CITAZIONE (gianfrancos @ 25/10/2010, 12:33)
...nell'osservazione passiva la consapevolezza dell'osservatore è collegata direttamente con il corpo akasico...
Condivido, ma non dimentichiamoci che l'osservazione include la capacità da parte nostra DI INTERAGIRE...tenendo da parte il nostro IO, il quale sarà presente,per sfumature diverse, in tutte le nostre esistenze.
Chi vive nella mente, vive nell'ego. Quale conseguenza di questa affermazione, la mente che non viene usata per raggiungere i propri perchè interiori,i quali motivano le nostre azioni, i nostri pensieri, le nostre parole, la stessa mente, potrebbe assumere, la funzione di "giudice" , dentro di noi.
Quale è la differenza, tanto per chiarire, tra "l'essere colui che osserva" e il "giudice che è dentro di noi" ? Il Giudice che è dentro di noi dice in continuazione: -questo è bene; questo è male; questa è virtù; questo è peccato;questo è morale, questo è immorale; questo va fatto, questo non va fatto. Il giudice non fa altro che giudicare. Il giudice continua a dare giudizi, a favore o contro. Esso ha idee a priori su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.
Il giudice, spesso, ci viene dato dalla società in cui viviamo. Colui che osserva, MENTRE INTERAGISCE, ( è importante l'interazione, altrimenti c'è il rischio di cadere nella psicoanalisi) , non condanna, non biasima e al tempo stesso non mostra segni di apprezzamento. Non valuta minimamente. Si limita ad osservare attraverso alla propria interiorità, ovvero è consapevolezza. Da che cosa è costituita la nostra "interiorità"? E' formata dalle nostre emozioni, dai nostri pensieri, dai nostri desideri, dalla nostra comprensione, dalla nostra coscienza (in via di perfezione), dal nostro carattere. Colui che osserva passivamente, osserva senza interagire con ciò che emerge dalla propria consapevolezza, poichè chi ha il potere di INTERAGIRE, E' IL NOSTRO IO.
Però, al di là di tutta la dottrina, noi dobbiamo accettare il fatto che non possiamo liberarci, fintantochè la nostra coscienza non sarà completamente costituita, dai desideri, dalle reazioni emotive, dai pensieri e quindi dobbiamo necessariamente convivere con essi, poichè questa è la nostra realtà di tutti i giorni. Dobbiano,,credo chiederci che cosa possiamo fare, in virtù anche della conoscenza che ci ha regalato l'insegnamento. La risposta ci ripropone di osservare passivamente i nostri desideri, le nostre reazioni emotive, i nostri pensieri, mentre nascono dentro di noi e si manifestano all'ESTERNO, mediante , appunto, l'agire sul piano fisico. Dopodichè, in considerazione del fatto che la nostra capacità di Osservare passivamente, è più che limitata nel tempo (fisico),nell'ambito di una esperienza che stiamo vivendo nel qui e ora, avremo anche la possibilità di mediare,( magari per il seguito), sul nostro agire e non farci travolgere dalle reazioni emotive e dai nostri desideri, sfruttando la possibilità di manifestare, sul campo, la nostra coscienza. A tal proposito, per la conoscenza di se stessi a livello di coscienza, la nostra "mente" diventa semplicemente un punto di passaggio dei dati che arrivano al corpo akasico, Il nostro corpo aklasico, è stato detto,non pone che una leggera attenzione ai pensieri, ma si basa sull'osservazione delle " reazioni" e delle "azioni" che nascono in tutti i corpi inferiori dell'individuo, nell'affrontare le situazioni che esso individuo stà vivendo sul campo.
Armando
Edited by Livvy - 30/10/2010, 21:47