Posts written by missini

view post Posted: 19/1/2011, 16:46 Aggressività/ violenza/ sincerità - L'Insegnamento Etico
Buonasera a tutti.

Io e mio marito eravamo due persone aggressive.
Io ero un’aggressiva manifesta, mio marito un aggressivo nascosto. Durante le nostre discussioni io alzavo la voce, mi infervoravo, lo offendevo. Lui non mi rispondeva cosicché il mio nervosismo aumentava sempre di più fin a quando lui girava i tacchi ed usciva da casa. Lui si definiva un calmo e mi definiva un’isterica.
Usavo la sincerità come un macete per demolirlo, lui continuava ad usare il silenzio, mi evitava, per lui ero trasparente.
Questo che vi ho raccontato è durato per circa 25 anni. Il cambiamento è cominciato quando anche lui ha timidamente e spietatamente iniziato ad essere sincero con me. Rimanevo stordita quando mi sbatteva in faccia il mio vero comportamento e ciò che provocava in lui. Vi assicuro che questa è stata la svolta.
Io credo che se avesse continuato a tacere forse oggi non saremmo più insieme.
view post Posted: 11/1/2011, 08:11 una mia esperienza - Comunicazioni e condivisioni
CITAZIONE (marisab @ 11/1/2011, 07:27) 
poi con il tempo mi sono resa conto che facendo così proiettavo il mio bisogno di essere ascoltata ed essere capita.

Credo che tu abbia ragione, è uno degli aspetti che devo esplorare a fondo. Ci avevo già pensato, ma sentirselo dire ha un impatto diverso, è come se un pensiero astratto diventasse all'improvviso qualcosa di concreto. Grazie.
view post Posted: 10/1/2011, 22:24 una mia esperienza - Comunicazioni e condivisioni
Ciao Tiziana, il mio fastidio deriva dal fatto che non riesco a mantenere un giusto distacco cosicchè, spesso, i problemi altrui generano in me una sorta di identificazione che mi fa soffrire. Se sono situazioni particolarmente dolorose generano, inoltre, una vera e propria paura, quella che io chiamo "paura di vivere", allora l'istinto mi dice: "scappa, scappa, non ascoltare, non immischiarti, non pensarci!" Non riuscirei a voltare le spalle ad una richiesta d'aiuto, il senso di colpa mi travolgerebbe. In questo campo manco totalmente di equilibrio.
view post Posted: 9/1/2011, 06:51 una mia esperienza - Comunicazioni e condivisioni
Seguendo l’esempio di Luciano son qui, semplicemente, per raccontarvi una mia esperienza.

Negli ultimi tempi mi accade sempre più spesso di incrociare nella mia vita delle persone che richiedono il mio aiuto. Forse perché sono una buona ascoltatrice dei problemi altrui, non so, fatto sta che mi capita questo.

Ultimamente una di queste persone, particolarmente petulante ed appiccicosa, ha richiesto il mio intervento, subito il mio istinto mi ha indicato che sarebbe stato meglio darsi alla fuga, poi è intervenuta la ragione, il ricordo delle parole delle Guide ed il mio senso del dovere. Prima di affrontare il difficile dialogo con chi avrebbe voluto delle risposte precise, sicure e minuziose mi son detta “ma chi me lo fa fare! Ma non ne ho voglia! Ma guarda tu che mi devo sempre impegolare in queste situazioni!” ecc. ecc. Le ho telefonato, abbiamo parlato a lungo, ho risposto per quanto potevo alle sue domande, ho provato a dare qualche consiglio. Non passano pochi minuti dalla fine della telefonata che mi arriva un sms in cui mi viene chiesto un ulteriore chiarimento sul come dovesse comportarsi o meno (oltretutto io odio scrivere sms, mi limito al si e no, figuriamoci scrivere un papiro!).
Rispondo ed avverto in me una sensazione di sconfitta, il mio io arrogante mi mormora nella testa “tanto non è servito a nulla, non mi pare abbia capito un tubo!”

Il giorno dopo vengo avvertita che, grazie ai miei consigli, la situazione si è risolta subito e positivamente, lei non la smette più di ringraziarmi, mi dice che ora ha capito.

E allora ho riflettuto. Ho riflettuto che se mi fossi tirata indietro, forse, non so, lei sarebbe ancora triste ed immersa nel suo problema, ed io avrei mancato ad un mio dovere ed avrei mosso una causa e ne avrei poi riscosso l’effetto. Ho riflettuto sulla mia arroganza, quando do’ per scontato che l’altro non sia in grado di capire. Ho riflettuto sulla mia irritazione quando mi lascio coinvolgere dalle vite altrui. Ho riflettuto su quanta attenzione devo mettere prima di fare o non fare qualcosa. Ho riflettuto su quanto sono incasinata e squilibrata. Ho riflettuto sui miei estremi. Ho riflettuto su altro ancora.

Insomma tutto questo per dire che da una situazione banale, di quelle che capitano tutti i giorni ad ognuno di noi, si è generato un movimento di idee, pensieri e riflessioni come, forse, non sarebbe successo neanche durante la lettura di un intero libro del Cerchio.

Ecco, tutto qui.

Buona domenica a tutti.

Edited by missini - 9/1/2011, 11:57
view post Posted: 30/12/2010, 10:40 Il concetto di "anno nuovo" - Comunicazioni e condivisioni
CITAZIONE (marisab @ 28/12/2010, 20:51) 
Mentre invece, per quello che riguarda l'ultimo dell'anno, sono ormai parecchi anni che lo passiamo in casa, a volte soli, con una cenetta un pò diversa, oppure con un paio di amici che la pensano come noi.

Che meraviglia, se mi guardo indietro mi rendo conto che cè stato un tempo dove era importantissimo per me festeggiare l'anno nuovo con feste o cene, poi ad un certo punto mi sono accorta che l'entusiasmo non cera più, e che la cosa non ha aveva più nessuna importanza.

Marisa

Anche io ho fatto questo percorso. Anni fa "dovevo" festeggiare l'ultimo dell'anno, "dovevo" divertirmi, poi piano piano mi sono resa conto che questo passaggio non aveva più nessuna importanza. Ora sono felice che mia figlia trascorra la serata con il marito ed i suoi amici oppure che, come quest'anno, vada fuori così sono libera da ogni impegno e posso starmene a casa con mio marito e mia madre, mangiare in santa pace una cena poco più che normale ed andarmene a letto quando voglio.
view post Posted: 17/11/2010, 16:13 Condizionamento e archetipi transitori - L'Insegnamento Filosofico
CITAZIONE (ManuVitto @ 17/11/2010, 13:27) 
Certamente, ma in questo caso non ci sentiamo in colpa se non , superficialmente, altra cosa invece è quando realizziamo che potevamo ,se lo volevamo, fare diversamente perchè ne avevamo la possibilità.

Ciao, ciao Vittore

Bè si, messa in questo modo mi sembra uno di quei casi in cui usiamo il libero arbitrio per nostri scopi egoistici, cioè non è che non vediamo le altre scelte è, invece, che facciamo finta di non vederle e poi ammantiamo il nostro operato di scuse "ho fatto così perchè non potevo fare diversamente", "ho fatto così perchè lui ha fatto cosà", "ho fatto così perchè è giusto che una volta tanto pensi a me stesso" e bla, e bla, e bla.
view post Posted: 15/11/2010, 21:46 Condizionamento e archetipi transitori - L'Insegnamento Filosofico
CITAZIONE (ManuVitto @ 15/11/2010, 21:03) 
Ciao Donatella, sono d'accordo anch'io con la procedura che sottolinei, mi resta un dubbio ed è quello che alle volte mi macera ovvero dopo le esperienze sicuramente ti accorgi che potevi imboccare altre vie, forse meno dolorose ma più responsabili, ma allora ( nel senso temporale ) potevo fare diversamente ? Perchè è facile rispondersi di no altrimenti lo avrei fatto, molte volte invece si poteva fare diversamente ma si è preferito non usare il nostro libero arbitrio dal punto di vista qualitativo, optando per la via più facile in quel momento, ma più dolorosa nel tempo. Mentre quando si sceglie quello che si poteva solo scegliere, alla fine, anche se la meta è un disastro, non si soffre più di tanto perchè si è fatto quello che si poteva fare. Vittore

Potrebbe anche essere che le diverse scelte non ci appaiono nel momento in cui viviamo l'evento proprio a causa di una minore comprensione, poi con il trascorrere del tempo e proprio in virtù dell'esperienza vissuta che ha generato nuove sfumature di comprensione ecco che esse ci appaiono, stanno lì, evidenti e noi ci sentiamo degli idioti.

Edited by Livvy - 16/11/2010, 08:37
view post Posted: 14/11/2010, 21:55 Condizionamento e archetipi transitori - L'Insegnamento Filosofico
CITAZIONE (luisasc @ 11/11/2010, 19:12) 
Io credo che possiamo esercitare il libero arbitrio solo riguardo a quegli aspetti che abbiamo compreso di uno specifico AT. Quindi ad esempio se c'è una scala da 1 a 10 in cui 1 rappresenta il minimo di comprensione dell'AT e 10 il massimo, ed io mi trovo al livello 5 di comprensione di quell'AT, credo che posso esercitare il mio libero arbitrio solo relativamente al mio livello di comprensione e non oltre.

Sono d'accordo, poichè ci è stato detto che "la libertà dell'individuo cresce proporzionalmente con il crescere dell'evoluzione, cosicché più l'individuo si evolve, grazie alle esperienze che prova nel corso delle varie esistenze, maggiore è la libertà di cui gode nel muoversi nell'ambito del mondo fisico".

Questo concetto credo che lo abbiamo sperimentato tutti nel corso delle nostre vite. Accumulando esperienze ci si accorge di riuscire ad individuare, rispetto ad una stessa situazione, un numero maggiore di scelte e di qualità diversa e, naturalmente ne deriva anche una maggiore responsabilità. Oso riassumere sinteticamente in questo modo: maggiore evoluzione = maggiore libero arbitrio = maggiore responsabilità.
view post Posted: 12/11/2010, 07:10 Condizionamento e archetipi sociali - L'Insegnamento Etico
CITAZIONE (Daria83 @ 11/11/2010, 21:49) 
Che cosa si intende con quel "tutto" alla coscienza? Mi sfugge il soggetto credo...

Io l'ho intepretato così:

"se così fosse, per forza di cose, tutto farebbe capo, tutto dipenderebbe dalla coscienza."

view post Posted: 9/11/2010, 18:37 Condizionamento e archetipi sociali - L'Insegnamento Etico
Anch'io ho sofferto molto per i limiti stabiliti, nei confronti delle ragazze, dalle norme sociali negli anni in cui ero bambina, adolescente e giovane donna.
Nonostante abbia vissuto il risveglio femminile degli anni 60 e 70, all'interno delle famiglie permaneva un forte condizionamento.
Quando chiedevo a mia madre di poter uscire e ne ricevevo un rifiuto le domandavo perchè, invece, mio fratello avesse più libertà di me; lei rispondeva "perchè lui è un maschio".
Quando mi sono sposata la famiglia di mio marito si aspettava da me un atteggiamento di sottomissione, sono stata mlto criticata perchè lavoravo e mio marito si trovava a disagio perchè sua moglie non corrispondeva ai canoni "giusti" che la sua famiglia imponeva.
Insomma anch'io ho dovuto lottare, molto, e per molti anni. Con mio marito abbiamo avuto moltissime difficoltà perchè lui aveva un'estrema necessità di mostrare ai suoi di aver scelto una donna di un certo tipo, credo che mi abbia odiato per la mia diversità di allora, mi diceva con astio che ero strana. Io avvertivo il tutto come un'ingiustizia ed ho impiegato almeno venti anni (forse di più) per slegarmi da quei condizionamenti.
Credo di non aver ancora trovato l'equilibrio fra ciò che sono e ciò che la società vorrebbe che fossi.
view post Posted: 8/11/2010, 08:22 La cristallizzazione - L'Insegnamento Filosofico
CITAZIONE (marisa e luciano @ 8/11/2010, 07:22) 
Secondo me no, non si può essere cristallizzati ed esserne consapevoli, credo che quello che esponi sia una situazione bloccata dalle stesse dinamiche, ripetitive, per mancanza di dati nuovi.
Sembra che tu pur andando fino in fondo nella manifestazione delle tue reazioni , buttando fuori tutto l'accumulo che ce dentro di te, alla fine, tu ne rimanga bloccata, il fatto che hai bisogno di stare a letto per riprenderti sembra, mi pare, che tu ti senta mortificata dalla forza delle tue e sue reazioni, che magari dico magari non riesci ad accettare, vivendole con un senso di frustrazione per non riuscire a reagire in maniera "più consona " a quelli che sono i tuoi canoni.
Marisa

Grazie anche a te, rifletterò a fondo su tutte le vostre risposte.
view post Posted: 7/11/2010, 22:38 La cristallizzazione - L'Insegnamento Filosofico
CITAZIONE (Daria83 @ 7/11/2010, 20:41) 
Dall'idea che me ne sono fatta io non credo, almeno non nel clou della cristallizzazione... perchè quando cominci ad accorgertene hai già messo in moto una "decristallizzazione".

Con l'idea della cristallizzazione di coppia invece rispolveri gli stessi dubbi che erano venuti a me. Ammesso sempre che di cristallizzazione si tratti, in effetti non vedo perchè non potrebbe esistere una persona che si cristallizza in relazione alle cristallizzazioni del suo compagno/a. Penso addirittura che ci si possa creare un rapporto basato su queste! Dopo, sul fatto che sia un rapporto vero o una ciofeca... ce ne sarebbe da discutere per decenni caso per caso. [ovviamente sono considerazioni generiche, non mi riferisco alla tua storia]

Dunque io potrei essere cristallizzata rispetto alla cristallizzazione di mio marito. Ci rifletterò, grazie.

CITAZIONE (marisa e luciano @ 7/11/2010, 21:37) 
Ciao, quello che hai scritto credo che siano "dinamiche" che prima o poi coinvolgono la gran parte delle copie se non tutte. Il problema della cristallizzazione che coinvolge la copia, credo dipenda principalmente da un mancato cambiamento interiore da parte di tutte e due i componenti. Ci si continua a rapportarci ( meglio"colpirci") nello stesso identico modo essendo convinti, o con la speranza che a cambiare debba essere l'altro. In realtà sono convinto, che un cambiamento, e quindi una modifica di quella che può essere definita una cristallizzazione, avvenga quando anche uno degli individui coinvolti comprende qualche aspetto o qualche cosa di se stesso. In quel preciso momento il suo modo di rapportarsi sarà necessariamente diverso, obbligando così il patner ad adeguarsi alle nuove esigenze, mettendo in atto a sua volta un cambiamento. Questa credo sia la dinamica per affrontare correttamente e superare una cristallizzazione di copia, che quasi sempre ha all'origine una mancata identificazione dei reali bisogni (di comprensione) individuali.

Per rispondere alla tua ultima domanda, non sono sicuro che si possa essere consapevoli di una propria cristallizzazione, però se lo si può essere, credo che quello che hai scritto sopra ne possa essere un esempio.
Luciano

Grazie della tua risposta, è importante leggere le altrui opinioni su qualcosa che ci riguarda, a volte è così che viene a galla qualcosa che prima stentava a divenire palese.

Edited by Livvy - 8/11/2010, 08:30
view post Posted: 7/11/2010, 17:18 La cristallizzazione - L'Insegnamento Filosofico
CITAZIONE (Odisseo76 @ 7/11/2010, 14:42) 
Poi - lasciando perdere i discorsi sulla terminologia - è ovvio che quando hai accanto a te qualcuno che fa sempre gli stessi errori e poi ne soffre, è normale e giusto se ci tieni a questa persona, che desideri poter fare qualcosa. Io penso però che spesso in questi casi non ci sia molto che si possa fare in concreto. Anche perché è evidente che queste persone sentono proprio il bisogno di sbattere il muso su una certa cosa, dovuto al loro bisogno di comprendere qualcosa.

A seconda del rapporto che hai con la persona in questione, potresti cercare di parlarci, possibilmente senza litigarci perché questo porta alla chiusura e rende sterile qualsiasi scambio. Spesso in questi casi la frustrazione di vedere che una persona non capisce e commette sempre gli stessi errori porta ad arrabbiarsi, e sarebbe meglio evitarlo secondo me. Ulisse

Ciao!

Mi trovo a vivere da decenni la situazione che hai descritto tanto bene da sembrare proprio la mia. Hai ragione quando dici che desideri poter fare qualcosa per questa persona ma aggiungo che, visto che ci vivi insieme, vuoi fare qualcosa anche per te.
Mi domando e vi domando visto che io sono perfettamente consapevole del ripetersi di una certa circostanza, tanto da parlarne anche con l'altra persona in termini di Insegnamento, visto che ne ricevo una grossa frustrazione, visto che ogni volta mi riprometto di non arrabbiarmi e poi costantemente lo faccio, visto che dopo la mia arrabbiatura la situazione si risolve per poi ripresentarsi dopo qualche mese ...... e se la cristallizzata fossi io? Oppure, esiste una cristallizzazione di coppia?
Ambedue abbiamo delle ripetizioni costanti, ogni volta è come rivedere lo stesso film, tutto uguale, un vortice dal quale non si esce, succede dalle due alle quattro volte l'anno ormai da 35 anni.
Ne sono cosciente da parecchi anni eppure non riesco a trovare la chiave, mi sento una mosca che sbatte contro un vetro, mi sembra di aver battuto tutte le strade, passo alternativamente dalla rabbia alla rassegnazione, ogni volta mi sento male fisicamente tanto da dovermi mettere a letto per superare lo sfiancamento che mi prende.
Si può essere cristallizzati ed esserne consapevoli?

Edited by Livvy - 7/11/2010, 17:36
view post Posted: 25/10/2010, 13:58 Equilibrio tra i 3 corpi inferiori - L'Insegnamento Etico
CITAZIONE (gianfrancos @ 25/10/2010, 12:15)
Mi sembra di ricordare che le Guide avessero detto che noi conduciamo le nostre vite passando in continuazione da stati di equilibrio (per altro brevi) a stati di squilibrio.
Ora, vogliamo occuparci dell'argomento parlando solo degli effetti nella nostra vita sul piano fisico di questi equilibri vibrazionali e quindi parlarne in termini di comportamento o vogliamo cercare di capire la genesi degli squilibri (o equilibri) e quindi cercare di capirne le meccaniche e ciò che accade "più a monte"?

La mia vita la definirei uno stato di continuo squilibrio, intervallata da brevissimi momenti equilibrati.
Ho notato però, che negli ultimi anni, è cambiato qualcosa, infatti mentre prima avvertivo soltanto di essere nervosa o arrabbiata o preoccupata o ansiosa o tutti questi stati d’animo insieme, ora percepisco lo squilibrio, ora “so”.
Per quanto riguarda l’arrivare a capire la genesi sono ancora in alto mare, diciamo che mi applico con molta buona volontà ed il mio comportamento rimane entro limiti accettabili fintanto che mantengo vigile l’attenzione e l’intenzione del far bene; appena appena mi lascio andare inevitabilmente manifesto questo mio squilibrio e questo, quasi sempre, a scapito degli altri.

Edited by Livvy - 27/10/2010, 20:51
view post Posted: 24/10/2010, 09:12 La Violenza - L'Insegnamento Etico
CITAZIONE (tulliarina @ 24/10/2010, 07:59)
E qua mi viene in mente una frase di Francois: "... allora se il fare una cosa che tu senti di fare danneggia un'altra persona, allora in quel caso violenta te stesso". Mi e vi chiedo, allora la violenza su se stessi può assumere una connotazione positiva?

Ciao,

io credo proprio di si, del resto è il primo passo che dobbiamo compiere per giungere alla comprensione. C'è il momento in cui ci accorgiamo di un nostro limite (vuoi per l'osservazione passiva, vuoi perchè ce lo indicano gli altri, vuoi attraverso altre vie), ma non abbiamo ancora nessuno strumento per superarlo, cioè ce ne siamo appena accorti, qual'è il primo passo da fare se non cominciare a modificare noi stessi attraverso un atto di volontà, violentandoci appunto? E' solo con il tempo e l'applicazione (e tutto il processo che conosciamo) che quell'atto fluirà spontaneo tanto che neanche ce ne accorgeremo.
E poi chi era quella Guida che diceva: "fai ogni giorno una cosa che non vuoi fare?"
La mia conclusione è che sì la violenza su stessi (in certi casi chiaramente) può assumere una connotazione positiva.
163 replies since 24/9/2010