I pericoli dello spiritismo, da Sussurri nel vento

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Moderatore sez. Messaggi
view post Posted on 21/2/2012, 12:19




Il diavolo esiste o non esiste?
Quante volte, nel corso della storia dell’uomo, è sorta questa domanda, alimentata in un senso o nell’altro da prevenzioni e superstizioni, da dogma religiosi o da teorie razionalizzanti, ma ben raramente l’aspetto della questione è stato osservato semplicemente sotto l’egida del buon senso. Altrettanto spesso il diavolo è stato associato - da chi crede alla sua reale esistenza - a tutto ciò che riguarda l’occulto e il misterioso, ed in particolare allo spiritismo e ad ogni sua manifestazione.
Gran parte di responsabilità per quest’associazione tra spiritismo e demonologia è dovuta alla presa di posizione del cattolicesimo il quale, per lunghi secoli, ha cercato di distogliere la gran massa dei suoi fedeli dall’avvicinarsi o dal presenziare a ricerche pratiche di tipo occulto e spiritico in particolare.
Non è mia intenzione - come qualcuno potrebbe aspettarsi o supporre - esaminare criticamente o dottrinalmente i motivi che hanno spinto la Chiesa a conferire a quest’argomento, di volta in volta, la scomunica o l’ostracismo, la riprovazione o il silenzio ché, altrimenti, dovrei occuparmi di troppi elementi importanti quali - ad esempio - gli interessi personali, politici, economici, religiosi di ogni padre della Chiesa.
È mia intenzione, invece, affermare che l’interpretazione - aperta o velata che fosse - sulle pratiche spiritiche, aveva una sua giustificazione e validità basata sul buon senso e riferibile all’ignoranza e alla superstizione che accompagnava - e accompagna in parte tuttora - quest’argomento tra gran parte dell’umanità.
Con il progredire e il mutare della mentalità dell’uomo, anche i tempi progrediscono e mutano, tanto che - attualmente - la Chiesa stessa, pur così refrattaria ai mutamenti veri e propri, è ormai più malleabile nei confronti dello spiritismo, e ne fa fede il fatto che chi gli si avvicina non ne è più dissuaso, tranne che in casi limite, con lo spauracchio del peccato, dell’infermo e del demonio, ma viene consigliato a una certa cautela con l’asserzione che queste pratiche possono essere nocive.
A mio parere ciò è giusto e possiede una sua indubbia validità, poiché non si può negare che lo spiritismo possa anche provocare danni di una certa entità nell’intimo di chi gli si accosta.
Quali possono essere questi danni?
Per capirlo bisogna che ricordiate prima di tutto - figli - che la maggior parte delle persone che si accostano allo spiritismo lo fa sotto la spinta della sofferenza interiore, della solitudine, della paura della morte o della ricerca di affetti perduti; motivata insomma da piccole e grandi pulsioni interiori, da piccoli e grandi scompensi individuali.
Intendo dire che, in linea di massima, chi si avvicina allo spiritismo non lo fa quasi mai in serenità ed equilibrio, e sono proprio questi fattori che più possono costituire dei pericoli per l’individuo. Cosa può capitare, infatti? Può capitare - ad esempio - che chi sta ricercando un affetto perduto può effettivamente ritrovarlo attraverso un contatto diretto di tipo spiritico e ciò - in apparenza e dall’esterno - potrebbe apparire come un avvenimento privo di rischi e, anzi, grandemente auspicabile, ma così non è.
Può succedere, infatti, che il neospiritista (a meno che non abbia la buona sorte di vivere la sua esperienza in un ambiente umano sereno e in un cerchio in cui guide di un certo livello presentano con amore un aldilà volto al superamento di certi conflitti e alla comprensione di se stessi, oltre che della Realtà) incominci a subire una sorta di dipendenza nei confronti della persona cara che si presenta, incominci ad aspettare ogni nuovo incontro in modo così morboso da vivere le sue giornate solo nell’aspettativa ed in funzione di quell’incontro.
Ecco perché - figli cari - abbiamo preferito impostare il nostro lavoro tra voi in modo tale da rendere piuttosto raro, e addirittura mai su richiesta, l’intervento di vostri cari scomparsi; di essi possiamo noi darvi notizie sommarie - se voi lo desiderate - ma riteniamo sia cosa migliore per voi e per loro stessi limitare al massimo il loro intervento diretto, a meno che condizioni particolarmente favorevoli non si presentino.
Ho detto “per loro stessi” e lo sottolineo, perché è necessario comprendere che quasi sempre chi è trapassato da poco attraversa fasi di rimorso e di dolore per ciò che ha fatto o ha omesso di fare, ed è spesso tormentato dall’impossibilità di cancellare dalla sua consapevolezza la lucida verità che stava nell’intenzione di ogni suo gesto e di ogni suo atto terreno, senza avere più alcuna possibilità di celarsela, così come è possibile fare durante l’incarnazione.
E ho detto anche “per voi stessi” - figli - perché, pur avendo compreso ciò che noi affermiamo e sapendo che questa sofferenza è giusta e necessaria, e che è patrimonio comune di ogni entità che abbandona il mondo fisico, tuttavia non potreste fare a meno di preoccuparvi, di restare coinvolti, di soffrire, nell’ascoltare direttamente le parole spesso strazianti dei vostri cari che si sforzano di uscire da quei gusci che li avvolgono e che li rendono così simili a crisalidi nel bozzolo.
Sappiate dunque comprendere il nostro modo di agire presso di voi e sappiate soprattutto accettare ciò che noi vi diciamo sulla sofferenza dei vostri cari nella certezza che, senza questa sofferenza, essi non potrebbero che ristagnare e continuare a creare i presupposti per un numero maggiore di incarnazioni sofferte.
Se davvero amate i vostri cari, quindi, non cercateli con desiderio, con malinconia, con rimpianto attraverso questi o altri :incontri, ma rendete vivo dentro di voi il ricordo dei momenti più belli che vi hanno legati a loro e su questo ricordo costruite sensazioni d’Amore che li possano aiutare a compiere più serenamente il loro cammino.
Questo è uno dei tanti pericoli che si possono presentare all’animo di chi si avvicina allo spiritismo, per tacere di altri pericoli quali - ad esempio - il presenziare a falsi incontri spiritici e il finire con l’essere gabbati e raggirati da persone che speculano sulle disgrazie e sulla credulità altrui.
Essi non risiedono nelle influenze negative o negli interventi demoniaci - ché ben misera cosa sono in realtà - bensì nella condizione di non equilibrio e di non serenità interiore con cui il neo-spiritista solitamente si avvicina alla soglia tra mondo visibile e mondo invisibile, spesso totalmente impreparato come conoscenza, come pace, come maturità ma, soprattutto - lo ripeto - come equilibrio, disposto a credere ciecamente a qualsiasi informazione pervenga da una fonte misteriosa e assecondi i suoi desideri più riposti e, in quanto tale, incapace di trarre l’utile che in effetti chiunque potrebbe invece trarre anche da questo tipo di inusuale esperienza.
Ben venga dunque la cautela suggerita dalla Chiesa; ben vengano dunque i parapsicologi scettici e gli “Angela”; ben vengano persino le prevenzioni che essi possono far sorgere nella massa perché è molto più desiderabile che un essere umano si avvicini a noi in prevenzione che in fede cieca, in quanto la prevenzione - se sorretta dalla voglia di comprendere - induce l’individuo a ricercare, ad informarsi, a non illudersi prima di riuscire ad accettare tutto ciò che ode senza porsi più domande, evitando così di correre il rischio di non vedere le prove contrarie o gli elementi a sfavore nei vari casi a cui può assistere.
Se noi - a volte - sembriamo essere avversi in qualche modo alla parapsicologia, ciò non induca in errore: essa è utile per preparare la massa a ciò che il futuro tiene in serbo per l’uomo; ciò che noi, invece, indichiamo come sbagliato nella parapsicologia è il contrasto tra preteso metodo scientifico e prevenzione degli studiosi, prevenzione che - se pure è giusta e ben accetta allorché proviene da chi è ignaro della materia - ci pare ingiusta e certo non degna di pretesi scienziati i quali dovrebbero agire e concepire al di là di prevenzioni e preclusioni di alcuna sorta. (Moti)

 
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