Incontro di gennaio 2017, 14 gennaio 2017 - Scifo e Viola

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view post Posted on 15/1/2017, 13:39

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Creature, serenità a voi.
Uno degli elementi dell'insegnamento che sentite di avere più alla vostra portata in maniera soddisfacente è il concetto di percezione soggettiva della realtà.
Se vogliamo essere realisti, dobbiamo dire che, certamente, è un concetto che ormai conoscete ma che, in fondo, è ancora lontano dalla vostra comprensione, e che tendete a fermarvi all'enunciazione del concetto (che siete proprio bravi a ripetere a... pappagallo!) e ad avere solo un'idea molto vaga della sua influenza sul vostro modo di percepire la realtà.
Ben difficilmente vi soffermate, infatti, a cercare di esaminare quali siano gli aspetti e le componenti che vengono messe in gioco da tale concetto.
E' evidente che la percezione soggettiva della realtà possa essere considerata, dal punto di vista delle meccaniche che strutturano l'esistente, come un processo che avviene essenzialmente all'interno dell'Io, anche se, inevitabilmente, i suoi effetti si ripercuotono quanto meno sulle dinamiche dei vostri corpi inferiori.
Già il fatto di sottolineare questo suo posizionamento interno all'Io porta a elaborare alcune considerazioni non indifferenti per l'individuo e la sua esistenza sul piano fisico.
Innanzitutto, viste le caratteristiche dell'Io (che abbiamo ripetutamente esaminato, arrivando a definirlo come una creatura artificiale, non dotata di vita propria ma scaturente come risultato dei movimenti vibratori che attraversano i vostri corpi inferiori) non possiamo che arrivare a definire anche la percezione soggettiva della realtà come la manifestazione dell'illusorietà percettiva propria di ogni individuo incarnato e, di conseguenza, anch'essa decisamente illusoria.
In secondo luogo, considerando il fatto che la percezione dell'incarnato coinvolge, com'è naturale, tutti i corpi all'interno dei quali l'illusorietà dell'Io opera (ovvero i corpi fisico, astrale e mentale), si arriva facilmente a pensare che la percezione soggettiva della realtà da parte dell'individuo non è limitata solamente alla sua percezione del mondo fisico attraverso gli strumenti fisici e fisiologici che permettono la interattività con l'esperienza di vita che sta conducendo attraverso il processo reincarnativo, ma investe anche la sua sfera emotiva ed emozionale e la sua sfera psichica.
Questo, ovviamente, significa che anche la vostra emotività e la vostra razionalità sono intrise di percezioni soggettive che le rendono anch'esse in gran parte illusorie, dal momento che sono sottoposte a una molteplicità di influenze che ne indirizzano, limitano e, di frequente, stravolgono l'obiettiva percezione di ciò che state vivendo: dalla qualità dei vostri strumenti percettivi alla vostra capacità di esprimere le vostre emozioni e le vostre sensazioni così come realmente le sentite esistere dentro di voi e alla vostra possibilità di elaborare pensieri, ragionamenti ed eventuali soluzioni a ciò che vi angustia durante le vostre giornate, il tutto indirizzato all'interno della vostra esistenza nell'ambiente fisico dai condizionamenti degli Archetipi Transitori a cui fate riferimento e, soprattutto, da quelle che sono le vostre necessità evolutive.
Vogliamo fare un esempio?
In questi giorni avete compiuto il rito periodico della transizione dall'anno vecchio all'anno nuovo, ripetendo i meccanismi rituali che fin da epoche remote l'essere umano ha escogitato per segnare il passaggio simbolico da un periodo di vita ad un altro.
Dal punto di vista simbolico, com'è ovvio, ci sarebbe molto da dire sulla tradizione del Capodanno, ma non è di questo che voglio occuparmi in questo mio breve e leggero (forse) intervento di inizio anno.
Un secondo alla mezzanotte del 31 dicembre 2016.
Un secondo dopo la mezzanotte del 1 gennaio 2017.
Com'è strana (tra le molte percezioni che ha l'individuo incarnato) la percezione individuale del tempo... in fondo si tratta solamente di due secondi temporalmente successivi nel corso dei quali non è realmente accaduto niente di particolarmente importante.
Eppure ognuno di voi, in questi due brevi secondi, solitamente ha due percezioni molto diverse da un secondo all'altro, passando dalla sensazione di attesa della fine di un anno nell'ottica di un abbandono di tutte le difficoltà che tale anno ha portato con sé, alla speranza (anche se, certamente, non alla certezza) che l'anno nuovo sia destinato a offrire la possibilità di superare tali difficoltà guardando a ciò che potrà accadere con l'aspettativa di nuovi sviluppi risolutori dei vari problemi affettivi, economici, lavorativi e via dicendo che avevano costellato l'anno appena trascorso.
Ci troviamo di fronte, senza dubbio, a due diverse prospettive della vostra percezione soggettiva della realtà, realtà che, d'altra parte, è rimasta invece sempre identica e che, quindi, le due diverse prospettive sono veramente e indubbiamente soltanto frutto della personale e illusoria percezione soggettiva del momento.
Non voglio (né mi è concesso farlo) dirvi cosa porterà per ognuno di voi l'anno che è appena incominciato ma, senza dubbio, difficilmente avverrà il salto di qualità che è nei vostri desideri: lo svolgimento della Realtà non ha mai dei salti di qualità importanti, ma tutto avviene per gradi, mantenendo integra la successione logica del suo sviluppo, analogamente a quanto accade nell'intimo di ogni uomo, all'interno del quale il salto di qualità non è mai improvviso ma è sempre conseguenza di un percorso logico e susseguente di ampliamento della sua comprensione e, quindi, del suo sentire.
Ritornando a quanto stavamo esaminando, ovvero la complessità degli elementi che sono coinvolti nel processo della percezione soggettiva della realtà, vorrei soffermarmi brevemente su due sue componenti che, solitamente, vengono un po' trascurate mentre, in realtà, sono parte integrante e indispensabili nello sviluppo della percezione soggettiva nel suo complesso: l'emotività e la razionalità.
Pochi elementi all'interno del processo percettivo dell'individuo incarnato hanno una valenza percettiva illusoria come le emozioni che egli prova.
Come sapete, le emozioni sono gestite dal corpo astrale, la cui materia è in continuo movimento e trasformazione, e queste caratteristiche della materia astrale si manifestano allo stesso modo all'interno dell'individuo, tanto che l'amore può arrivare velocemente a trasformarsi in odio, l'amicizia in ostilità e via dicendo, fornendo alla percezione soggettiva dell'individuo continue possibilità di interpretazioni diverse di una stessa spinta emotiva.
Se, poi, esaminiamo una manifestazione emotiva non dall'interno dell'espressione dell'individuo ma dalla sua percezione attuata da un altro individuo che la sta osservando o che ne subisce la manifestazione, possiamo sicuramente renderci conto che, inevitabilmente, la faccenda si complica in maniera esponenziale, visto che le due percezioni soggettive sono determinate da basi interiori in gran parte diverse, così come sono in gran parte diversi i bisogni evolutivi da individuo a individuo, dando luogo così, molto spesso, a incomprensioni o reazioni “forti” in conseguenza proprio dello scontro parziale o totale delle percezioni soggettive momentaneamente in relazione tra di loro.
Diversa, almeno parzialmente, è l'analisi della percezione soggettiva della realtà per quanto riguarda l'aspetto della razionalità dell'individuo, quindi del suo corpo mentale.
Anche in questo caso è necessario fare riferimento alla qualità della materia del corpo mentale, materia tendenzialmente portata a strutturarsi in architetture consequenziali logiche e, di conseguenza, portanti a una maggiore fissità e stabilità, elementi, questi, che danno ragione delle difficoltà che ha spesso l'individuo ad affrontare, accettare o condividere schemi di pensiero che non siano del tutto collimanti con quelli che egli ha al suo interno (cosa che è evidente, per esempio, dalle vostre discussioni sull'insegnamento nel corso delle quali, pur partendo da elementi comuni che dovrebbero aiutarvi ad avere una visione comune del corpo dell'insegnamento, finite, invece, per divergere anche aspramente sotto la spinta della vostra soggettività).
Da questa mia veloce analisi si potrebbe arrivare a pensare che per quello che riguarda la razionalità dell'individuo la percezione soggettiva sia molto più limitata, se non addirittura impossibile rispetto alla percezione topica della sua componente astrale, dal momento che gli elementi di base che costituiscono la razionalità sono, come abbiamo detto, alimentati dalla consequenzialità dei ragionamenti e dalla loro costruzione logica.
Questo sarebbe senza dubbio vero se non vi fossero elementi che danno caratteristiche strettamente soggettive a ogni processo razionale elaborato dall'individuo: la sua preparazione culturale, l'ambiente in cui si trova a vivere congiuntamente all'influsso degli Archetipi Transitori ai quali, in tale ambiente, viene fatto riferimento, il vissuto individuale e le esperienze che l'individuo ha affrontato, il retaggio delle comprensioni acquisite nelle incarnazioni precedenti e, in ultima analisi e come sempre, l'ampiezza raggiunta dal suo sentire.
Tutti questi elementi, insieme alla loro relazione con le percezioni sia fisiche sia astrali, indirizzano e strutturano la percezione razionale della realtà dell'individuo, rendendola, a questo modo, in gran parte soggettiva.
Quanto detto fin qui potrebbe indurvi a concludere che, alla fin fine, la vostra individuale percezione soggettiva della realtà non possa fare altro che rendere impossibile la comunicazione di voi stessi, dei vostri sentimenti e dei vostri ragionamenti agli altri.
E questo potrebbe anche essere vero se non esistesse, di converso, quell'elemento unificatore esterno all'ambiente in cui agisce il vostro Io che è la Vibrazione Prima con le regole universalmente valide portate dagli Archetipi Permanenti che essa immette nel tessuto del Cosmo, rendendo comune il fine evolutivo e portando la percezione soggettiva individuale a diventare, un po' alla volta e in parallelo con l'ampliamento del sentire e col suo continuo adeguarsi agli Archetipi Permanenti, sempre meno soggettiva e sempre più oggettiva.

Prima di lasciarvi, augurandovi un anno di soddisfacente acquisizione di sfumature di sentire, vorrei sottolineare ancora una cosa.
Come alcuni di voi avranno senza dubbio notato – e lascio a voi decidere quanto la mia affermazione sia ironica o meno e quanto, invece, non sia un mio stigmatizzare l'attenzione che ponete nel leggere le nostre parole – è accaduto più di una volta che nel corso degli incontri mensili nel corso dei quali rispondiamo alle domande che, nel tempo, avete posto, siano apparse più volte le stesse domande.
I più critici avranno pensato a un errore da parte nostra, mentre la maggior parte degli altri lettori avrà soprasseduto continuando la sua affrettata e superficiale lettura di ciò che andavamo dicendo.
La spiegazione è abbastanza semplice: da vostre successive domande o da vostre considerazioni e scambi di opinione ci è sembrato che alcuni argomenti avessero bisogno di ulteriori chiarimenti o, quanto meno, dell'introduzione di nuove prospettive di osservazione che vi aiutassero a elaborare in maniera più dettagliata gli argomenti sui quali avevate posto le vostre domande e, per aiutarvi a mantenere la continuità e la complementarietà con quanto avevamo già risposto, abbiamo deciso di ripetere pari pari le domande che avevate posto. (Scifo)

Fratelli, sorelle,
i tempi che state affrontando sono indubbiamente tempi difficili che vi fanno spesso sentire senza più certezze sul futuro vostro e dei vostri figli e senza fiducia nelle istituzioni che dovrebbero aiutarvi a farvi sentire sicuri di voi stessi e della vostra vita.
Non posso promettervi che, nel breve tempo, tutto questo cambierà e che le vostre vite scorreranno come acque pacifiche e senza impedimenti ma posso, però invitarvi a cercare di essere più consapevoli di quello che l'esistenza, comunque, vi ha donato, ricordandovi che la vostra percezione soggettiva può facilmente essere modificata facendola diventare non più l'osservazione del bicchiere mezzo vuoto bensì l'osservazione del bicchiere mezzo pieno.
Sì, miei cari, lo so che tutto ciò che vivete sembra portarvi con insistenza a porre la vostra attenzione su ciò che nelle vostre vite costituisce una difficoltà, un problema e che è difficile, una volta imboccato quel percorso di percezione pessimistica, riuscire a trasformarlo in qualcosa che non alimenti il vostro dolore, le vostre paure, le vostre insicurezze, il vostro vittimismo.
Eppure, se modificate un attimo il vostro modo di percepire la vostra vita, potrete certamente percepire in essa molti aspetti positivi: dall'amore delle persone che amate e che vi amano ad ogni volta che riuscite a tendere una mano a chi soffre o che vi viene tesa una mano per darvi sostegno dimostrandovi che non siete poi così soli e abbandonati a voi stessi come molto spesso ritenete di essere.
Per riuscire a fare questo dovete trovare in voi il coraggio di fare un atto di fede.
Ma, fratelli e sorelle, non un atto di fede in chissà quale religione o anche solo nelle parole che noi, miseri portatori delle parole dei Maestri di ogni tempo e di ogni luogo, non abbiamo cessato, nei secoli, di portare all'individuo incarnato, bensì un atto di fede in voi stessi, nella vostra capacità di essere portatori di speranza e di coraggio nell'affrontare le avversità, nel vostro essere in grado di avere pietà, compassione, partecipazione, comunicazione, di dare sostegno e contribuire a creare pace, felicità e serenità invece di alimentare l'odio, la prevaricazione, la disuguaglianza la prepotenza, l'avarizia e l'egoismo.
Potete fare tutto questo, fratelli, potete certamente farlo vostro sorelle: ascoltate voi stessi e, nel sottofondo dei movimenti del vostro Io potrete certamente trovare quel sussurro incessante che vi chiama a Sé e che vi dice, con costante e infinito Amore che siete una parte insostituibile e inseparabile del Tutto.
Via amo, fratelli, vi amo, sorelle e che la pace del Tutto sia sempre con voi. (Viola)
 
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