FRAMMENTI DI UN INSEGNAMENTO

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view post Posted on 10/1/2023, 15:51

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Il vero maestro insegna al discepolo affinchè questi metta in atto o elabori o crei su ciò che egli ha insegnato,qualche cosa di utile per poterla vivere attraverso all'esperienza quotidiana nel piano fisico.
Evitare assolutamente di accettare l'insegnamento ed applicarlo, senza minimamente porsi alcuna domanda.Si deve effettuare, continua la Guida, almeno un minimo di sforzo per capire cosa intende il maestro.
Una delle insidie dell'insegnamento è fermarsi soltanto davanti a ciò che vi fà piacere (es. desiderare poteri particolari, avere l'idea di guarire gli altri , ecc.) Cercare, insomma, di non evitare di proposito, ciò che vi costringe a pensare o ciò che vi porta di fronte alla sofferenza, al dolore, in una parola, al vostro egoismo.
Il lato migliore dell'insegnamento è quello che vi permette di essere messi di fronte a voi stessi.
Per seguire un insegnamento è necessaria una grande umiltà, altrimenti l'insegnamento stesso, è vissuto anche inconsciamente come volontà di potenza nei confronti degli altri

Un saluto a tutti
 
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view post Posted on 10/1/2023, 17:00
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Ciao Armando, ti ringrazio per il pezzo che hai postato, infatti è sempre bene ricordare che il vero scopo dell'insegnamento, è quello di conoscere se stessi, e non quello di spacciare presunti poteri che poi alla fine sono solo illusioni difficili da sradicare. Ciao a tutti.
Luciano
 
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view post Posted on 11/1/2023, 10:03

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Come ha ricordato Luciano, il vero scopo di un insegnamento spirituale è quello della conoscenza di se stessi.

Attenzione dice la Guida che l'insegnamento di un maestro, non finisca per diventare una elucubrazione mentale e basta. L'insegnamento portato da un maestro deve riuscire a dare il giusto equlibrio tra cuore e
mente e, naturalmente di cocienza, che è quella che tira i fili sia del cuore che della mente.
Prendere coscienza di se stessi è capire il proprio ruolo interiore e accettare la propria realtà (conosci te stesso)
IL vostro ruolo impone essere consapevoli del vostro comportamento, poichè dovete capire in quale modo dovete essere responsabili verso gli altri. Tutto quello che fate, lo dovete fare per il bene di tutte le persone che vi sono accanto.
Essere a conoscenza dell'insegnamento può aiutare nella sofferenza, ma fino ad un certo punto, poichè le cose che vengono dette, in reltà,sono soltanto un supporto mentale.Se ciò che viene detto voi non lo "sentite", non fa parte del vostro essere interiore, di fronte ad una situazione drammatica voi soffrirete quanto una persona che di insegnamento non sa nulla
.....

L'essere superficiale, è colui che osserva se stesso e la realtà che lo circonda, giudicandola o traendo conclusioni in base agli stimoli che questa realtà provoca in lui-
L'essere superficiale, è l'individuo che fa la stessa cosa di cui sopra, però criticando, osservando, analizzando i sentimenti e le emozioni che provocano in lui le situazioni in cui, egli stesso, è immerso nel piano fisico.
L'essere superficiale, è l'individuo che mette in atto connessioni logiche, ragionamenti, stimoli culturali, pensieri, deduzioni, sempre nell'osservare la realtà in cui egli stesso è inserito.
Diciamo, quindi, che l'essere superficiale è quell'individuo che per sua condizione interiore, osserva la propria realtà attraverso ai suoi corpi inferiori (fisico, astrale, mentale) i quali naturalmente non possono che dare una visione limitata e superficiale di quella che è la realtà.
Per quale motivo nessuno dei ricercatori è soddisfatto di cìò che ha trovato? Perchè, spesso, il ricercatore, parte nella sua ricerca con un senso di esaltazione, spinto dal proprio "IO" e convinto di trovare chissà quale grande meta,
Colui che cerca, allorchè riesce a trovare una briciola di verità, si rende consapevole di quanto sia semplice questa verità e che il solo potere che si può acquisire è quello che riguarda SE STESSI.


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view post Posted on 11/1/2023, 17:20

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Il libero arbitrio, dice la Guida, nella realtà, non si esercita all'esterno dell'individuo, ma lo si esercita solo all'interno dell'individuo stesso.
L'individuo esercita il libero arbitrio allorchè, interiormente, decide ciò che desidera fare, ciò che sceglie di fare, indipendentemente dal fatto che poi questo desiderio, questa scelta, si traduca in una realtà effettiva, in una azione effettiva, in una possibilità effettiva, sottoposta, pertanto, alle restrizioni, ai condizionamenti esterni o interni, dipendenti dal proprio karma.
Il libero arbitrio, quindi, si esercita ed esiste, essenzialmente per quello che riguarda la scelta interiore dell'individuo, quindi, non alla sua traduzione nel mondo fisico.
L'individuo compie le sue scelte interiormente, a volte accade che, come detto in precedenza, può metterle in atto a volte accade che non può metterle in atto.
Il fatto, però, di aver compiuto delle scelte interiormente, smuove qualche cosa al suo interno, gli chiarisce determinate situazioni. Se l'individuo riesce mettere in atto nel piano fisico ciò che egli aveva scelto, dalle REAZIONI della sua scelta, potrà comprendere quello che non aveva ancora compreso nella scelta stessa.

Se sono i risultati quelli che vi interessano, le vostre scelte, a questo punto, sarebbero già sbagliate; perchè voi fareste una scelta esclusivamente per avere dei risultati e non sono i risultati quelli che vi devono interessare, bensì l'onestà della vostra scelta.
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L'idea che facendo certe tecniche o frequentando un certo insegnamento vi farebbe evolvere, farebbe si, da questo punto di vista, da rendere nulla la potenzialità che eventualmente è presente nell'insegnamento.Quindi non si deve FARE per evolversi, bensì per comprendere.
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Solitamente la posizione di colui che si trova di fronte ad un maestro è quella dell'individuo che cerca di prendere dall'altro.Cosa giustissima, meglio prendere da colui che è o si ritiene migliore, piuttosto che prendere da chi è peggiore o si ritiene tale. E' comunque inutile sperare di poter evolvere, migliorare o/e comprendere, sorretti da una figura esterna. L'unica possibilità è quella di trovare, al proprio interno.il vero sè.
Tutto ciò che può fare una Guida è dare i mezzi per camminare, però senza dubbio, nessuno può camminare per voi.
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L'amore è una di quelle cose che non potranno mai essere provate scientificamente.

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Il potere sottile, si potrebbe definire il potere che una persona usa nei confronti degli altri, per far fare a questi altri, qualche cosa senza che loro se ne rendano conto.

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E' giusto proporre agli altri ciò in cui si crede, magari con lo spirito di chi rende partecipe gli altri, però se lo spirito è veramente quello giusto, allora non si rimarrà delusi o depressi o arrabbiati se, gli altri, non condividono quello che noi andiamo dicendo.

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view post Posted on 12/1/2023, 08:39

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Lo scienziato, arrocandosi dietro a certe convinzioni scientifiche, rischia spesso di perdere di senso della realtà.
Uno degli elementi essenziali per condurre una totale ricerca scientifica, che operi una sintesi tra le varie verità del mondo, è quella di non perdere di vista il fattore uomo. L'uomo, come tale, va considerato prima di tutto.

I motivi per i quali l'individuo, culturamente preparato, sente la necessità di usare un linguaggiio forbito, possono essere diversi da individuo a individuo, tuttavia ciò nasconde sempre un bisogno dell'IO.
Fare sfoggio di cultura, quasi sempre significa mettersi nella condizione di colui che sa, di colui che insegna o che può insegnare agli altri.
L'uso corretto della cultura è quello che si fa allorchè, ciò che si ha, viene posto al servizio degli altri e non viene usato contro gli altri.
Nell'ambito della cultura, non è il corpo mentale a comprendere.Il corpo mentale, semplicemente, fornisce elementi al corpo akasico (o della coscienza) elementi per compredere.
Il corpo della coscienza non comprende la nozione di cultura. Al corpo della coscienza non interessa se la frase è stata detta es. da Pascoli o da Dante, ma interessa comprendere ciò che dice quella frase, le emozioni, i desideri, i pensieri che ha suscitato al proprio interno, in modo modo tale da conoscere meglio, in conseguenza, se stesso..

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Non è possibile essere UMILI a meno che non si sia sinceri, in quanto si può essere umili soltanto quando si è coscienti della propria realtà e quindi si è sinceri con se stessi. Non è detto, tuttavia, che chi è sincero sia umile..

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La felicità, va analizzata in diversi modi:
-Il corpo fisico-esso è felice perchè è stato appagato con una sensazione;
-Il corpo astrale- può essere felice se si sente appagato in un desiderio;
-Il corpo mentale - può essere felice dall'esito di una sua elaborazione psichica o mentale esatta.
Questa è felicità provata dall'IO nel momento in cui si sente gratificato.
Riferito al corpo akasico (o della coscienza) esso è felice nel momento in cui il suo "sentire" fluisce fino alla coscienza-ultima-dell'individuio, che è quella sul piano fisico.

Inevitabilmente, la felicità dell'IO, è una felicità che porta l'individuo incontro alla sofferenza poichè si scontra con la felicità maggiore che vorrebbe raggiungere, mentre la felicità "interiore" è qualche cosa di stabile che, una volta raggiunta, il corpo akasico non la perderà più.

Il ,massimo insegnamento, quindi, non può che essere, come è sempre stato detto, il "conosci te stesso", poichè esso dà la comprensione e la comprensione porta alla felicità.

Facile sarebbe dire che, per essere felici, basta essere contenti di ciò che si ha, ma non può essere così, non può essere così semplice la risposta, in quanto, fa proprio parte della necessità evolutiva dell'individuo il non essere mai contento di ciò che possiede.

La felicità, non stà nel possedere ricchezze, non stà nell'avere un bel corpo fisico, non stà nell'avere tanti amori, non stà nell'avere tanti tesori, ma sta in nulla di ciò che osservate intorno a voi.

.....
Voi continuate a giudicare gli altri in base al loro comportamento e ciò non potete farlo, mettetevelo in testa.
Così come non potrete assolutamente riuscire convincere gli altri di quello che volete voi, non potete se gli altri non vogliono.
Non potete aiutare gli altri, se gli altri non vogliono essere aiutati. Non ci riuscirete mai.
Se si vuole aiutare gli altri, bisogna essere attenti e sensibili a quello che, gli altri, possono recepire. Altrimenti, se si vuole soltanto convivere con gli altri, la cosa migliore da fare, è fare ciò che si "sente" di fare(non ciò che si pensa). La reazione dell'altro riguarda lui, non riguarda più voi. L'importante è che voi abbiate fatto ciò che "sentivate" di fare (non ciò che pensavate)


Per essere felici è necessario vivere nel presente. Ciò che deve vivere nel presente è la vostra coscienza, la vostra consapevolezza e quindi la comprensione che vi è all'interno del corpo akasico (coscienza), poichè è solo la coscienza che può vivere nel presente per sua stessa natura.
Importante è quello di essere consapevoli che, ciò che accade intorno a voi, non accade per chissà quale ironia del destino, ma tutto accade con una finalità che tiene presente le vostre necessità evolutive.

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view post Posted on 12/1/2023, 15:09

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Chi si avvicina a noi spinto dalla sola curiosità, resterà deluso; chi farà quale panacea universale ai suoi problemi, cercherà altre strade, magari anche deridendo o gettando discredito su questi incontri. Noi vi esortiamo a non diventare diffensori, a tutti i costi, di una verità, verità che non abbisogna di essere difesa, bensì compresa.
Imparare a vivere significa abbracciare tutto l'insieme delle pulsioni che ha l'individuo, esaminare tutte le sue molteplici facce di fronte alla realtà fisica che si trova a dover sperimentare, le quali, sono poste per aiutare a comprendere, non tanto gli altri, quanto se stessi, poichè la comprensione di se stessi è la sola che può dare la chiave per poter, in seguito, comprendere gli altri.
Se vi mettete nella posizione di critico o del giudice verso gli altri, difficilmente riuscirete a non scorgere solo quello che appare negativo ai vostri occhi finendo con il trovare verso gli altri, solo motivi di contrasto e di lotta.
Ogniuno doi voi è portato a proiettare, sui comportamenti degli altri, i suoi problemi e come sempre accade, quando di proietta sugli altri, le cose proiettate sono una evidente fotografia di quelli che sono i propri problemi.
Importante, dunque, rendersi conto che, l'immagine che voi avete degli altri, può aiutare a compredere la vostra interiorità e quindi gli altri sono indispensabili per la vostra crescita.
Il non criticare e il non giudicare non significa coprirsi la mente con un velo di ottimismo, bensì essere obiettivi nell'osservare gli altri .
L'errore, nel giudizio o nella critica, non sta tanto nel rilevare l'errore o gli sbagli altrui, quanto nella maniera in cui ciò viene fatto e nell'intenzione -presente-in colui che giudica.
 
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view post Posted on 12/1/2023, 16:40

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Comprendere i concetti dell'insegnamento a livello mentale non basta, perchè se ciò bastasse, alcuni di voi, sarebbero diventati piccoli dei.
La comprensione vera può avvenire, per piccoli gradi, nel vostro corpo akasico. Tuttavia ciò, non significa che non dovrete faticare per mettervi nella condizione giusta al fine di fornire, al corpo akasico, la possibilità di comprendere. Non vi si chiede di imparare a memoria delle frasi fatte e di diventare dei fanatici che per ogni problema, hanno un versetto da ripetere, ma vi si chiede di rapportarvi agli altri in maniera aperta e tale da far fruttare gli stimoli che vi si presentano, di volta in volta, al vostro interno.

La verità, quando si raggiunge, spesso fa soffrire, perchè riconoscere una verità significa abbandonare il proprio vecchio IO.
Molte volte, il vostro concetto di comunicazione con gli altri, si limita semplicemente a parlare.
La comunicazione è fatta di suoni, di gestualità, è fatta di tatto, è fatta di un abbraccio, è fatta di un sorriso, è fatta di una reazione, è fatta dell'intero modo di essere dell'individuo.
Ricordate che l'individuo nota nell'altro quello che lo accumuna a se stesso e il fatto di notare qualche cosa nell'altro, è come notare qualche cosa in se stessi.

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Il conosci te stesso, l'osservare se stessi, non è riferito alla vostra mente, al vostro cervello, al vostro pensiero di individui incarnati, ma è riferito a qualche cosa che è collegato direttamente al vostro corpo akasico o della coscienza.
Non è che dobbiate comprendere con la vostra mente e dire sono così, così e così in una parola psicanalizzarvi e passare tutta la vostra vita a cercare ogni vostro perchè, ogni vostro movente, altrimenti sareste proiettati solo verso voi stessi, perdendo il giusto equlibrio tra interno ed esterno,, che soltanto LUI può far scaturire la vera conoscenza di se stessi.
 
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view post Posted on 13/1/2023, 10:20

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Se attraverso l'altro percepite dolcezza, non ha importanza se l'altro è dolce o amaro,ma è sintomatico che voi percepite questa dolcezza; questa è la vostra VERITA' soggettiva ed è su questa che dovete lavorare per conoscere voi stessi.

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La società cambia allorchè ciascuno di voi cambia interiormente. Questo perchè, se ogniuno di voi diventa responsabile per se stesso, senza osservare quelle che sono le altrui responsabilità, cercando in primo luogo di adempiere alle proprie responsabilità, ovvero nell'essere fedele, amoroso, costante, paziente e perseverante, soltanto allora, in quel momento, anche la società potrà cambiare.
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Tutto quello che l'individuio ha intorno a sè, comporta delle responsabilità, sia l'amore che il dolore, sia la sofferenza che la gioia. In realtà le responsabilità si hanno principalmente verso se stessi; le responsabilità verso gli altri vengono poi quale conseguenza.
Se l'individuo è responsabile di se stesso, responsabile di seguire il proprio "sentire", responsabile di essere equilibrato, di essere disponibile nel limite delle sue possibilità, questa persona è -responsabile- e il suo porsi di fronte agli altri, non può che essere un adeguamento alla propria responsabilità.

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Imparare a vivere significa non fermarsi ad additare gli altrui errori, ma osservare gli altrui errori per far si di trovare il modo che, questi errori, non vengano più commessi, ma non che non vengano commessi perche queste persone vengono costrette a non commetterli, bensì per aiutarli a comprendere "IL PERCHE'" non andavano commessi.
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La strada migliore da seguire, allorchè si cerca di imparare a vivere la -religiosità- è quella di ricercare dentro se stessi, la spinta della propria coscienza e di fare, di questa, la mediatrice di ciò che proviene dall'esterno: Lasciare che sia essa coscienza ad intuire e sentire quello che è giusto..

L'individui dopo la morte - trae le fila -di quello che ha compreso, è quindi soltanto nel dopo norte che veramente l'individuo riesce a concepire quello che veramente ha imparato, però è una condizione che va messa alla prova.
Quindi morire, serve per tirare le fila di quello che uno ha compreso nel corso della vita e che dovrà , poi, verificare nel corso di una vita successiva.

"Conoscere se stessi" significa essere consapevoli che il dolore e la gioia sono la causa o l'effetto di una azione esterna (quella degli altri), ma sono reazioni che ha l'IO a questa causa esterna.L'IO come più volte detto, è il risultato dello scontro tra la realtà esterna e l'esperienza attraverso ai corpi che costituiscono l'individuo.
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Il fare piccole violenze al "sentire" è una frase che può essere male interpretata.Diciamo che sarebbe necessario andare un attimo più in là di cio che è il proprio "sentire", poichè in realtà,il vostro sentire è quello che è. Voi potete comportarvi secondo quello che voi razionalmente pensate debba essere il comportamento giusto che dovete avere, ed esaminare dopo, secondo il vostro sentire, se questo comportamento è stato giusto o non è stato giusto (sfumature di sentire).
E' da ricordare che, poichè tutto ciò che il vostro sentire può indurvi a compiere, lo compireste comunque spontaneamente; invece è ciò che vi costerà fatica, dolore, sofferenza che in seguito vi segnalerà qjuello che il vostro sentire non aveva ancora compreso e quindi vi darà la direzione e l'intensità di ciò che dovrete cambiare.

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view post Posted on 14/1/2023, 09:22

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L'insegnamento senza dubbio è importante, ma può solo aiutarvi a condurre la vostra vita, limitando magari la sofferenza, ma non deve sostituirsi alla vita stessa. Non deve assolutamemte diventare la ragione della vostra vita ..
La ragiome della vostra vita è essenzialmente vivere "consapevolmente" e ciò significa affrontare le esperienze di tutti i giorni, significa affrontare le altre persone ( non solo quelle che vi aggradano), significa stare male, gioire, essere contenti, soffrire ecc.
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Certamente non potrete di punto in bianco dire "io adesso risolvo il miio problema" poichè se non avrete "compreso" tutte le meccaniche che riguardano il vostro problema, il problema stesso non è risolvibile in quel momento (tanto meno mentalmente).
Quello che dovete fare è mettervi nella condizione "interiore" per poterlo risolvere quando verrà il momento ( predisporsi interiormente per poterlo fare).

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Attenzione che l'amore che a volte professate per noi Guide non venga a cadere in una sorta di abitudine nei confronti dell'insegnamento. Qualsiasi cosa sottopposta al vaglio di un IO non compreso, se non osservata può alla fine portare all'abitudine con conseguente insoddisfazione..
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La comprensione non è una cosa che passa attraverso il vostro cervello, al vostro corpo mentale:Può avvenire che voi comprendiate e non ve ne rendiate conto. Non soltanto, quando vi si riprensenterà l'esperienza e voi non commetterete più gli stessi errori, non ve ne renderete neppure conto.
Voi a livello quotidiano potete solo lavorare sulla consapevolezza. Dovete essere consapevoli di quelle che sono le vostre verità, conoscere le verità che riguardano la realtà,l'evoluzione.
L'insegnamento può aiutare a dare degli stimoli, però non è strettamente indispensabile per acquisire -compresione- ; invece è indispensabile acquisire consapevolezza di voi stessi, di quali sono i vostri limiti, di quali sono i vostri problemi, di quali sono le vostre aspettative nei confronti della realtà e degli altri.
Essere consapevoli implica diversi fattori:- la buona volontà per esserlo, l'attenzione per ciò che vi circonda
-osservare le vostre esperienze da tutti i punti di vista, essere aperti alle esperienze e responsabili.
La consapevolezza offre la possibilità di capire in quale modo -modulare- i propri bisogni rispetto ai bisogni di chi vi stà attorno: Quest'ultima è la cosa più difficile, perchè è quella che pone il limite tra ciò che vi è lecito e ciò che non vi è lecito fare. tra ciò che vi farà soffrire e ciò che invece vi darà gioia.

....

E' necessario fare l'analisi di una persona per cercare di rendervi conto di come è, ma non con l'intenzione di comprendere l'altra persona, bensì per cercare di capire voi stessi attraverso alla vostra -reazione-.
L'altro, è lì per aiutarvi a comprendere qualche cosa di voi stessi (così voi per l'altro).
Gli altri vi fanno da specchio.

Ricordate sempre che, tutto quanto accade, accade per il vostro bene.
Cercate, pertanto, di trovare il giusto equilibrio tra razionalità e irrazionalità, poichè sarà proprio questo equilibrio che vi renderà consapevoli che tutto, da un momento all'altro, può essere messo in discussione.

.....

E' importante riuscire a guardare intorno a sè, non lasciarsi opprimere da ciò che accade e redersi conto che, accanto a tanta sofferenza, colui che vuole, può trovare motivi di speranza e di fiducia..
Certamente è possibile comprendere anche attraverso alla gioia, ma non è facile come attraverso alla sofferenza.

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Edited by armando001 - 14/1/2023, 09:40
 
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view post Posted on 15/1/2023, 10:38

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Voi sbagliate quando, senza chiarire voi atessi, attribuite le vostre motivazioni agli altri.attribuire un qualche tipo di intenzione all'altro è una cosa priva di senso , in quanto voi non potrete mai sapere qual'è l'interiorità dell'altro. Potete solo immaginarla, ma ciò è, il più delle volte, per non dire sempre, una vostra proiezione di ciò che voi pensate dell'altro.
..............

La ricerca della libertà non può essere legata ai bisogni dell'IO,perchè i bisogni dell'io sono dei condizionamenti. Sono dei condizionamenti che vengono posti dall'esterno, ma più che altro sono condizionamenti che vi ponete voi stessi, in quanto legati a cose che non avete compreso.
Ecco perchè influenzano il vostro modo di comportarvi, fornendo un aspetto al vostro IO e alle sue reazioni; fanno sì da indirizzarvi verso le esperienze le quali se osservate, vi mostreranno poi dove e perchè sono sbagliate.
Per essere liberi, quindi, è necessario prima di tutto essere liberi da se stessi; è necessario che l'individuo riesca a scoprire la propria verità, meglio, a conoscere se stesso, vedere se stesso come agisce, come reagisce per comprendere i propri errori e fare in modo di non commetterli mai più, altrimenti tutto quello che non è stato scoperto, verrà portato con sè in qualunque posto egli vada.
La libertà non può essere altro che una condizione interiore, non può mai essere cercata all'esterno e, sarà tale, nel momento in cui l'individuo riuscirà a mettere da parte le barriere che frappone fra i propri desideri e la propria condizione interiore.
Nel momento in cui l'individuo sarà riuscito a porre attenzione a ciò che dice, a ciò che pensa, a ciò che fa, nel momento stesso i n cui egli sarà riuscito a raggiungere i "perchè" che motivano le sue azioni, i suoi pensieri, le sue parole, in quel momento l'individuo si sentirà libero.

..................


Nel rapporto di coppia, l'amore, ben difficilmente si esprime nell'anteporre al proprio bisogno ed alla propria felicità, il bisogno e la felicità dell'altro.
Anche nei rapporti più riusciti, questo non avviene con spontaneità, ma avviene con sforzo, con meditazione e quindi con fatica.
Questo significa che la capacità di amare è ancora dominata da un aspetto profondamente egoistico.
Se analizzate il rapporto genitori-figli vi renderete conto di quante tracce di egoismo possono esservi.
Così potrete trovare egoismo fra gli amici e nel rapporto con le persone con le quali si pensa di poter condividere una parte di se stessi e, per le quali, si prova un sentimento, che se non è proprio amore è certamente affine all'amore.
Quanti rapporti di amicizia si sgretolano al primo momento di scontro quando l'amico o presunto tale , non corrisponde alle proprie aspettative.
L'amore non è qualche cosa che si aggancia con l'esterno, ma è qualche cosa che esiste solo -interiormente-.
Non ha alcun senso che esso sia diretto ad una persona invece che ad un'altra.
 
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view post Posted on 15/1/2023, 17:20

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Per scoprire la realtà bisogna avere interiormente il desiderio di conoscerla.
Badate bene, non il desiderio di conoscere quella che voi immaginate o reputate sia la realtà, ma il desiderio di conoscere la realtà qualunque essa sia, anche se essa, come è probabile, non rienterà nelle vostre aspettative e nella vostra logica di pensiero.
Quante volte, allorchè l'individuo si trova di fronte ad un aspetto della realtà, chiude gli occhi per non vederla, perchè essa contrasta con ciò che lui tornava comodo credere fosse la realtà stessa.

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E' evidente che, non soltanto il desiderio, ma anche l'insoddisfazione nata dal desiderio inappagato, sono gli elementi importanti che vi condurranno a non desiderare più nulla e a rendervi conto che gioia e dolore sono tale perchè costituiscono il modo migliore per evolvere..

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Certo anche le parole hanno il loro grande significato per poter ampliare la vostra conoscenza, ma se non accompagnate, dall'affetto, dalla parte emotiva, cari miei, vi assicuro che resterebbero una cosa sterile ed inutile.
Caro amico, se ti rendessi conto che i tuoi desideri, per quanto giusti, per quanto giusti nella loro essenza, nascono dai tuoi errori interiori.
Come potrai sapere quando è giusto che accada ciò che tu vorresti non accadesse più ?.
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Con il termine "esoterista" si intende quella persona che è a conoscenza di una verità ritemuta segreta.
Il fatto è che la verità, invece, non è mai esoterica, tuttalpiù si ferma soltanto presso chi è in grado di accettarla e di comprenderla.
Questo, però, non accade per una scelta personale, accade per un fattore naturale tipico dell'evoluzione individuale. L'individuo che non ha la comprensione giusta per fare sue certe verità, nel momento in cui se le ritrova davanti le ignora, le deride o le evita.
La verità più esoterica che si sia mai avuta è il "conosci te stesso" così esoterica che era scritta sulle mura di un frequentatissimo tempio dell'antichità.
Perchè esoterica? Perchè non è attuabile e comprensibile a tutti, ma solo a quelli che sentono di poterla mettere in atto.
Il vero occultista è la persona che riesce a scorgere la coesistenza e interdipendenza fra i fenomeni di natura psichica e spirituale.
Il vero occutista è colui che attraversa il giardino degli incanti, ma sa quali sono i richiami giusti e quelli illusori.

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La maggior parte di tutte le malattie che avete nel corso delle vostre vite è di origine psicosomatica, in altre parole,sono create dalle vostre tensioni, dai vostri desideri frustrati, dai bisogni del vostro IO , insomma da tutte le vostre incomprensioni..
Le incomprensioni, viste sotto il punto di vista della materia, possono essere tradotte come vibrazioni contrastanti tra di loro, le quali non riescono a mantenere un equlibrio soddisfaciente all'interno della persona.
Nessun guaritore può guarire qualcuno che, per esperienza, deve vivere quel tipo di malattia.
Sappiate che la quasi totalità delle malattie che ogniuno di voi attraversa, le attraversa per motivi karmaci, ovvero per una esigenza di comprensione..

Colui che davvero sà, non pensa di avere una missione per salvare l'umanità, perchè non esistono missioni per salvare l'umanità, tuttalpiù esistono piccole missioni per salvare se stessi.
Al limite si può cercare di salvare gli altri grazie al proprio esempio e/o comportamento, dando mostra cioè di quello che ciascuno pensa sia giusto per l'altro. Gli altri possono se vogliono, accettare, condividere o rifiutare.
Ricodate che a volte l'IO è gratificato nell'aiutare gli altri; se vi osservate scoprirete sicuramente di aver aiutato anche voi l'altra persona per il solo fatto che la cosa vi gratificava.
 
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view post Posted on 16/1/2023, 10:20

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La sorgente del desiderio, e qua stà la vera ambivalenza del desiderio,non è nel piano astrale, bensì nel corpo akasico dell'individuo e in parte nell'IO. Ovvero è il riflesso delle comprensioni e non comprensioni che esistono nel vostro corpo della coscienza e di ciò che, queste comprensioni o non comprensioni, fanno nascere all'interno dell'individuo attraverso l'incontro-scontro con la realtà ( è il reagire dell'IO all'interno del piano fisico)
La sorgente delle emozioni invece, non è altro che il desiderio. Le emozioni sono una diretta conseguenza del desiderio e sono supportate dal fatto che, questo desiderio, rimanga o meno appagato ai vari tentativi che l'individuo compie per cercare di acquisire comprensioni, all'interno del corpo della coscienza.
Come conseguenza di quanto precede,si può dedurre che le emozioni non possono esistere là dove non c'è desiderio.
Inoltre, poichè il desiderio nasce dalle comprensioni e non comprensioni del corpo akasico, si può dedurre che il desiderio
esista sempre e comunque allorchè l'individuo ha ancora qualche cosa da comprendere.

Ancora:-nessun individuo incarnato, per quanto evoluto possa essere, non potrà mai essere privo di desideri ed emozioni.
Non è possibile l'abbandono del desiderio fintantochè l'individuo non ha compreso tutto ciò che egli poteva comprendere, senza lasciare nulla indietro.
Quindi non è possibile, con la forza di volontà, non desiderare; il fatto di non desiderare, in realtà, è già un desiderio.

All'IO interessa principalmente dimostrare a se stesso ad agli altri, che è lui l'unica cosa importante che esiste al mondo. In questa concezione della realtà non vi può essere spazio per un "amore illusorio" simile a quello che voi cercate nei vostri simili.
......................

Inginocchiarsi e chiudere gli occhi sono due elementi molto importanti per l'individuo che va alla ricerca della verità, poichè sono l'analogo del "sia fatta la tua volontà e non la mia".


......................


Il desiderio ed i bisogni dell'akasico non sono altro che la trasformazione l'uno dell'altro, allorchè arrivano all'interno dei piani inferiori.
Quindi diciamo che, il bisogno di comprensione dell'akasico, si trasforma in desiderio razionale all'interno del piano mentale.Desiderio di che cosa? Solo di comprendere e di togliersi quell'incertezza che lo accompagna, la quale si potrebbe sintetizzare:
-è possibile che questo stato di incertezza sia dovuto a tal fattore?
Questo pensiero desiderio arriva al corpo mentale dell'individuo sotto forma di emozione e alle manifestazioni poi in -azioni- comportamentali sul piano fisico e successivo movimento vibrazionale opposto per ritornare all'akasico.
Fino ad un certo punto dell'evoluzione, nel manifestarsi di questo meccanismo manca, all'interno dell'individuo, la capacità di osservare spassionatamente se stesso (conosci te stesso); all'insieme dei corpi dell'individuo non resta altro, quindi, di procedere per tentativi, fintantochè non sarà possibile mettere un tassello all'interno della coscienza (nulla comunque va perduto).
Vi soffermate, molte volte, di più su ciò che segue il desiderio (ovvero le emozioni) e all'azione conseguente che compite sotto la spinta del desiderio stesso.
Dovete partire da un gradino un po' più interiore ossia dall'esame dei vostri desideri. Ecco così, dall'esame di ciò che desiderate, di quanto lo desiderate, del perchè lo desiderate e se davvero lo desiderate,potreste capire, di voi, tutte quelle cose che, se osservate sotto la spinta delle emozioni, non riuscireste a comprendere proprio perchè troppo bombardati nelle azioni fisiche stesse.
Sono veramente evoluto se desidero soltanto il bene degli altri?.
Anche chi ha questi pensieri riguardo ai suoi desideri non può trovare automaticamente in sè la certezza che i suoi desideri siano veramente altruistici,
Spesso chi manifesta tali desideri nei confronti degli altri, alla fin fine, si rivela mostrare se stesso con atteggiamenti che non riflettono il suo sentire.
Il modo migliore per dare agli altri, continua sempre e comunque a passare all'interno di se stessi e dal "conosci te stesso", poichè il mondo non potrà mai mutare se l'individuo interiormente non sarà mutato, Allora false risulteranno comunque le vostre manifestazioni di altruismo, se, quanto precede, non lo avrete compreso e se non lo metterete in atto.

Edited by armando001 - 16/1/2023, 10:43
 
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view post Posted on 16/1/2023, 16:15

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La nascita del desiderio, come già detto,è una sorta di effetto che si propaga come vibrazione dal corpo akasico di ciascuno di voi, portando l'individuo alla manifestazione di un comportamento all'interno del piano fisico.
La sensazione di mancanza di dati da parte del corpo akasico, si tramuta, all'interno dei vostri corpi inferiori, in movimento dell'IO, in desiderio dell'IO.
Ciò comporta di dover affrontare, per ciascuno di voi, le esperienze che necessariamente dovranno essere vissute attraverso il filtro dei bisogni del vostro corpo akasico
Se voi interpretaste esattamente subito questi bisogni, nulla vi farebbe soffrire, ma poichè il vostro desiderio è in lotta con la realtà esterna ( l'IO percepisce la realtà a voi esterna come qualche cosa da dominare e che vorrebbe assecondare tutto ciò che egli percepisce come suo desiderio), ecco che nasce in voi, ogni giorno, la sofferenza..

Guardando, invece, dalla parte della realtà con la "R" maiuscola, l'esistenza ha preparato per voi, tutto ciò che vi può servire per farvi arrivare a comprendere e quindi alleviare il disagio del vostro corpo akasico.
Ben poche cose di ciò che voi potete desiderare,diverrano realtà.
Esse dirverranno realtà allorchè i vostri desideri, non saranno più portati a sopraffare gli altri, ad ottenere prestigio a mostrarvi meglio degli altri, ad essere qualche cosa di più di ciò che gli altri sono, ma quando, invece, il desiderio diventi voglia di tendere la mano agli altri, voglia di sciugare una lacrima, voglia di sorridere per rendere meno triste il volto di chi stà piangendo.
Vi è quindi, anche nel desiderio che si manifesta all'interno del piano fisico quella duplice faccia da -Giano Bifronte- che lo rende ambivalente.

Il vostro compito è proprio quello di osservare i vostri desideri e far si che non siano loro a governare voi, ma voi ad indirizzare voi stessi nell'agire quotidiano.
.............

Voi dovete cercare di mettere in pratica quelle piccole cose che riguardano l'insegnamento -etico morale- e che le Guide da più tempo vanno dicendo, perchè l'insegnamento filosofico può certo essere utile, però per la vostra interiorità, sono meglio gli incontri-scontri a livello morale.
In realtà, entrambi, hanno importanza soltanto nel momento in cui si riflettono sulla vostra vita.

.........................

Quando voi avete un problema o un desiderio,tendete quasi sempre, a darne una soluzione o supposta tale.Se voi ci pensate un attimo scoprirete che in realtà, non è la vera soluzione al vostro problema, ma una soluzione che rispecchia ciò che voi avevate in mente dovesse essere la "soluzione" secondo il desiderio del vostro IO.
Ecco perchè il desiderio dell'IO rispecchia sempre una visione parziale, relativa e soggettiva della realtà e, quando il vostro IO desidera qualche cosa, non è che lo desideri per un miglioramento generale dell'interiorità dell'individuo , ma desidera qualche cosa di particolare e quindi di limitato
Molte volte, anche seguire gli insegnamenti spirituali può rivelarsi pericoloso, soprattutto quando questi insegnamenti cadono nelle mani di un IO particolarmente furbo.
....................

Basta osservare i vostri giornali e le vostre trasmissioni televisive per capire come la sofferenza possa diventare uno strumento sociale per manipolare le altre persone e indurle a fare o dare.
Questo è un IO che non combatte più che tanto contro il dolore interiore che prova in certe situazioni, ma vuole mostrare questo dolore all'esterno per far sì che gli altri, si sentano commossi..
Questo è il suo vero scopo., fare qualche cosa che lo accresca, che gli possa permettere di avere un potere di qualche tipo sugli altri.
Con questo non si vuole affermare che quando ogniuno di voi soffre, la sofferenza che prova non sia reale. La sofferenza è una emozione ed un desiderio che, come ogni cosa che capita all'uomo, ha la sua radice all'interno della sua coscienza.
Quindi la sofferenza ed il dolore, alla fin fine diventa sempre un mezzo per arrivare alla comprensione.
.................

L'IO si ribella in continuazione e si prepara alla lotta nel momento in cui avverte una minaccia, di qualsiasi genere, al suo possedere.
Si riconduce quindi, sempre all'IO, sia la sofferenza che nasce dalla minaccia, sia il prepararsi alla lotta.
Per necessità di comprensione, il vostro corpo akasico invia lo stimolo ai piani inferiori per porvi in quella situazione, pronti allo scontro,
Successivamente, lo stimolo di ritorno all'akasico, ha fatto sì da indurre quest'ultimo a modificare le sue spinte; quindi non ha più bisogno di questo tipo di atteggiamento, ma di tempo per sistemare nel giusto modo la nuova conoscenza di cui è entrato in possesso.
Il lavoro dell'akasico finisce lì e poichè l'IO dell'individuo è costituito dall'interazione degli altri tre corpi inferiori, ecco che sul piano fisico un episodio non finisce lì, perchè mentre l'akasico è pago di ciò che ha sperimentato, per il fisico, l'atrale e il mentale (IO) le conseguenze dell'episodio continuano ad avere degli strascichi importanti. ( stizza, rancore, ecc)

Da non dimenticare che la sofferenza è solo un'illusione ed in quanto tale appartiene soltanto all'IO.

Edited by armando001 - 16/1/2023, 16:38
 
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view post Posted on 17/1/2023, 10:07

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La possessività, indica anche quel comportamento pressochè statico di colui che non vuole condividere con gli altri ciò che ha e vive nel timore che, qualcosa o qualcuno, possa rovignarglielo o portaglielo via.
Ciò dovrebbe portare l'individuo stesso a vivere una sorta di contemplazione del suo bene e di goderne senza passare, in acun modo, all'azione.
Non è così, perchè l'IO ha bisogno di gratificazione che gli perviene dagli altri ed inoltre l'akasico non saprebbe cosa farne, per sue necessità evolutive, della gratificazione fine a se stessa.
Quante volte capita che gli individui soffrano soltanto all'idea che qualche cosa possa venire a turbare il loro stato di gratificazione (oggetti, sentimenti, beni non tangibili ecc), anche quando non vi è nulla di reale possa sorgere un dubbio di tal genere.
Anche in questo caso è l'akasico che interviene per smuovere una situazione che sta cristallizzando o dalla cristallizzazione perchè l'akasico non riesce a tarre nuove conoscenze.

Quanto precede, non per capire solamente l'illusorietà del possedere, quanto per saper condividere quello che, per fortuna o capacità o conquista, si è riusciti ad ottenere, non dimenticando mai che ci sono ache gli altri.

Un oggetto non ha alcuna valenza, nè positiva nè negativa,. E' soltanto la posizione interiore dell'individuo che attribuisce, all'oggetto stesso, una valenza o un potere.

Il re dei superficiali non può che essere il vostro IO.
Il corpo akasico dell'individuo non può essere definito superficiale in quanto tutte le spinte che invia ai corpi inferiori, provengono da necessità reali, da ciò che egli è ( vi è eventualmente una superficialità innata dovuta al fatto di non aver ancora acquisito le comprensioni giuste per poter spingere più in profondità).
La superficialità dell'akasico, quindi, è innata, mentre quella dell'IO è voluta.
Nell'esaminare voi stessi, dovete tenere presente del tentativo dell'IO di essere superficiale, in quanto questo vi induce a trascurare tutti gli elementi che vanno a vostro favore, dando pregnanza, invece,a quelli che portano acqua al vostro mulino.
Essere attenti significa togliere la scorza alle proprie azioni, anche se ciò è faticoso, e comprendere da soli, quindi, quali sono i vostri errori e le maschere che volutamente il vostro IO vi fa mettere, per non sfigurare nei confronti degli altri e di voi medesimi.
Questo vi aiuterà, poichè vi impedirà in seguito, di andare contro all'esperienza che vi farà soffrire, proprio per non aver riconosciuto quali erano i vostri veri modi di essere interiori.
....................
Violenza è indurre qualcuno a fare qualche cosa che, altrimenti, non avrebbe fatto.

Per accorgersi della violenza, bisogna che la violenza stessa, arrivi ad interessare voi stessi ( non si definisce attraverso ad una scena vista alla televisione che è solo una cosa mentale), ovvero deve interessare il vostro IO, poichè è quello che vivendo, reagisce alla violenza..

La violenza non è fatta solo di atti violenti, ma è fatta di molte sfaccettature.
Vi è la violenza messa in atto attraverso le parole.
E' violenza quella che ogniuno di voi procura agli altri, quando non stà attento al proprio comportamento.
Tu operi violenza se, il tuo silenzio, è fatto per riuscire a sovrastare l'altro per ottenere prestigio o potere sull'altro.
Si può essere violenti usando dolcezza e amore per tenere incatenate a sè le persone, o per far sorgere sensi di colpa agli altri.
Non vi è nulla che non possa essere usato per fare della violenza., perfino con l'insegnamento delle Guide, combattendo magari, con qualcuno che non vuole credere o che dà mostra di non essere interessato.

La violenza è tale, quando c'è alla base, l'intenzione di ottenere qualche cosa a scapito degli altri.
Ricordatevi che non vi è nulla di più gratificante per l'IO di essere portatore e detentore della fiaccola della verità. L'azione non deve mai essere fatta per gratificare l'IO.

Le violenze sono assimilabili ai condizionamenti e, per difendersi da esse, l'unica strada possibile è quella di "conoscere se stessi"ed arrivare al proprio "sentire".

Edited by armando001 - 17/1/2023, 10:26
 
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view post Posted on 17/1/2023, 15:57

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Vivere la vostra vita è compiere le vostre azioni e le vostre violenze, non di slancio verso gli altri, ma stando attenti ai motivi per cui li fate, rendendovi conto di quello che fate, riconoscendo i vostri veri motivi.
Non si tratta di fare una analisi, non dovete pisicanalizzarvi, non serve a niente a psicanalizzarvi, se non a confondervi ancora di più. Anzi lo psicanalizzarvi, finisce per crearvi delle barriere e delle scusanti che prima non avevate.
Invece per voi, è sufficiente che viviate la vostra vita, ma siate degli osservatori attenti, perchè la vostra attenzione non va nella mente soltanto, ma permette al vostro corpo aksico di osservare ciò che accade.
E' il vostro corpo akasico che poi comprende, non la mente;se fosse la mente a compredere voi non sbagliereste mai.
............................

Desiderare significa, per l'essere umano, affrontare la realtà fisica, significa confrontarsi con essa, significa far cozzare il proprio IO tra ciò che egli vorrebbe e quella che è la realtà che stà vivendo sul piano fisico.
Talvolta questo lo gratifica, altre volte lo blocca e lo costringe.
In questa ottica, da ogni desiderio, scaturiscono quelle che sono le emozioni (attraverso i vari strumenti fisiologici del corpo, uniti alle reazioni psicologiche), da ciò ne consegue che non esiste alcuna emozione , sul piano fisico, sia di dolore che di gioia, che non faccia capo ad un desiderio.
Così non esiste desiderio che, allorchè si manifesti sul piano fisico, non porti l'individuo ad incontrare qualche tipo di emozione..

Qual'è la funzione del desiderio e delle emozioni

E' quello di fornire la possibilità di osservare se stessi. Le emozioni sono dei segnali che portano alla vostra coscienza il fatto di avere qualche cosa da comprendere, di avere un vostro problema personale da risolvere e sul quale meditare ed andare più a fondo.

Come già voi sapete conoscere non basta. Non basta che voi osserviate con la vostra mente, con la vostra razionalità, quello che fate sul piano fisico; potrete osservarvi per vite e vite e non riuscire mai a cavarne un ragno dal buco.
Infatti la comprensione, per arrivare ad essere tale, deve attraversare tutti i corpi dell'individuo mediante l'agire sul piano fisico
Il desiderio come può essere associato al concetto di consapevolezza?
Se voi dopo aver osservato le vostre emozioni, passate ad osservare il vostro desiderio, vi potrete rendere conto di qual'è il tipo di problema che appartiene a voi personalmente e che gli altri, magari, non possono neppure comprendere.
Questa cosa che per gli altri, non può contare nulla, a voi fa soffrire e dall'analisi del vostro desiderio voi acquisirete la consapevolezza del problema che appartiene a voi e di questo ne diverrete consapevoli..
Vi sarete resi consapevoli, cioè , che quel problema non è esterno a voi, ma è un problema che deriva direttamente dai vostri bisogni di comprensione e troverete, nell'osservazione stessa, la possibilità di capire da dove può essere scaturito il vostro desiderio.
Dovrete allora, andare un attimo al di sopra del vostro IO, guardarvi nelle vostre reazioni, ovvero come reagite sul piano fisico , come reagite emotivamemte e quali pensieri accompagnano queste vostre manifestazioni.
I vari elementi si fonderanno al vostro interno e formeranno una ipotesi unica, che ritornerà, sotto forma di vibrazione, verso il corpo della coscienza.
 
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