bisogna anche ammettere che è stato un rivoluzionario fallito, perché qualunque capo brigatista dei vostri tempi agisce il più possibile nell’ombra e naturalmente per il bene della rivoluzione che, altrimenti, perderebbe una pedina insostituibile!
Per quanto mi risulta - e chiedo venia se sarà una sciocchezza - il Cristo agì sempre allo scoperto tanto che, quando venne il momento, chi lo doveva catturare sapeva benissimo dove poterlo trovare, così che lo fece prendendosela piuttosto comoda, sicuro com’era di non vederselo scappare tra le dita. A questo punto, verrebbe da chiedersi allora se il Cristo era un rivoluzionario 0 un uomo dabbene!
Assimilare il Cristo - com’è stato fatto - a figure di rivoluzionari come il Che Guevara, ad esempio, è un nonsenso; anche supponendo che ciò che si conosce di questa figura di combattente sia vero e non manipolato e adoperato per scopi ideologici come in realtà è (e vi posso assicurare che egli non era un rivoluzionario ma un ribelle, incostante e tormentato, spesso illogico e sconclusionato, inconsapevole e istintivo, insomma un uomo in balia di gente furba) com’è possibile fare un accostamento fra lui ed il Cristo, o fra Pancho Villa e Buddha, o fra Robespierre e Maometto, o fra Ursus e Lao-Tzu?
Qualcuno più acceso e convinto potrebbe dire che l’accostamento è reso possibile dal fatto che, anche se i metodi usati erano diversi, la finalità era la stessa: cambiare volto alla società. Ma la differenza che esiste tra i Maestri e i rivoluzionari, creature care, è sostanziale.
Chi vuol capovolgere la società, infatti, in nome di un ideale tende, alla fin fine, a creare un’utopistica società, a cambiare radicalmente la società e la sua struttura... almeno fino a quando non raggiunge i vertici e il potere: allora l'immacolatezza delle idee di partenza perde rapidamente lo smalto, a riprova di quanta sincerità e onestà c’era nell’ideale utopistico del rivoluzionario.
I Maestri umani invece (e così noi stessi) mirano a mutare non la società ma l’individuo.
“Ma è la stessa cosa - direte voi - sono due strade diverse che finiscono con l’arrivare allo stesso punto!”.’
Niente affatto, creature care: fino a che l’uomo crederà di sostituire un tipo di società con un’altra, le cose non cambieranno se non in modo limitato e temporaneo perché, per quanto le idee iniziali siano buone, l’organizzazione sociale finirà col degenerare sotto la spinta dei nuovi “Io” emergenti dalla massa. È forse mai esistita una rivoluzione che, alla lunga, non si sia trasformata in un nuovo regime con quasi tutti i difetti per combattere i quali era nata, più - spesso - altri difetti nuovi di zecca?
Non aspettatevi dunque da noi una rivoluzione sociale, creature care, né tanto meno una rivoluzione religiosa, né - meno ancora - una rivoluzione scientifica.
Chi si aspetta di ricevere da noi grosse rivelazioni in campo scientifico - rivelazioni che potrebbero rivoluzionare la scienza - patirà una grossa delusione, in quanto ciò non può accadere; e per capirlo basta ragionare un attimo: se è vero ciò che affermiamo di noi, noi conosciamo cose che la scienza`, attuale non sa; sappiamo ad esempio come curare il cancro, come trasformare e disintegrare la materia, possediamo, insomma, la chiave della pietra filosofale. Ma affermiamo anche che l’uomo deve arrivare da solo alle sue scoperte, che il suo cammino se lo deve percorrere con le sue forze, che le grandi scoperte vengono fatte - per intuizione o per ragionamento - quando è il momento in cui debbono essere fatte, quando cioè è previsto nel disegno del Tutto che ciò accada.
E come potremmo smentire noi stessi e il nostro insegnamento in modo così evidente e palese?
No, creature, l’unico modo per cambiare l’umanità è quello di cambiare l’individuo, anche se ciò può sembrare un metodo troppo lungo per chi è insoddisfatto del proprio modo di vivere. È inutile, infatti, cambiare il tipo di società quando l’individuo non è pronto ad assumersi le sue responsabilità in modo continuo e costante.
Ecco il perché dell’insegnamento “conosci te stesso”, ecco perché è così necessario dilungarsi sull’Io, ecco perché battiamo così sovente sulla necessità di superare questo Io: è perché - senza questi presupposti - qualunque tipo di società è destinato ad avere grosse manchevolezze che, alla fine, porteranno immancabilmente a contrasti, malcontenti e opposizioni. (Scifo)

Tu che condanni gli uomini che uccidono per le loro idee, giuste o sbagliate che siano,
non ti accorgi che questi uomini è come se fossero tuoi figli
perché è anche con il tuo agire, con i tuoi errori e la tua indifferenza
che li hai aiutati a percorrere la via della rivoluzione armata?
Sforzati di essere diverso se ami te stesso, la tua famiglia e la tua gente
perché ogni errore che commetti intenzionalmente
ricade su di loro e su di te.
Tu che ti lamenti di come vanno le cose, cosa stai facendo per farle cambiare in meglio?
Tu che affermi: ‘Così non si può andare avanti`,
in che modo agisci per non procedere proprio così?
Tu che sogni un mondo diverso, incomincia tu stesso a renderlo tale prima di tutto dentro di te.
E ricorda che se sei immerso nel buio, è inutile continuare a dolertene
invece di accendere la candela che tieni nelle tue mani.
(Labrys)

Il nuovo mondo sarà nella società e nell’umanità intera, soltanto quando esso sarà già all’interno di ogni essere umano.
E noi come siamo inseriti in tutto questo, figli? Quale funzione, quale scopo abbiamo, come possiamo contribuire alla creazione del mondo nuovo?
Ciò che possiamo fare è solo ciò che voi ci permettete di fare, è solo ciò che voi permettete facciano le nostre parole nel vostro intimo.
Se voi non fate nulla noi nulla possiamo, se non cercare di costruire assieme a voi un rapporto di fiducia, di comprensione, di serenità, di amore.
Come potete aiutarci ad aiutarvi, figli cari?

Comprendete le nostre parole e noi, più facilmente, potremo dirne di nuove.
Partecipate al rapporto tra noi e voi e, più facilmente, ogni incontro darà benefici effetti.
Sentiteci parte di voi e noi, più facilmente, potremo riuscire a farci intendere dalla vostra anima.
Aiutateci con il vostro amarvi gli uni gli altri e noi, più facilmente, potremo farvi sentire il nostro amore.
Venite a noi in serenità e, più facilmente, saprete essere in serenità anche nei giorni tra un incontro e l’altro.
Siate nuovi ad ogni istante e ogni istante vi avvicinerete a creare in voi il mondo nuovo.


La pace sia con tutti voi, figli nostri. (Moti)


 
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