@Giancarlo: mi sembra che tu mi abbia fatto più o meno la stessa obiezione di Luciano (il che vuol dire che quel post l'ho proprio scritto male...). Spero di essermi spiegata un po' meglio adesso, perchè davvero non intendevo farmi paladina di grandi battaglie politiche o sociali, anzi, sottolineavo l'importanza dei piccoli gesti quotidiani.
CITAZIONE
Uno degli ambiti in cui preferisco applicare questo insegnamento riguarda i problemi quotidiani. Tante volte ci troviamo di fronte a questioni che magari sono anni che ci trasciniamo senza muovere un dito, per il semplice motivo che ci sembrano troppo difficili da risolvere, o troppo impegnative per le nostre capacità. Posso pensare a chi cerca di dimagrire o a chi cerca un nuovo lavoro. Ma di esempi di questo tipo ne possiamo trovare centinaia nelle nostre vite, penso.
Ecco secondo me la scusa del "è troppo difficile non ce la faccio", può essere combattuta con il "cominciare da poco e da vicino". Ulisse
Che bruttissimo esempio Ulisse...
Scherzi a parte, non lo so, forse la situazione che hai proposto mi riguarda troppo e sono condizionata dalle mie motivazioni che vedo più legate ad un discorso di volontà o pigrizia. Però immagino che per qualcuno possa effettivamente rivelarsi un discorso di "prospettive".
In effetti in negozio da me si presentano tutti i giorni persone che vogliono le classiche pillole magiche per dimagrire (o quelle per depurarsi, per i brufoli, per le rughe, ecc ecc) e nessuno di loro è propenso a mettere in discussione la propria alimentazione o le proprie abitudini di vita. Cercano la soluzione comoda, anzichè mettersi nella condizione di fare qualche sacrificio, seppur minimo. Ma questo, diciamocelo, riguarda anche me... per cui ho poco da blaterare sull'argomento.
Io mi stavo ponendo un'altra domanda (potete darmi una botta in testa e tramortirmi in qualsiasi momento): pensavo alle grandi aspirazioni, ai sogni con cui cresciamo. Per esempio il classico voler fare l'astronauta o l'esploratore. Sono decisamente atteggiamenti che puntano lontano, direi... e, molte volte, le persone che raggiungono questi obiettivi, nella vita poi rinunciano a molte altre cose, trascurano i legami, le persone attorno a loro (a meno che non se le portino tutte dietro!). Si può dire che -
in generale - per coloro che puntano a fare determinate esperienze (con tutti i motivi e le necessità karmici che queste possano avere) il "da poco e da vicino" non sia esattamente il loro forte.
Ammesso che fin qui il ragionamento fili (
), che cosa significa alla luce dell'Insegnamento? Che se ne avessimo compreso questo frammento - cominciare da poco a e da vicino - dovremmo scegliere percorsi lavorativi più "comodi", limitare i nostri talenti ad un minor raggio d'azione, cercare di essere utili intorno a noi prima che altrove? Eppure questo atteggiamento (oltre ad essere abbastanza idealistico) ci precluderebbe moltissima conoscienza, moltissimi stimoli. Per me non può essere giusto nemmeno così... Aiuto!