L'uomo e la medicina, risposte alle domande, 17 aprile 2017 - Francesco

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view post Posted on 18/4/2017, 08:33

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Nell'uovo di Pasqua quest'anno le Guide hanno messo questo mio lungo intervento per rispondere alle domande che mi sono state rivolte o che si sono manifestate nel corso delle discussioni tra di voi.
Eccomi, dunque qui a rispondere alle vostre considerazioni cercando come sempre di essere il più chiaro e semplice possibile, anche se il tema del rapporto tra l'uomo e la medicina che ho cercato di trattare in questi miei interventi è tutto fuori che semplice, dato l'alto numero degli elementi in gioco e gli inevitabili rapporti che esistono tra di essi e le condizioni evolutive dell'individuo.
Spero che mi perdoniate eventuali eccessive semplificazioni e ringrazio voi per la vostra pazienza nel leggere le mie considerazioni e le Guide per avermi dato la possibilità di esporvele.
Ma bando alle ciance e passiamo alle vostre domande.

D - Devo ammettere che io non ho mai capito a fondo che cosa significhi esattamente “buon senso”, in quanto penso che tutti credano di metterci il loro buon senso nelle scelte che fanno, anche quelle che alla fine risultano disastrose. Probabilmente sarà una questione di “soggettività personale” dettata dai più svariati motivi. Oppure forse si intende il famoso “il giusto sta nel mezzo”, per cui si deve usare solo un po’ di qualsiasi alimento. Magari anche l’arsenico, o le foglie di oleandro, prendendone solo un po’ ogni tanto, non sarebbero nocivi!

Io credo che il “buon senso” possa venire definito come l'uso in maniera sia equilibrata che ragionevole, sulla scorta dei dati che l'individuo ha a sua disposizione a seguito delle sue esperienze (ma anche, non dimentichiamocelo, delle comprensioni che ha raggiunto fino a quel punto del suo percorso) allorché si trova di fronte alla necessità di operare delle scelte.
Ovviamente, per ottemperare alle qualità di equilibrio e di ragionevolezza è necessario considerare anche i pro e i contro che si possono presentare a livello pratico, vagliando con oculatezza quali siano le conseguenze che potrebbero avere luogo a seguito delle scelte effettuate, considerazioni che potrebbero evitare effetti drammatici se venissero considerate, cosa che, purtroppo, spesso non viene messa in atto lasciandosi travolgere dall'emotività o dalle spinte egoistiche dell'Io.
Senza dubbio, dunque, il buon senso è impregnato da una forte componente soggettiva (non necessariamente considerabile sempre in senso negativo) in quanto ogni scelta, come detto, opera su elementi strettamente molto personali.

D - Quando Francesco invita a prendersi un giorno di tempo per vedere l'evolversi di un malessere non troppo grave, prima di correre da un medico o imbottirsi di farmaci che potrebbero fare più danno che bene... ho pensato: conosco pochissime persone che lo fanno o che si prendano la briga di farlo quando si tratta dei loro figli! E' molto più facile andare dal medico e delegare a lui la responsabilità sul da farsi e, come è ovvio, un medico raramente si prende il rischio di farti aspettare. E' molto più probabile che ti prescriva un antibiotico e magari un po' di "cortisone preventivo"... un po' per tutti i sintomi ormai.

Non posso che dichiararmi d'accordo con quello che dici.
D'altra parte (anche se dal punto di vista etico non è certamente un agire corretto) il vivere moderno, così convulso e problematico, condiziona facilmente l'individuo (sia questi un paziente, sia, ahimè, un medico) a cercare la via più facile e più veloce per provare a risolvere i problemi cui si trova dinnanzi.

D - Una cosa che mi è venuta in mente leggendo le parole di Francesco su queste "terapie a base vibratoria", è il discorso letto tanti anni or sono sulle barriere che hanno i nostri corpi inferiori. Vado a memoria, ma se non erro si faceva il paragone con la pelle, che copre e protegge il corpo fisico, dicendo che anche gli altri due corpi inferiori (astrale e mentale) analogamente, hanno una loro pelle che li protegge dalle vibrazioni provenienti dall'ambiente nel quale si trovano. E quindi mi sono chiesto quante possibilità ha poi alla fin fine, un colore, un suono o men che meno un cristallo, di alterare davvero le vibrazioni dei nostri corpi inferiori, fino al punto da farci guarire da una malattia. Insomma, credo che per riuscirci dovrebbe avere caratteristiche davvero particolari, altrimenti qualsiasi cristallo/colore/suono finirebbe per scombussolarci continuamente. Vi sedete su un sasso per allacciarvi una scarpa e vi ritrovate con le vibrazioni sconquassate.

Le considerazioni che fai sono giustissime.
I corpi dell'essere umano (quindi anche quelli diversi dal corpo fisico) hanno delle protezioni connaturate per impedire che influssi esterni possano danneggiarli o scombussolarne l'equilibrio naturale.
Per il corpo fisico, come hai detto, la prima protezione è la pelle che subisce il primo impatto con le vibrazioni che provengono dall'esterno, ma non è certamente il solo elemento di protezione: ad esempio il sistema immunitario è un meccanismo di difesa, anche se mirato, più che alle vibrazioni in se stesse, a proteggere da eventuali elementi patogeni invasivi esterni.
Come dici tu, se le vibrazioni dei cristalli, dei suoni e di tutta la materia con cui è a contatto l'individuo nel corso della sua esperienza di vita non trovassero la barriera offerta dalla pelle e dalle altre protezioni naturali la vita dell'individuo sarebbe sempre e continuamente sottoposta a destabilizzazioni che, alla lunga, potrebbero risultare notevolmente nocive. Questo non avviene sia perché la pelle smorza in gran parte le vibrazioni esterne, sia perché solitamente queste non sono così intense e prolungate nel tempo da poter arrivare in profondità all'interno del corpo umano.
Se pensate alle varie terapie radiologiche o basate sugli ultrasuoni, esse possono aggirare le difese del corpo fisico dell'individuo perché vengono indirizzate in maniera localizzata e con una forte intensità su una porzione specifica del corpo dell'individuo, permettendo, in questo modo, alle vibrazioni che adoperano di oltrepassare con una certa facilità la barriera naturale costituita dal sistema epiteliale.

D – Ho una grande curiosità per gli approcci di laser e ultrasuoni, brevemente accennati da Francesco e nutro la speranza (poca per la verità) che ci sappia dare qualche dettaglio in più su questo tema.

In questo momento del vostro tempo la medicina ufficiale è solamente all'inizio dell'applicazione delle terapie a base di raggi laser (quindi di vibrazioni assimilabili a quelle della luce) e ultrasuoni, ma tali tecniche subiranno un'evoluzione relativamente veloce (non così veloce, purtroppo, da garantire a tutti voi il loro impiego per risolvere vostri eventuali problemi di salute).
Non intendo certamente fare profezie (per altro impossibili da verificare da parte vostra), ma credo proprio che alla vostra prossima vita troverete una medicina molto diversa da quella attuale: la chirurgia sarà pressoché scomparsa, sostituita da tecniche sempre meno invasive con gli evidenti benefici che ciò comporterà per il paziente, sia per la velocità di ripresa fisica, sia per la riduzione degli eventuali danni collaterali.
Il resto che potrei dirvi (ad esempio l'impiego di chip o l'impiego a ragion veduta delle cellule staminali) apre scenari per voi ancora poco immaginabili che sembrano sconfinare nella fantascienza, quindi ritengo che sia inutile andare oltre alla semplice citazione chi vi ho fatto.

D - Non so se qualcuno di voi ha mai sentito parlare della musica a 432 Hz? Non sono un'esperta, ma da quello che so si tratta di una particolare intonazione - e quindi accordatura degli strumenti musicali - a cui si assocerebbero dei particolari benefici sulla salute di chi l'ascolta. C'è un bel po' di storia a riguardo e il famoso Andantino di Mozart per chi avesse piacere di fare un po' di ricerca e sperimentare gli effetti di questa frequenza. Io mi chiedevo quale potesse essere la validità di questo concetto, soprattutto a fronte della soggettività di quello che dà piacere in ambito musicale. Avendo tutti gusti diversi sono sicura che non tutti apprezzerebbero un concerto di musica classica accordato a 432 Hz e quindi non ne trarrebbero alcun cosiddetto beneficio vibrazionale.

Come le nostre Guide ci hanno insegnato negli anni la Realtà è costituita da vibrazioni con diverse frequenze, frequenze che determinano il tipo e la qualità delle singole vibrazioni aiutandole a cercare o creare legami tra le varie materie, per assonanza o per dissonanza, con vibrazioni di frequenza diversa.
Il discorso sarebbe molto lungo e complesso, basti pensare che la frequenza vibratoria è legata, per esempio, sia alla formazione delle varie materie sia alla percezione delle affinità o delle discordanze tra individuo e individuo.
Ogni emozione, sensazione, desiderio, pensiero può essere pensato come vibrazione, e questo indica che la musica (l'espressione vibratoria più comune nella vita dell'individuo in quanto facilmente percepita dai suoi organi di senso) può indurre in chi ascolta sensazioni di benessere, o di malinconia o, addirittura, di rabbia e aggressività (pensate all'uso fatto dalle marce militari per stimolare al combattimento i soldati).
E' evidente che la musica può essere usata come strumento per favorire l'espressione dell'interiorità dell'individuo (ricordate quanto ho detto a proposito della musicoterapia) ma non è la musica in se stessa a provocare le sensazioni, bensì l'interazione tra le vibrazioni musicali e le vibrazioni interiori individuali.
In base ha quanto ho appena detto mi sembra evidente che non siano i 432 Hertz o i 440 a essere importanti, bensì la percezione di chi percepisce le vibrazioni e a come esse si rapportano con la sua interiorità.
In quanto all'idea che i 432 hertz siano la frequenza vibratoria dell'universo la trovo una concezione fantasiosa e certamente non veritiera, in quanto l'universo è percorso e da una quantità immensa di vibrazioni e, per restare aderenti all'insegnamento che vi è stato portato in questi decenni, è intessuto in primo luogo dalla Vibrazione Prima, la cui frequenza, logicamente estremamente complessa, risulta impossibile da determinare con la strumentazione scientifica attuale.

D - Penso che affermare che se sei convinto che una cosa ti farà male, allora ti farà sicuramente male, sia un tantino un estremizzare il concetto. Certamente l'impatto di ciò che pensi/senti è molto importante, ma credo che una parte dell'efficacia del farmaco in sé continui ad esistere. Anche perché altrimenti basterebbe - che so - bere acqua del rubinetto ed elimineremmo qualsiasi forma di medicina, limitandoci all'uso del placebo.

Quanto dici è decisamente vero: per quanto l'effetto placebo (o nocebo) possano essere intensi all'interno dell'individuo incarnato non possono che in minima parte contrastare gli effetti che l'assunzione di sostanze esterne possono indurre, dal momento che, comunque, tali sostanze entrano in circolo e operano i loro effetti fisiologici.
In realtà, secondo me, gli effetti placebo e nocebo sono sostanzialmente delle condizioni strettamente psicologiche che, in quanto tali, possono influire in parte sulla messa in atto dei processi interni del fisico dell'individuo aiutando o contrastando l'azione delle sostanze che vengono assunte, dando magari spesso l'illusione di una guarigione che non è effettiva, ma è solo una condizione mentale diversa messa in atto dall'individuo e che, col procedere dei problemi concreti che hanno la loro evoluzione all'interno del corpo fisico, finiscono quasi sempre col rivelarsi come le illusioni che sono.

D - Un altro risvolto interessante del concetto di nocebo che mi viene in mente, sono le conseguenze per le persone particolarmente attente a tutti i veleni che si mangiano/bevono/respirano nel mondo moderno. E' probabile a questo punto che a soffrirne i danni maggiori saranno proprio le persone maggiormente consapevoli della dannosità di ciò che mangiamo, beviamo e respiriamo quotidianamente. Mentre che vive nell'inconsapevolezza o nel disinteresse, paradossalmente, ne risulterebbe protetto.

La questione che poni è interessante: è più protetto dagli attacchi esterni chi è inconsapevole dei danni che gli possono provocare o chi, come dici tu, ne è maggiormente consapevole?
Credo che, applicando un minimo di logica ci si trovi davanti, in realtà, a una falsa dicotomia.
Chi è più consapevole degli attacchi alla sua salute da parte degli elementi a lui esterni può, comunque, adoperarsi per minimizzarne gli effetti sul suo fisico, mentre chi non ne è consapevole in maniera profonda (giacché ormai credo che l'umanità intera, a livello superficiale, riconosca la presenza degli attacchi alla sua salute come conseguenza di uno scriteriato modo di operare da parte dell'umanità) possiede comunque, come abbiamo visto in precedenza, delle difese naturali che tendono a cercare di compensare questi attacchi esterni, anche se possono farlo solo con un'efficacia limitata.

D - Nocebo-placebo ma che robe sono quando la gran parte delle persone incarnate manco può avere il minimo indispensabile non per curarsi ma per vivere dignitosamente!!! Ma di quale pianeta si argomenta? Reazioni o non reazioni dell'individuo, ricerca o non ricerca, comprensione o non comprensione?? Ma di quale era o epoca si intende?? Nella migliore/peggiore delle ipotesi la gran parte delle persone non può nemmeno permettersi di pensare a certi utili concetti o insegnamenti!! Caro Francesco apprezzo molto il tuo dire ed il tuo impegno, probabilmente le tue intenzioni valgono moltissimo, ma stiamo inguaiati in un brutto mondo ove poco spazio rimane per le nobili conoscenze mediche, gli interessi di pochi soverchiano i bisogni personali di molti a cui quest'ultimi poco possono nello cercar di liberarsi.

Caro amico, capisco la tua rabbia e la tua frustrazione ma non serve a niente piangersi addosso o lamentarsi (anche dimenticando il fatto che la situazione attuale non nasce dal niente ma dalle azioni compiute dall'essere umano sia nel presente che nei secoli e a cui, certamente, anche tu hai contribuito o, magari, contribuisci anche attualmente a mantenere in essere).
Hai mai buttato dal finestrino della tua macchina un pacchetto di sigarette vuoto o una bottiglietta di plastica? Hai mai cercato il tuo interesse senza curati più che tanto del fatto che il tuo interesse possa essere causa di problemi per altre persone?
Non c'è bisogno che l'individuo faccia ricorso all'insegnamento, basterebbe che ognuno, pur nelle condizioni più sfavorevoli in cui si possa trovare a vivere, mantenga il senso del rispetto non solo per se stesso ma anche per le altre persone.
Non posso che essere d'accordo con le Guide quando dicono che un cambiamento reale potrà avvenire soltanto allorché ogni persona troverà in se stessa il coraggio, la forza e il sentire per cambiare in primo luogo se stessa.

D - Penso che, senza dubbio, l'eccesso di cibo (superando i livelli di calorie posti dalle normali esigenze fisiologiche) e l'introduzione di troppi grassi causi problemi al fegato, mentre il diabete è ovviamente causato dall'ingestione di troppi zuccheri.

Quello che dici, pur nella sua banalità, è certamente vero e la medicina corrente ne informa in continuazione.
Eppure, pur conoscendo le conseguenze possibili degli eccessi, quanti eccedono alimentandosi con cibi troppo grassi o troppo zuccherati?
In parte tale comportamento è, come sempre, attribuibile all'Io e alla sua ricerca di piacere o soddisfazione personale, ma credo che sia anche alimentato, attualmente, anche da pensieri del tipo: “Posso anche eccedere, tanto con una pastiglia rimetto tutto a posto!”, dimostrando una fiducia mal riposta nei farmaci e un'estrema superficialità nel giudicare le eventuali conseguenze che tale fiducia mal riposta può comportare per il suo fisico.

D - Volevo chiedere se la voce che gira sulla responsabilità dei vaccini nel provocare l'autismo ha qualche fondatezza.

Ha la stessa fondatezza che ha nella cura dell'influenza il fatto che, malgrado le cure somministrate, a causa dell'influenza si riscontrino dei casi di mortalità: esistono casi in cui le condizioni di partenza dell'individuo predispongono l'individuo a reagire in maniera errata agli stimoli a cui viene sottoposto a vaccini o a cure mediche.
Se proprio vogliamo cercare un fattore di colpa io credo che possa essere individuato nella massificazione delle cure che non tengono in debita considerazione le condizioni di partenza dell'individuo... mi rendo anche conto, d'altra parte, che, nella società attuale, risulta estremamente difficile e complicato (oltre che molto costoso per le comunità, fattore questo che,purtroppo, quasi sempre viene tenuto in primaria considerazione) applicare uno screening individuale per ogni cura diretta o preventiva adoperata.

D - Vorrei sapere come considerare gli alimenti o le spezie originari di paesi asiatici (generalmente Cina e Giappone, ma a volte coltivati in Italia) che vengono suggeriti per le loro straordinarie proprietà curative, tipo lo zenzero, il daikon (grande carota bianca), il curry, la curcuma, ecc. ecc., dal momento che si dice che è bene alimentarsi con i vegetali di stagione prodotti nel proprio Paese. Mi spiego meglio: vale la pena usare quale digestivo una bella tisana con zenzero fresco (coltivato chissà dove) e limone, oppure è meglio assumere una tisana con semi di finocchio prodotti in Italia (che ha la stessa funzione), dal momento che non abbiamo dati certi sull'eventuale contenuto di sostanze dannose in entrambi i casi? Inoltre, quelle presunte "proprietà straordinarie" di certi prodotti asiatici vengono mantenute e funzionano anche per noi occidentali?

Il discorso che vi ho fatto sull'uso di alimenti esotici mi rendo conto che potrebbe essere male interpretato, quindi cercherò di chiarirvi con la massima stringatezza quale sia il mio pensiero in merito a tale questione.
Non nego che vi siano piante esotiche che possano avere proprietà benefiche.
Tuttavia, ritengo che le stesse proprietà benefiche possano venire riscontrate in piante non esotiche all'uso delle quali il nostro corpo è più abituato e, quindi, con una minore resistenza ai loro effetti e, magari, con una minore presenza di effetti collaterali conseguenti alle difese immunitarie del corpo dell'individuo di fronte all'assunzione di sostanze consuete.
Purtroppo, anche se sembra davvero assurdo, persino in questo campo esistono le mode, e l'esoticità, come certamente vi renderete conto, molto spesso attrae di più l'individuo della normalità, dal momento che appaga il suo senso di far parte di un élite, distinguendosi, così, dalla massa di chi gli sta attorno e alimentando il suo senso di superiorità.

D - Quale può essere il significato delle malattie autoimmuni? Perché il sistema immunitario inizia a produrre degli autoanticorpi contro degli organi che dovrebbe, invece, proteggere determinando anche l’insorgenza di processi infiammatori che alla fine compromettono l’organo stesso? E una volta rimosso l'organo, l'introduzione dell'ormone sintetico da assumere a vita, ristabilisce un nuovo equilibrio?

Le cause sono complesse e difficili da spiegare in breve.
Diciamo, semplificando al massimo, che la costituzione del sistema immunitario dipende essenzialmente dalle informazioni che provengono dal Dna dell'individuo (il che significa, come sappiamo, che è strettamente legato ai bisogni evolutivi dell'individuo stesso), quindi può essere considerato, in qualche modo, un sistema estremamente personalizzato.
Questo significa che nel sistema immunitario possono essere presenti determinati elementi reattivi latenti che si possono innescare allorché vengono a subire l'influenza di particolari sollecitazioni (ad esempio dei fattori ambientali) verso le quali il sistema immunitario non è strutturato in maniera adeguata e, di conseguenza, risponde alle sollecitazioni in maniera caotica, finendo col provocare danni invece che espletare la sua azione protettiva.
Allo stato attuale della medicina non è stato ancora trovato un rimedio reale a tale stato di cose, anche perché influire su un settore del sistema immunitario può provocare scompensi in altre sue porzioni, provocando reazioni a catena che, alla fine, possono risultare estremamente dannose.

D - Rileggendo mi sono soffermata su questa frase "le capacità autocurative del corpo, specialmente allorché entra in gioco la forza del corpo mentale, possono essere molto efficaci." La forza del corpo mentale a cui allude Francesco è qualcosa che l'individuo può attivare consapevolmente, e se sì come?

Sappiamo che il cervello, il principale organo collegato alle funzioni del corpo mentale, gestisce, attiva o inibisce le varie funzioni che contribuiscono alla crescita, allo sviluppo e all'equilibrio del corpo fisico dell'individuo, delle sue varie componenti e dei molteplici processi che lo attraversano.
Questo avviene nella quasi totale assenza di consapevolezza da parte dell'individuo stesso, trattandosi di processi in gran parte “automatici” che si innescano in risposta alle condizioni che il corpo fisico si trova a dover affrontare.
In questa situazione vi sono le risposte, ad esempio, del sistema immunitario che contribuisce alla salute e all'equilibrio interno del corpo fisico, risultando spesso essenziale nel suo affrontare buona parte delle malattie che potrebbero nuocere al suo stato di salute.
E' possibile, mi chiedi, attivare consapevolmente tali processi di “autoguarigione”?
Questi processi, in realtà, non abbisognano del placet da parte della consapevolezza dell'individuo per innescarsi, ma si attivano in maniera, come ho detto, pressoché automatica.
Quello che è possibile fare da parte dell'individuo per favorire l'autoguarigione è cercare di minimizzare con l'osservazione di se stessi e con il riequilibrio delle sue altre componenti (ad esempio l'emotività) l'influenza che su tale processo possono avere gli altri elementi in gioco nel complesso del rapporto fra i suoi vari corpi.
E' evidente, tanto per fare un esempio, che il riuscire a superare la propria frustrazione per essere impediti all'immobilità a seguito di una frattura a una gamba, induce a non sforzarsi a camminare sottoponendo l'arto a sforzi non necessari e ciò porta, indubbiamente, a una più facile e veloce saldatura del tessuto osseo danneggiato.

D - Interessante sarebbe per me capire come mai sia il mentale, il principale responsabile della guarigione e non - che so - l'astrale. Cioè quali proprietà di quel corpo in particolare lo rendono "protagonista" di questa reazione che poi, ovviamente, coinvolgerà tutti i corpi dell'individuo, non ultimo il corpo fisico che è il principale destinatario della reazione di guarigione.

Credo che la risposta a tale quesito sia implicito in quanto detto in precedenza: è il cervello che gestisce il complesso delle funzioni e dei processi fisiologici del corpo dell'individuo, ed essendo il cervello la centralina principale delle informazioni che provengono dal corpo mentale dell'individuo ciò fa sì che sia possibile individuare proprio tale corpo come il principale fattore che può facilitare la guarigione del corpo fisico attraverso la gestione dei suoi processi fisiologici.

D - Voglio dire, se il vaccino è un trattamento preventivo, che in diversi casi si rivela addirittura pericoloso e dannoso se effettuato con superficialità, senza controlli né esami su bambini che non hanno nemmeno sviluppato il loro sistema immunitario... a rigor di logica perché mai questo dovrebbe essere accettato e gli integratori no (che peraltro non hanno mai conseguenze gravi come i danni da vaccino)? Io ritengo che come principio sia la medesima cosa: in entrambi i casi inficiamo i meccanismi di autoguarigione del microcosmo-corpo e a volte lo debilitiamo anche!

Direi che i due casi son molto diversi: nel caso dei vaccini si tratta di tentativi di prevenzione mirata, mentre nel caso degli integratori ci si trova davanti al tentativo di modificare la situazione generale del corpo fisico.
Anche per quello che riguarda gli integratori ho il sospetto che non sia ben stato compreso (o forse mi sono espresso male io) il mio pensiero al riguardo.
Non affermo che gli integratori non possano essere utili: talvolta contribuire con un integratore alla mancanza all'interno del corpo fisico di alcune sostanze può sortire certamente ottimi effetti.
I miei dubbi sono principalmente rivolti all'uso sconsiderato degli integratori senza cercare di capire se sono veramente necessari e utili al sistema corporeo dell'individuo, anche perché vi sono sostanze che vengono eliminate velocemente dall'organismo ma ve ne sono anche altre che, invece, perdurano in esso molto più a lungo, scompensando, magari, il sistema immunitario o accentuandone, in alcune situazioni, le reazioni oltre alla normalità
Io credo che valga per gli integratori lo stesso discorso fatto per le medicine: devono essere usati solo se necessari e non, come sembra accadere oggi, in forma massiccia e continuativa e un po' a casaccio, e, comunque, non andrebbero adoperati in maniera prolungata per impedire che possano provocare reazioni non desiderate da parte del sistema immunitario.

D - In questi ultimi anni le patologie del sistema immunitario sono notevolmente aumentate , le cause principali sono senza dubbio dovute all'inquinamento e all'abuso di antibiotici, come è stato menzionato da Francesco . Magari sto dicendo una cavolata , ma chiedo a Francesco se è possibile che con la scomparsa di molte malattie, il sistema immunitario meno sottoposto agli stimoli da parte dei germi patogeni e virus potrebbe avere una reazione abnorme producendo anticorpi contro sostanze che si trovano in natura e che in teoria non dovrebbero essere pericolose?

Io credo che la produzione di anticorpi abnormi non sia tanto conseguenza della scomparsa di certe malattie, (fattori che, tuttalpiù, renderebbero inutile la produzione di certi anticorpi) quanto all'influsso di condizioni esterne quali l'inquinamento che il sistema immunitario non è preparato ad affrontare con sicurezza e, di conseguenza, finisce col procedere per tentativi che, talvolta, possono risultare dannosi per l'equilibrio interno del sistema immunitario stesso.

D - Conosco poco di cosa sono i crispr car9 ed i suoi connessi, è un argomento complicato ma assistendo ad un convegno sono abbastanza spaventato, qualcuno dice che si stia davvero rischiando giocando a fare Dio nel voler modificare il Dna, e se non sono già stati fatti si andranno a creare grandi casini.

Quello cui fai riferimento è, in parole povere, l'idea di poter modificare il Dna dell'individuo, specialmente cercando di indurre nell'ovulo fecondato particolari modifiche al fine di ottenere delle qualità desiderate.
Ovviamente in teoria è possibile che possa essere fatto, tuttavia certamente le conoscenze mediche in tale senso sono ancora molto aleatorie, anche perché i meccanismi del Dna e dei rapporti tra i suoi vari segmenti sono ancora poco conosciuti e non è ancora possibile prevedere quali potrebbero essere le conseguenze derivanti dalle modifiche apportate a una porzione anche minima della sequenza genetica.
In fondo, la discussione e le perplessità che scaturiscono da questa possibile tecnica sono le stesse che accompagnano la creazione degli Ogm, cioè degli organismi modificati geneticamente, e sono in gran parte conseguenza di considerazioni etico/morali e, anche, religiose.
Il punto base è: è giusto che l'uomo interferisca in maniera così massiccia con il normale procedere dei processi naturali diventando, in qualche maniera, un alter ego di Dio?
Io ritengo che sia giusto esplorare le strade nuove che si aprono con la ricerca degli scienziati, anche se le cose andrebbero fatte con cautela e con la maggior oculatezza possibile e non accelerate sotto la spinta di interessi strettamente economici che, inevitabilmente, poca attenzione pongono alle possibili conseguenze per la vita dell'umanità.
Qualsiasi nuova scoperta ha i suoi pro e i suoi contro (pensiamo alla bomba atomica o anche, più semplicemente, all'uso degli antibiotici) e dovrebbero essere proprio questi fattori a determinare o meno l'impiego di nuove tecniche, con una maggior lungimiranza di quella che viene solitamente adottata.

D - Vorrei cortesemente chiedere a Francesco, se un individuo che ha subito una cardiopatia, quale nel mio caso un attacco di angina, deve necessariamente,( anche in caso di non ricadute verificatesi negli anni successivi all'attacco originale) continuare a prendere tutti i farmaci che a suo tempo sono stati prescritti dai cardiologi ospedalieri. E' possibile, mi sono chiesto, dopo anni di assunzione di questi farmaci, se sia possibile tentare una diminuzione ancorché graduale, per esempio nel mio caso, dei farmaci per il colesterolo, colesterolo che io non ho mai avuto in eccesso...

Quando si assumono medicine per lunghi periodi tale assunzione abitua i processi fisiologici del corpo del paziente a equilibrare le risposte interne del sistema immunitario che riadatta le sue reazioni all'influenza di tali sostanze.
E' quindi certamente da sconsigliare l'interruzione improvvisa dell'impiego di tali farmaci.
D'altra parte è anche vero che spesso l'uso massiccio di tali sostanze appesantisce alcune funzionalità, specialmente quella epatica, per cui sarebbe utile interrompere o, meglio ancora, ridurre l'impiego massiccio dei farmaci assunti con dei periodi di diminuzione della quantità assunta, in maniera tale da dare tempo alla funzionalità epatica di riposare dagli sforzi cui viene sottoposta.
Nel caso delle cardiopatie – considerato che i farmaci assunti entrano in circolo e vi restano attivi comunque per qualche tempo prima di diventare ininfluenti - il mio consiglio è quello di incominciare (specialmente nel periodo estivo) dimezzando le dosi per un certo periodo (diciamo un mese).
Naturalmente questo procedimento va fatto con una certa cautela, mantenendo controllati i parametri di riferimento (come l'andamento della pressione).
Questo dovrebbe bastare per dare un certo sollievo al fegato e agli altri processi interessati, prima di ritornare, comunque, alla dose normale entro, al massimo, alcuni mesi.
Oltre non posso andare, perché dovrei sconfinare del caso personale, cosa che le Guide mi hanno chiesto di non fare per non ledere lo svolgersi dei processi karmici individuali.

D - Nel caso delle vibrazioni simili si possono avere situazioni come quella descritta da Francesco, cioè vibrazioni supportate dal bisogno di dominare e di conseguenza ci sarà uno scontro. Ok e fino a qui ci sono. Quello che mi chiedo è: è inevitabile che vi sia questo scontro, oppure si possono adottare delle accortezze per far si che queste vibrazioni si "esprimano" senza uno scontro?

E' ovvio che lo scontro tra le vibrazioni che entrano in contatto tra atmosfere diverse non è inevitabile, ma dipende sempre e comunque dalle pulsioni interne degli individui in contatto (e. quindi, in ultima analisi, dalle loro condizioni evolutive) e dal grado di libertà di azione senza controllo che viene lasciata alle proprie reazioni, cioè a quanto predominio viene lasciato all'interfaccia con la realtà esterna, ovvero all'Io.
Le accortezze usabili, dunque, risalgono proprio alla capacità di gestire e mediare le reazioni del proprio Io.
Non dimentichiamo, comunque, che perché lo scontro degeneri è necessario che entrambe le persone entrino in conflitto e alimentino l'un l'altra l'intensità delle proprie reazioni e che allorché uno dei contendenti riesce a mediare le proprie reazioni senza dare appigli reattivi all'altro contendente lo scontro, un po' alla volta, perde di intensità e finisce con il quietarsi, anche se si deve tener conto che affinché lo scontro non si possa più verificare è necessario risolvere le incomprensioni che lo hanno generato.

D - Allora mi chiedo e chiedo a Francesco, è giusto considerare l'innamoramento solo il risultato di ormoni sessuali oppure entrano in gioco altri aspetti, quali la personalità, il carattere e non ultimo il karma? E questo ovviamente anche nel caso dell'omosessualità?

E' ovvio che l'innamoramento (di qualsiasi tipo esso sia, etero, omosessuale o anche, più semplicemente, l'innamoramento che esiste nel rapporto di amicizia) non è soltanto conseguenza dell'emissione e della ricezione delle vibrazioni portate dalle emissioni ormonali ma coinvolge il complesso dei corpi dell'individuo, ricordando che essi sono strutturati in una determinata maniera non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello emotivo e psichico per ottemperare ai bisogni evolutivi dell'individuo, cosicché,per fare un esempio, ogni individuo ha una sua particolare risposta alle vibrazioni dovute alla produzione ormonale per cui, magari, reagisce più facilmente a vibrazioni ormonali provenienti da persone del proprio stesso sesso invece che a quelle prodotte da persone di sesso diverso.
Questo fa sì che l'innamoramento e la componente sessuale che ad esso si accompagna dia vita a tipi di innamoramento anche molto diversi tra di loro.

D - L'innamoramento o comunque attrazione fisica e mentale tra due individui: anche questa è frutto dell'atmosfera vibratoria? Mi pare di aver capito di sì, però ovviamente potrei sbagliarmi

Riprendendo quanto ho appena detto sarebbe estremamente riduttivo far risalire qualsiasi forma di innamoramento soltanto alla risposta conseguente alle emissione vibratorie delle altre persone.
Senza dubbio quello è un fattore di predisposizione ma non è una certezza reattiva codificabile e generalizzabile.

D - Può essere che una persona, a causa di qualche problema psicologico (tipo la paura di un rapporto) blocchi la percezione di quegli ormoni sessuali che provocherebbero un’attrazione?

Sì, è possibile.
O meglio: la percezione si ha comunque ma viene attuato un forte controllo (dovuto a molteplici fattori, in special modo conseguenti agli Archetipi Transitori e alle norme sociali che vengono indicati come modelli di comportamento individuale “normale”) a livello sia emotivo che psichico inibendo le reazioni ritenute anomale.

D - Come mai a volte accade che l’individuo si accorga tardi della sua omosessualità, magari dopo essersi sposato ed aver procreato dei figli? Può essere soltanto perché prima non voleva ammetterlo nemmeno con se stesso o non voleva lo sapessero gli altri?

Questa domanda trova risposta immediata e logica in quanto ho appena detto nella risposta alla precedente domanda: il controllo messo in atto dall'Io dell'individuo cercando di mostrarsi aderente ai dettami “sociali” degli Archetipi Transitori spesso riesce a inibire la consapevolezza delle proprie tendenze sessuali non aderenti alla norma, ma esse possono venire alla luce successivamente non appena le norme sociali vengono superate o modificate o, comunque, quando esse sono necessarie all'individuo per acquisire quei nuovi elementi di esperienza che gli necessitano per ampliare le sfumature della propria comprensione.

Eccomi, così, arrivato alla fine del mio lavoro.
Spero di essere stato il più possibile chiaro ed esauriente, e di aver risposto a tutti i quesiti che vi eravate posti.
Purtroppo, come si suol, dire, “ogni lasciata è persa” e le altre domande che potrebbero sorgere nel leggere queste mie risposte non potranno ricevere una risposta da parte mia, dal momento che le Guide mi hanno comunicato che i miei interventi presso di voi si concludono con questo “tour de force”.
Sono felice di aver potuto essere accanto a voi e alle Guide in questi decenni e di aver potuto seguire i vostri percorsi provando gioia alla vostra gioia e dispiacere ai vostri dispiaceri, sperando di poter essere testimone del vostro graduale ampliamento di coscienza e sentendomi partecipe di ogni piccola o grande conquista che ognuno di voi, in questi lunghi anni, ha raggiunto.
Ma la realtà è fatta di cicli e il mio ciclo si conclude qui anche se, trattandosi di un ciclo, c'è la fondata speranza che in un futuro più o meno lontano nel tempo il ciclo possa ripresentarsi e con esso anche io abbia ancora la possibilità di collaborare ancora con tutti voi.
Vi abbraccio con grande affetto. (Francesco)

Edited by gianfrancos - 29/6/2017, 08:31
 
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