Il momento attuale della società, da L'uno e i molti, vol. 3 - Entità varie

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Moderatore sez. Messaggi
view post Posted on 3/9/2012, 09:36




La società in cui vi trovate ad operare, figli nostri, assilla le vostre esistenze con i suoi problemi, bombardandovi di fatti, notizie, luci, suoni, vibrazioni contrastanti. Questa ridda di elementi lascia l’individuo sospeso tra ciò che vorrebbe il suo Io e ciò che la sua coscienza interiore sente come giusto, in quanto acquisito e compreso nel corso di decine di vite. (Fabius)

Il risultato è che egli si trova ad essere confuso e quasi incapace di mettere ordine nel suo agire, correndo il rischio di essere sommerso dagli avvenimenti incessanti - o trovandosi nell’impossibilità di prendere decisioni sue personali - in balia di chi gli prospetta le proprie opinioni in maniera più o meno giusta e seria ma, senz’altro, in apparenza più decisa.
Egli finisce, insomma, coll’appartenere a qualcosa che non gli appartiene veramente perché non è nato direttamente dal suo intimo, né scaturisce dal suo sentire, bensì ha la sua genesi in una confusione interiore che gli impedisce di riorganizzare se stesso in maniera consapevole e congrua con il suo vero sentire.
Questo stato frustrante di confusione si riflette, come se si trattasse di una via circolare, sulla società, finendo per innescare una reazione a catena della quale si è perso di vista l’inizio ma, anche, non si riesce a prevedere la fine. (Vito)

Eppure, se è vero che nulla succede a caso, anche questa situazione, a prima vista così caotica e negativa, deve avere un suo perché.
Se crediamo (come lo crediamo) che tutto quanto succede accade sempre e soltanto per il nostro bene, per tutto questo vi deve essere una spiegazione diversa da quella comunemente accettata che sembra basarsi su un’incapacità di fondo dell’essere umano di essere buono, giusto e onesto. (Scifo)

Nell’ottica dell’esistenza di un Dio che Tutto E’, che ama le sue creature e nel quale non può esserci posto per l’ingiustizia, anche ciò che palesemente sembra ingiusto deve avere una giustificazione, deve avere una funzione, espletata la quale ciò che appariva ingiusto si rivelerà un male necessario e inevitabile per compiere un salto di qualità e, perciò, in definitiva, si rivelerà un bene. (Federico)

Vedete, creature, senza confusione, senza tormenti, senza errori come potrebbe l’individuo crescere? Se egli vivesse sempre felice, se si sentisse sempre coerente con se stesso, disponibile con gli altri, in armonia con la realtà, pronto a donare, a sorridere e ad amare non esisterebbe la necessità del suo incarnarsi ancora perché, ormai, ciò che doveva imparare dal suo ciclo evolutivo sarebbe acquisito in via definitiva, decretando la sua uscita dalla ruota delle nascite e delle morti.
Tuttavia la confusione, il dubbio, il tormento, quando non sono più solo appannaggio di pochi ma appartengono alla società, significano che la maggior parte dei suoi componenti si trova ai limiti di quel nuovo stadio di coscienza superiore nel quale sta per entrare. (Scifo)

Non date ascolto, quindi, alle false e un po’ ridicole Cassandre che proclamano l’appressarsi della fine del mondo, l’avvicinarsi di un conflitto mondiale definitivo, l’inizio dell’ira di un Dio (secondo un concetto ormai superato ma che viene sempre rispolverato allorché torna utile) che, dopo aver creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, evidentemente odiando se stesso, scatena la sua collera bizzosa sull’uomo o al massimo, in un impeto di benevolenza, salva pochi eletti (naturalmente Cassandre incluse) magari, scempiaggine suprema, facendoli portare via dall’olocausto finale da astronavi provenienti da stelle lontane! (Zifed)

Voi che vi siete avvicinati alla spiritualità, lungo qualunque cammino lo abbiate fatto, sapete che non c’è solo la speranza ma, addirittura, la certezza che ciò che vivete preluda ad un uomo nuovo, più giusto, più sensibile, più equilibrato, più consapevole. E proprio voi, figli nostri, dovreste cercare di essere l’esempio e la testimonianza che ciò in cui dite di credere lo credete veramente, e non solo perché altri vi hanno imposto le loro idee. (Moti)

Certo, anche in ambiente spiritualistico e (se volete) spiritico, si rispecchia la confusione della società: dissapori, interessi personali neanche troppo celati, personaggi convinti di essere l’unica fonte della Verità, individui che si atteggiano a grandi evoluti, iniziati, santoni e via e via e via, dimostrano in continuazione che il loro stato interiore è ben lungi dal possedere quella dote essenziale senza la quale nessun individuo può affermare di possedere una buona evoluzione: l’umiltà! (Scifo)

Ognuno di voi, per estrazione sociale o interesse culturale, si sente parte di un gruppo, e questo è giusto, in quanto ognuno ha la propria strada da percorrere, mai esattamente uguale a quella di un altro individuo.
Ricordate, però che la vostra non è l’unica strada (e guai se così fosse), e che se essa è la migliore per voi non è mai la migliore in assoluto: la Verità è presente ovunque, anche se in maggiore o minor misura, e le sue parole non hanno padrone né son soggette a diritti di autore di alcun tipo in quanto appartengono di diritto a chiunque le incontri, le riconosca e le voglia trascrivere nel libro del proprio intimo. (Rodolfo)

Non siete mai responsabili per la Verità ma, in realtà, siete sempre responsabili dell’uso che di essa fate, e grave sarebbe se un vostro fratello si allontanasse dalla Verità o rifiutasse di venire a contatto con essa non per poca disponibilità a farlo ma perché il vostro comportamento, il vostro atteggiamento non solo non dimostra la forza che essa, essendo la Verità, possiede ma, addirittura la svilisce assoggettandola ai vostri bisogni personali. (Florian)

Siate, perciò, sicuri delle vostre certezze ma sicuri anche che, comunque, esiste sempre una certezza più ampia e aderente alla Verità, senza perdere di vista quell’umiltà così indispensabile per restare aderenti alla vostra vera condizione interiore, quell’umiltà che così vi dovrebbe far dire:

Io credo nelle mie idee, sorelle,
sono convinta di ciò in cui credo, fratelli,
e sono sicura delle mie convinzioni
ma le mie idee possono allargare la loro prospettiva,
le mie convinzioni possono essere rese più complete e salde da quelle altrui,
la mia sicurezza non può essere un punto fermo sul quale ristagnare,
bensì uno scalino sul quale salire per abbracciare una Verità più completa,
quella Verità che, sola, mi ama
con quell’amore che non conosce definizioni e distinzioni
e che io credo, sono convinta, sono sicura, sento che esiste!
(Viola)

E a te, figlio e fratello che critichi ciò che gli altri dicono; a te che contesti ciò che altri credono perché non combacia con ciò in cui tu credi; a te che confronti ciò che pensi di sapere non per migliorare la tua saggezza ma per svalutare a tuo favore l’altrui sapere; a te che ti ergi a giudice degli altri ritenendoti erroneamente in grado di poter giudicare gli altri mentre puoi soltanto giudicare te stesso cosa posso mai dire per indicarti il tuo errore? (Baba)

Tutti i più grandi e veri Maestri hanno invocato l’unione, la comunione tra gli esseri: cerca, allora, i punti di contatto e costruisci su di essi questa comunione; non notare solo le divergenze diventando distruttivo e, perciò, servitore della confusione che già osservi intorno a te. E se proprio, per tua limitatezza interiore, non è questo il tuo sentire, io non posso fare altro che sussurrarti, sperando che, nel fragore del tuo Io tu riesca a percepire la mia voce: (Moti)

Non osservare con occhio malevolo
la fiamma della candela altrui,
deridendola ad ogni alito di vento che la fa tremare
ma cerca, piuttosto,
di essere un buon custode della tua candela
affinché essa non si spenga
per il tuo poco amore.
(Labrys)

 
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