L'alimentazione, 12 marzo 2016 - Andrea, Francesco

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Moderatore sez. Messaggi
view post Posted on 14/3/2016, 08:47




Prima di lasciare che Francesco porti avanti la sua disanima dei temi legati al rapporto tra l'uomo e la cura del suo “abito” fisico, credo che sia necessario ricordare alcuni punti essenziali dell'insegnamento che vi è stato portato in questi anni e che risultano imprescindibili, in quanto fissano la base indispensabile di elementi di cui tenere conto per una corretta interpretazione di tutto ciò che riguarda l'argomento in oggetto.
Ovviamente, se esaminassimo tutte le componenti di cui tenere conto, si tratterebbe di un'analisi complessa, ma cercheremo, invece, di renderla il più semplice possibile, in maniera da permettere ad ognuno di voi di comprendere l'insieme delle argomentazioni in un quadro generale, senza farvi addentrare in particolari complessi e faticosi da tenere agevolmente a mente.

Come certamente ricorderete, il corpo dell'individuo incarnato non ha una costituzione lasciata al caso o agli eventuali capricci delle leggi naturali, ma si va costruendo sotto l'influsso delle necessità evolutive di ogni individuo che si incarna sul piano fisico.
In altre parole, il corpo fisico (ma anche, in realtà, gli altri corpi dell'incarnato) si forma in maniera tale da permettergli di acquisire esperienza e di offrirgli una gamma di possibili scelte a cui si trova dinnanzi nel corso del suo periodo incarnativo.
La determinazione delle caratteristiche fisiche che il corpo dell'incarnato dovrà possedere come dotazione di base avviene già a livello genetico, e ciò viene effettuato, ovviamente, attivando delle particolari sequenze genetiche all'interno del complesso DNA dell'individuo, sequenze di attivazione che determineranno non solo le sue predisposizioni fisiche, ma anche la sua reazione nei confronti delle esperienze che si troverà a dover affrontare alla luce di quelli che sono i suoi bisogni di comprensione.
Questo significa che non soltanto il suo corpo sarà costituito in maniera tale da affrontare sotto diverse angolazioni quello che l'esperienza di vita gli presenterà, ma anche che la sua costituzione caratteriale di base gli fornirà in tutti i suoi corpi transitori, da quello fisico a quello astrale e mentale, le predisposizioni reattive di cui ha bisogno per comprendere ogni volta che si troverà davanti all'estrinsecazione del suo sentire (via via sempre più complesso e strutturato) e delle scelte che sarà messo in condizione di poter operare.
In conseguenza di quanto abbiamo appena detto risulta chiaro che ogni individuo avrà un corpo fisico e un carattere diverso da un altro, dal momento che le necessità evolutive di ogni individuo sono sue proprie e non coincidono praticamente mai in maniera competa con quelle di ogni altro individuo incarnato.
Da questi concetti fondamentali mi sembra che risulti abbastanza facile arrivare a comprendere che il corpo e il carattere di ogni individuo incarnato possiedono delle peculiarità “personalizzate” indispensabili per permettergli di acquisire dalla sua esperienza di vita la maggiore quantità di informazioni necessarie all'ampliamento della sua comprensione e, di conseguenza, del suo sentire. Sulla base di questi ragionamenti credo che sia inevitabile arrivare a comprendere che ogni problema fisico o caratteriale dell'individuo non è frutto del caso, ma è indispensabile a permettere la sua crescita spirituale e che accettare questa concezione significhi, in fondo, arrivare a non sentirsi vittima innocente e impotente dell'esistenza – certamente non senza difficoltà e sofferenza – e ad accettare che fisico e carattere che si possiedono non provengono da chissà quale fato ineluttabile (e anche un po' maligno), ma derivano da quelle che sono le comprensioni non ancora raggiunte, arrivando a dare concretezza al concetto che “ognuno è artefice del proprio destino”.
Il corpo fisico dell'individuo incarnato può essere considerato un'esemplificazione dell'insegnamento del “così in alto, così in basso”, dal momento che il microcosmo può essere considerato abbastanza giustamente come la replica, in ambiente più ristretto, di quello che è il macrocosmo nella sua interezza.
All'interno di questo microcosmo, infatti, vale, così come accade nel macrocosmo, la legge dell'equilibrio, ovvero il corpo dell'incarnato mette in atto in continuazione, al suo interno, dei meccanismi fisico-biologici che tendono a rendere equilibrate tra loro le sue varie componenti, al fine di permettere un funzionamento del corpo il più costante e armonico possibile, e questo avviene con il continuo interagire degli elementi interni della fisiologia dell'individuo che cerca sempre di trovare il migliore punto di equilibrio che gli permetta di portare avanti la sua esperienza all'interno del piano fisico. (Andrea)

Fatte queste premesse dall'amico Andrea (che ringrazio), questa volta vorrei parlarvi dell'alimentazione e di quale sia il modo più corretto per facilitare il funzionamento del corpo fisico dell'individuo incarnato.
Naturalmente, se dovessi fare un ragionamento approfondito, dovrei parlare in maniera dettagliata di argomenti che risulterebbero ostici ad ognuno di voi come per esempio, le interazioni fisiche e chimiche all'interno del vostro corpo – vero e proprio laboratorio di processi bio-chimici complessi - che risulterebbero sicuramente noiose e in gran parte incomprensibili per la maggior parte di voi che non possiede le cognizioni necessarie per poter seguire quel tipo di argomentazione.
Per farvi un esempio vi siete mai chiesti perché esistono solo alcune tipologie di sangue e se avere, per fare degli esempi, un sangue con RH positivo o RH negativo o di tipo A, B, AB o 0 abbia influenza sull'insieme dei vostri processi fisiologici interni, aspetto sul quale solo recentemente la medicina ha incominciato a ragionare?
Ma non temete, non lo farò: cercherò, invece, di essere il più semplice possibile, così da non perdervi per strada, cercando di adoperare la logica e il semplice buon senso, senza dimenticare le nozioni che le Guide in questi anni ci hanno presentato.
Un primo elemento da considerare (elemento che molto spesso viene ignorato o trascurato) l'essere umano è una forma animale onnivora.
Questo significa che è costituito in maniera tale da poter assorbire gli elementi necessari alla sua crescita e al suo sviluppo da diversi generi di cibo, assumendo le sostanze di cui abbisogna sia da cibo di origine vegetale che da cibo di origine animale.
Se questa è una caratteristica tipica della sua costituzione non può che significare che entrambi i tipi di alimentazione forniscono elementi integratori dei suoi processi di cui non può fare a meno per avere la possibilità di ottenere e mantenere quella situazione di equilibrio interiore a cui tende e che viene definita solitamente con il termine “salute”.
Attualmente, sulla scia sia di filosofie orientali sia di “mode” - temporanee come tutte le mode - è in corso una sorta di disputa tra nutrizionisti che “parteggiano” per una dieta a base di carne e altri che, invece, ritengono l'alimentazione di tipo vegetariano (sia quella più morbida che quella più rigida e inflessibile) l'alimentazione da seguire, spesso adducendo tra i motivi di questa scelta argomentazioni di tipo “spiritualistico”, quali il non nutrirsi di creature vive.
Su quest'ultimo aspetto vorrei soffermarmi un attimo, perché presenta una considerazione di larga portata, ovvero il concetto di “vita”.
Ma cosa può essere considerata “vita”?
Comunemente si attribuisce la caratteristica di essere vivo a ogni organismo che ha la capacità di agire e interagire con l'ambiente in cui è inserito: da questo punto di vista senza dubbio l'essere umano è vivo e altrettanto si può dire di ogni animale. Ma la stessa attribuzione, in realtà, può essere fatta anche per qualsiasi tipo di vegetale (commestibile o non commestibile) e, a ben vedere, è applicabile anche a tutto il resto della Realtà del piano fisico: i minerali si accrescono e la loro crescita e la loro dissoluzione influisce certamente sulla realtà fisica, anche se con lunghi tempi di attuazione. Lo stesso si può dire per tutti quegli elementi che, anche se invisibili per le possibilità visive dell'essere umano, sono presenti nell'aria che egli respira: dai pollini ai virus, ai batteri e via dicendo che, con certezza, influiscono su diversi aspetti del piano fisico e che si “mangiano” inavvertitamente ogni volta che si inspira.
Il presupposto filosofico/spiritualistico delle concezioni di tipo vegetariano che non bisogna nutrirsi di animali perché sono esseri viventi, secondo me, non può, di conseguenza, fornire una concreta motivazione valida per l'abbandono della dieta a base di carne a favore di una dieta di tipo vegetariano.
Se l'essere umano ha una costituzione di base onnivora, questo non può che significare che ha la necessità di avere la possibilità di assumere sostanze sia da cibo vegetale che da cibo animale in armonia con i bisogni e le richieste del suo corpo fisico.
In effetti, entrambi i tipi di alimentazione forniscono al fisico umano elementi in parte diversificati tra di loro per contribuire all'equilibrio fisiologico interno del corpo dell'uomo.
Mi si può dire che le proteine di cui ha bisogno l'essere umano per mantenersi in buona salute sono presenti anche in alcuni cibi di origine vegetale.
Certo, questo è vero ma - checché ne dicano alcuni ricercatori (spesso incentivati da contribuzioni economiche cospicue per favorire l'una o l'altra interpretazione degli argomenti scientifici... ma della questione economica legata a questo argomento vedremo di parlare, eventualmente, più avanti) - le proteine animali e quelle vegetali non sono identiche e stimolano reazioni diverse all'interno del corpo che le assimila.
Penso, a questo punto, di avervi dato l'impressione di essere sfavorevole alla dieta di tipo vegetariano, ma non è per niente così.
Vediamo di usare il buon senso.
Per la crescita e lo sviluppo dell'individuo fino alla fine del suo accrescimento corporeo (cioè, fino al termine di quel processo fisiologico che interessa lo sviluppo non solo fisico ma anche emotivo e psichico dell'individuo e che viene comunemente definito “adolescenza”) è necessaria una notevole quantità di proteine animali, ricche di amminoacidi essenziali, immediatamente disponibili in gran quantità e facilmente assorbibili, caratteristiche, queste, meno pronunciate nel caso delle proteine di origine vegetale.
Terminato il periodo di crescita fisica “esponenziale” tipico del periodo adolescenziale, la crescita fisica rallenta in maniera considerevole e, di conseguenza, la necessità di un'alimentazione a forte valenza proteica, a sua volta, decresce notevolmente.
Secondo quello che penso di aver capito da quanto ho studiato nell'... “aldiqua”, credo che, come accade per ogni processo interno della Realtà, la dieta ideale dovrebbe essere di tipo “onnivoro” (e, quindi, con l'assunzione di proteine animali) nel periodo di forte crescita del corpo dell'individuo, mentre potrebbe passare senza alcun tipo di problema a una dieta di tipo vegetariano allorché si entra nella fase di accrescimento lento. Questo non significa che, per esempio, le persone anziane non debbano cibarsi di carne (non si deve trascurare le preferenze individuali per un cibo o per un altro: in fondo mangiare, oltre che una necessità può essere anche un piacere!) bensì che l'inserimento di alimenti animali nella dieta seguita non è una necessità impellente del corpo fisico, in quanto potrebbe tranquillamente bastare l'assunzione delle sostanze necessarie a mantenere il corpo fisico a regime che vengono assunte attraverso il consumo di alimenti di origine vegetale.
Non dobbiamo dimenticare che il corpo, comunque, manda sempre segnali per indicare ciò di cui ha bisogno come, per esempio, la stanchezza e la sonnolenza conseguenti a un deficit di zuccheri.
Un esempio di queste richieste è facilmente riscontrabile nelle donne gravide con la comparsa di improvvise “voglie” di qualche tipo di cibo particolare, voglie che possono ritenersi dei veri e propri cartelli segnalatori dell'esigenza corporea di assumere particolari elementi nutrizionali che, al momento, sono carenti all'interno del complesso rapporto fisiologico madre-nascituro.
Un consiglio che posso dare a tutti è proprio quello di prestare una maggiore attenzione, rispetto a quello che fate solitamente, a quelle che sono le richieste del vostro corpo, perché la ricerca dell'equilibrio interno da parte del corpo produce sempre segnali avvertibili chiaramente e richieste che dovrebbero essere assecondate il più possibile in maniera pronta.
Pensate alla sete che talvolta avvertite: avete senza dubbio la possibilità di rimandare l'assunzione di acqua ma non potete certamente, pena squilibri organici anche pericolosi per la vostra stessa vita, ignorare per lungo tempo il segnale che il vostro corpo vi ha inviato; certamente, esistono sempre e comunque meccanismi di compensazione interni che cercano di sopperire alle deficienze fisiologiche dell'individuo, ma si tratta di meccanismi di emergenza che non possono diventare sostitutivi dell'unica soluzione definitiva che, nel caso che abbiamo citato, non può essere che l'assunzione di una certa quantità d'acqua.
Per fare un'analogia semplice che tutti voi possiate comprendere, è un po' quello che accade con la vostra autovettura: allorché vi segnala che il carburante sta per finire potete anche non fare rifornimento subito ma, se indugiate troppo a lungo, finite con il ritrovarvi a piedi e con una vettura immobile!
Un primo elemento da tenere in considerazione è il fatto che il vostro corpo è costituito in maniera tale da poter essere il più efficiente possibile all'interno dell'ambiente fisico in cui si trova a vivere la sua incarnazione.
Questo significa che il dinamismo interno del vostro corpo è tarato per funzionare nel modo più adeguato all'interno dell'ambiente sia fisico che sociale in cui dovete fare esperienza.
Nei tempi che state vivendo - come conseguenza della cosiddetta “globalizzazione” e della migrazione che coinvolge un po' tutte le società – modelli di alimentazione diversi da quelli tradizionali vengono presentati nelle varie società.
L'essere umano è il più curioso degli animali e quello che più avverte la spinta a provare esperienze nuove, così si getta spesso a capofitto in nuove abitudini alimentari provenienti da paesi diversi da quello di appartenenza, senza tenere conto del fatto che quel tipo di alimentazione è dettata in gran parte dalle condizioni di vita e dalle abitudini sociali peculiari di quei paesi stranieri.
Le condizioni di vita sociale e l'uso di limitate disponibilità di sostanze alimentari influiscono indubbiamente sul modo di alimentarsi delle popolazioni: da ottimo onnivoro come è, l'essere umano si alimenta con ciò che ha a disposizione, così può accadere (e questo accade ancora, anche se più raramente) che egli finisca col doversi cibare di larve e di insetti per lunghi periodi di tempo, cosicché, poco per volta, il corpo dell'intera popolazione prende atto di questo tipo di alimentazione e finisce col creare nel proprio laboratorio interno i processi che permettono l'assimilazione anche di questi tipi di cibo inconsueti diventando processi che si fissano a livello genetico e che, di conseguenza, vengono tramandati nelle generazioni seguenti.
Questo significa che ogni popolazione sviluppa una condizione fisiologica derivante dall'alimentazione che è tipico di quella popolazione e che le permette di sopravvivere in quelle particolari condizioni ambientali.
Per fare un esempio, in gran parte delle cucine provenienti dall'oriente o dal sud America si fa un largo consumo di sostanze fortemente piccanti alle quali tali popolazioni sono fisiologicamente abituate cosicché, di conseguenza, non risentono dei problemi che l'uso ripetuto e abbondante di tali sostanze provocherebbe in un individuo appartenente a una società occidentale.
Come sapete, molte (se non addirittura tutte) di tali abitudini alimentari hanno anche un'origine logica: per fare ancora un esempio, direi classico, il divieto di mangiare cane di maiale in alcune società ha una chiara origine utilitaristica, conseguente al fatto che la carne di maiale “riscalda” il corpo dell'individuo e ciò, in un ambiente in cui il riscaldamento è già alto, può diventare fonte di problemi fisiologici.
Anche in questo caso potrebbe sembrarvi che io sia contrario al cibarsi all'indiana, o alla cinese, o alla messicana e via dicendo, ma, ancora una volta non è così.
E' certo che i meccanismi interni della fisiologia umana possiedono un largo raggio di adattabilità a situazioni alimentari (così come accade anche per l'adattabilità a situazioni ambientali anche estreme) diverse da quelle in cui si trova a vivere consuetamente. Tuttavia, dal momento che il corpo occidentale non ha sviluppato come sua costante quel tipo di adattabilità all'alimentazione diversa, mangiare troppo di frequente cibi provenienti da altre abitudini alimentari può, alla lunga o in presenza di eccessi, creare problemi di gestione e di interazione dei processi interni di assimilazione e di equilibrio energetico.
Insomma, come dicevano gli antichi romani, io credo che sa valido il detto “in media aurea”, il che significa che sono contrario a tutti gli eccessi, specialmente se prolungati nel tempo.
Un altro elemento riguardante l'alimentazione che vorrei osservare per un attimo, concerne l'aspetto economico (a cui, in fondo, sono collegabili anche le mode alimentari, propagandate da un'informazione spesso discordante se non addirittura falsata a favore dei grandi interessi economici).
Ultimamente sono presenti sul mercato cibi trattati in varie maniere, come ad esempio, le patate al selenio o trattate con sostanze chimiche per impedire la loro germogliazione o carni provenienti da allevamenti che fanno uso di ormoni, con buona pace sia delle diete a base vegetale che animale!
E' evidente che non si tratta di cibi consigliabili, in quanto fanno assumere sostanze (molto spesso anche cancerogene) che tendono a scompensare gli equilibri propri del fisico dell'individuo.
Senza ombra di dubbio l'ideale sarebbe potersi nutrire soltanto di alimenti sani e naturali non trattati in alcun modo... il problema è riuscirci e anche essere sicuri che i cosiddetti alimenti biologici siano veramente esenti da manipolazioni di sorta, cosa che, nella maggior parte dei casi, infatti, non è neppure vera.
Fortunatamente, i processi del corpo umano possiedono, come abbiamo sottolineato a più riprese, forti caratteristiche di adattabilità che permettono, per esempio, il non assorbimento di determinate sostanze nocive. Tuttavia, sperare che il corpo riesca a reagire sempre nel modo più opportuno non è certo un modo di vivere ottimale, anche perché le reazioni di purificazione messe in atto dal corpo umano non sono inesauribili.
Cosa fare, allora, per cercare di minimizzare i danni che determinati elementi trattati possono arrivare a provocare?
Il modo migliore io credo che sia quello di dare al proprio corpo il tempo di “ricaricarsi”, in maniera che possa ricominciare a fare nella maniera migliore la sua opera di “non avvelenamento”.
E, per far questo, io suggerirei di fare almeno un giorno alla settimana pasti a base di alimenti certamente sani o, se ci riuscite, almeno uno o due pasti molto leggeri se non addirittura un'intera giornata in cui si salta completamente un pasto, limitandosi soltanto a cibarsi di acqua o, al massimo, di tisane (possibilmente con erbe non trattate: niente the in scatola ma, magari, erbe raccolte direttamente o acquistate in erboristeria in foglie).
In questa maniera i processi di purificazione interna hanno il tempo di avere delle pause, di completare i processi di purificazione in corso e, quindi, di ricominciare la loro attività di regolatori ed equilibratori del corpo fisico senza essere sottoposti a stress continui e senza soluzione di continuità che, alla lunga, possono ostacolarne l'azione.
Purtroppo, il mondo che si va costruendo è un mondo costruito sull'economia e non sul benessere dell'individuo e questo, col passare del tempo, penso che porterà a problemi di non facile soluzione, cosicché credo che l'umanità dovrà arrivare a un punto di svolta sociale se vorrà davvero favorire l'interesse dei molti invece che quello dei pochi.
Qua il discorso da fare sarebbe veramente lungo, ma l'analisi sociale non rientra nei miei intenti, quindi mi fermo qui.
Vorrei lasciarvi ancora qualche ulteriore considerazione sul modo di alimentarsi dell'uomo di oggi.
Il mondo in cui vi trovate a vivere ha nella frenesia e nell'attività una delle sue componenti essenziali: tutto deve essere fatto di corsa, velocemente, quasi senza la possibilità di avere mai un attimo di respiro. E questo accade non solo per l'attività lavorativa e produttiva ma anche in quella ludica o destinata al rilassamento o alla cura dei vostri figli.
Spesso vi vedo correre come disperati per portare i vostri figli dal nuoto al tennis, dal corso d'inglese alla ludoteca, nell'illusione che, in questo modo facciate per loro la cosa migliore, senza rendervi conto che quel vostro volerli implicare in continue attività, molto spesso indica che in fondo desiderate toglierveli un po' dai piedi, o che state inconsciamente mettendo in atto meccanismi di compensazione per sentirvi buoni genitori e perdonarvi le mancanze che avete nei loro confronti e che sono, solitamente, individuabili in una limitata partecipazione alla loro vita e nella mancanza di un vero dialogo con loro.
La vostra corsa quotidiana si proietta quasi sempre anche sul vostro modo di alimentarvi: un pasto consumato velocemente o, ancora più spesso, un panino trangugiato in tutta fretta sembrano essere diventati una norma alimentare della maggioranza della popolazione attuale.
Io sono un uomo del secolo scorso e ai miei tempi la vita era affrontata in maniera molto più lenta, tanto che si consigliava di masticare trenta volte ogni boccone per aiutare la digestione. Se vi dicessi la stessa cosa sono certo che vi mettereste a ridere o mi prendereste per uno un po' scemo che non sa quello che si dice!
Di conseguenza non ve lo dico, anche se non posso esimermi, come dottore, dal consigliarvi di masticare meglio e un po' più a lungo quando mangiate ma, soprattutto, di cercare di non limitare il vostro pasto all'ingurgitare un panino (con dentro, magari, le cose più strane!), perché una tale abitudine porta a degli scompensi a livello digestivo che, sommati alla tensione provocata dallo stress a cui siete sottoposti (o a cui, molto spesso, vi sottoponete voi stessi!), rendono instabile l'azione dei vostri processi fisiologici interni finendo spesso col provocarvi degli squilibri e, di conseguenza, dei problemi a livello fisico.
Vi ringrazio della vostra attenzione e mi auguro di essere riuscito a risultare chiaro per tutti, e tengo a ribadire che ciò che vi ho presentato non è la Verità Assoluta, ma è la verità che credo di aver raggiunto personalmente. (Francesco)

Edited by Odisseo76 - 17/3/2016, 09:58
 
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