La cristallizzazione

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Daria83
view post Posted on 7/11/2010, 01:10




Rispondo con un trilione di anni di ritardo...

CITAZIONE
Perché si possano definire cristallizzazioni, secondo me, devono essere ripetute sempre e per lungo tempo e devono provocare dei problemi fisici o di relazione di una certa rilevanza non di tipo occasionale, nel senso che si manifestano anche quando non vi sarebbe nessuna necessità di manifestarsi. Gian

Si, in realtà io intendevo queste situazioni! Ripetute e ripetute e ripetute... secondo me, parlando ovviamente in ambito di un rapporto stretto tra due persone, non è poi così impossibile affermare che si tratti di cristallizzazioni. Sarà una mia presunzione forse, ma se stessi parlando di mia madre o il mio ragazzo, credo che saprei distinguere un comportamento di "fuga" sporadico da un blocco vero e proprio.... boh.

CITAZIONE
Non penso quindi che la cristallizzazione si possa sempre individuare, né tutto sommato che sia importante farlo. L'osservazione di se stessi rimane la via da percorrere, e per il resto, per rompere le nostre cristallizzazioni, niente paura, ci pensa la vita... Ulisse

Probabilmente hai ragione tu... in genere tendo anch'io a darmi risposte così, tranne quando le cose mi riguardano da vicino! :rolleyes:
 
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view post Posted on 7/11/2010, 09:09
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Perché si possano definire cristallizzazioni, secondo me, devono essere ripetute sempre e per lungo tempo e devono provocare dei problemi fisici o di relazione di una certa rilevanza non di tipo occasionale, nel senso che si manifestano anche quando non vi sarebbe nessuna necessità di manifestarsi.


Domanda: secondo te è possibile che l'individuo se ne renda conto?
Il mio pensiero è che l'individuo non può rendersi conto attraverso la logica del ragionamento, di essere cristallizzato.
Marisa
 
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view post Posted on 7/11/2010, 14:42
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CITAZIONE (Daria83 @ 7/11/2010, 01:10) 
Rispondo con un trilione di anni di ritardo...


Si, in realtà io intendevo queste situazioni! Ripetute e ripetute e ripetute... secondo me, parlando ovviamente in ambito di un rapporto stretto tra due persone, non è poi così impossibile affermare che si tratti di cristallizzazioni. Sarà una mia presunzione forse, ma se stessi parlando di mia madre o il mio ragazzo, credo che saprei distinguere un comportamento di "fuga" sporadico da un blocco vero e proprio.... boh.

Come spesso succede forse ci stiamo un po' perdendo a discutere della terminologia invece che dei problemi concreti. Dal punto di vista della terminologia, anche se la persona continua a comportarsi sempre nello stesso modo, non è detto poi che al suo interno sia cristallizzata, perché magari ogni volta che ripete un certo errore, magari impara un pezzettino in più di quello che deve comprendere. Dato che non puoi sapere se la persona in questione dentro di sé è davvero ferma come sembra, non puoi sapere con certezza se sia cristallizzata (questo in base alla definizione data dalle Guide di questa parola).

Poi - lasciando perdere i discorsi sulla terminologia - è ovvio che quando hai accanto a te qualcuno che fa sempre gli stessi errori e poi ne soffre, è normale e giusto se ci tieni a questa persona, che desideri poter fare qualcosa. Io penso però che spesso in questi casi non ci sia molto che si possa fare in concreto. Anche perché è evidente che queste persone sentono proprio il bisogno di sbattere il muso su una certa cosa, dovuto al loro bisogno di comprendere qualcosa.

A seconda del rapporto che hai con la persona in questione, potresti cercare di parlarci, possibilmente senza litigarci perché questo porta alla chiusura e rende sterile qualsiasi scambio. Spesso in questi casi la frustrazione di vedere che una persona non capisce e commette sempre gli stessi errori porta ad arrabbiarsi, e sarebbe meglio evitarlo secondo me.

Senza sapere qualche dettaglio in più della situazione non mi viene in mente altro che potrei suggerirti.
ciao!

Ulisse
 
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view post Posted on 7/11/2010, 15:33
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Perché si possano definire cristallizzazioni, secondo me, devono essere ripetute sempre e per lungo tempo e devono provocare dei problemi fisici o di relazione di una certa rilevanza non di tipo occasionale, nel senso che si manifestano anche quando non vi sarebbe nessuna necessità di manifestarsi. Gian

Ciao, da quello che ho capito una cristallizzazione diventa tale ( dal punto di vista interiore ) quando un fantasma comincia a vorticare su se stesso sempre più velocemente, a tal punto che di solito o l'individuo riesce a sbloccarla (affrontandola) oppure sfocierà in psicosomatismi che costringeranno l'individuo a fermarsi e spostare l'attenzione su se stesso e sul suo malessere.
In altre parole dovrebbe essere una richiesta akasica di comprensione che nel suo viaggio di andata, e poi di ritorno, trova nel mentale o astrale dei blocchi non indifferenti, ed è proprio la vibrazione akasica che non trovando il suo percorso preferenziale da la spinta a questi blocchi facendoli ruotare su se stessi sempre più velocemente rimanendo "incastrati" o nel corpo mentale o nel corpo astrale.

Esternamente succederà che l'individuo darà l'impressione di essere ripetitivo su certi fattori, e sofferente su certe tematiche che rispecchiano il suo malessere interiore.
Questo si ripercuoterà sull'immagine che ha di se stesso e su quella che rimanda all'esterno, perchè i cosiddetti blocchi o paure da comprendere verranno a galla nonostante l'immagine che tende a nasconderli.

Io credo che lavorare sull'immagine sia un buon punto di partenza per andare a scoprire le proprie cristallizzazioni e quindi le proprie paure legate alle incomprensioni, che alla fine si può sintetizzare nel cercare di riconoscere le meccaniche del proprio io, quelle meccaniche che ci creano malessere quotidianamente.

Vittore

Edited by Livvy - 7/11/2010, 17:37
 
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view post Posted on 7/11/2010, 17:18
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CITAZIONE (Odisseo76 @ 7/11/2010, 14:42) 
Poi - lasciando perdere i discorsi sulla terminologia - è ovvio che quando hai accanto a te qualcuno che fa sempre gli stessi errori e poi ne soffre, è normale e giusto se ci tieni a questa persona, che desideri poter fare qualcosa. Io penso però che spesso in questi casi non ci sia molto che si possa fare in concreto. Anche perché è evidente che queste persone sentono proprio il bisogno di sbattere il muso su una certa cosa, dovuto al loro bisogno di comprendere qualcosa.

A seconda del rapporto che hai con la persona in questione, potresti cercare di parlarci, possibilmente senza litigarci perché questo porta alla chiusura e rende sterile qualsiasi scambio. Spesso in questi casi la frustrazione di vedere che una persona non capisce e commette sempre gli stessi errori porta ad arrabbiarsi, e sarebbe meglio evitarlo secondo me. Ulisse

Ciao!

Mi trovo a vivere da decenni la situazione che hai descritto tanto bene da sembrare proprio la mia. Hai ragione quando dici che desideri poter fare qualcosa per questa persona ma aggiungo che, visto che ci vivi insieme, vuoi fare qualcosa anche per te.
Mi domando e vi domando visto che io sono perfettamente consapevole del ripetersi di una certa circostanza, tanto da parlarne anche con l'altra persona in termini di Insegnamento, visto che ne ricevo una grossa frustrazione, visto che ogni volta mi riprometto di non arrabbiarmi e poi costantemente lo faccio, visto che dopo la mia arrabbiatura la situazione si risolve per poi ripresentarsi dopo qualche mese ...... e se la cristallizzata fossi io? Oppure, esiste una cristallizzazione di coppia?
Ambedue abbiamo delle ripetizioni costanti, ogni volta è come rivedere lo stesso film, tutto uguale, un vortice dal quale non si esce, succede dalle due alle quattro volte l'anno ormai da 35 anni.
Ne sono cosciente da parecchi anni eppure non riesco a trovare la chiave, mi sento una mosca che sbatte contro un vetro, mi sembra di aver battuto tutte le strade, passo alternativamente dalla rabbia alla rassegnazione, ogni volta mi sento male fisicamente tanto da dovermi mettere a letto per superare lo sfiancamento che mi prende.
Si può essere cristallizzati ed esserne consapevoli?

Edited by Livvy - 7/11/2010, 17:36
 
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Daria83
view post Posted on 7/11/2010, 20:41




CITAZIONE
Come spesso succede forse ci stiamo un po' perdendo a discutere della terminologia invece che dei problemi concreti. Dal punto di vista della terminologia, anche se la persona continua a comportarsi sempre nello stesso modo, non è detto poi che al suo interno sia cristallizzata, perché magari ogni volta che ripete un certo errore, magari impara un pezzettino in più di quello che deve comprendere. Dato che non puoi sapere se la persona in questione dentro di sé è davvero ferma come sembra, non puoi sapere con certezza se sia cristallizzata (questo in base alla definizione data dalle Guide di questa parola).
Poi - lasciando perdere i discorsi sulla terminologia - è ovvio che quando hai accanto a te qualcuno che fa sempre gli stessi errori e poi ne soffre, è normale e giusto se ci tieni a questa persona, che desideri poter fare qualcosa. Io penso però che spesso in questi casi non ci sia molto che si possa fare in concreto. Anche perché è evidente che queste persone sentono proprio il bisogno di sbattere il muso su una certa cosa, dovuto al loro bisogno di comprendere qualcosa.
A seconda del rapporto che hai con la persona in questione, potresti cercare di parlarci, possibilmente senza litigarci perché questo porta alla chiusura e rende sterile qualsiasi scambio. Spesso in questi casi la frustrazione di vedere che una persona non capisce e commette sempre gli stessi errori porta ad arrabbiarsi, e sarebbe meglio evitarlo secondo me.
Senza sapere qualche dettaglio in più della situazione non mi viene in mente altro che potrei suggerirti.
ciao!
Ulisse

In realtà mi hai già suggerito molto...
Cose che forse sapevo già ma che effettivamente avevo bisogno di sentirmi dire da qualcuno di "esterno", un'analisi a freddo insomma.
Tuttavia conoscendomi dubito che mi arrenderò facilmente, a forza di sbattere la testa contro al muro... aprirò qualche crepa!! :wacko:


CITAZIONE
Si può essere cristallizzati ed esserne consapevoli? Donatella

Dall'idea che me ne sono fatta io non credo, almeno non nel clou della cristallizzazione... perchè quando cominci ad accorgertene hai già messo in moto una "decristallizzazione".

Con l'idea della cristallizzazione di coppia invece rispolveri gli stessi dubbi che erano venuti a me. Ammesso sempre che di cristallizzazione si tratti, in effetti non vedo perchè non potrebbe esistere una persona che si cristallizza in relazione alle cristallizzazioni del suo compagno/a. Penso addirittura che ci si possa creare un rapporto basato su queste! Dopo, sul fatto che sia un rapporto vero o una ciofeca... ce ne sarebbe da discutere per decenni caso per caso. [ovviamente sono considerazioni generiche, non mi riferisco alla tua storia]

 
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view post Posted on 7/11/2010, 21:37
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CITAZIONE (missini @ 7/11/2010, 17:18) 
Oppure, esiste una cristallizzazione di coppia?
Ambedue abbiamo delle ripetizioni costanti, ogni volta è come rivedere lo stesso film, tutto uguale, un vortice dal quale non si esce, succede dalle due alle quattro volte l'anno ormai da 35 anni.
Ne sono cosciente da parecchi anni eppure non riesco a trovare la chiave, mi sento una mosca che sbatte contro un vetro, mi sembra di aver battuto tutte le strade, passo alternativamente dalla rabbia alla rassegnazione, ogni volta mi sento male fisicamente tanto da dovermi mettere a letto per superare lo sfiancamento che mi prende.
Si può essere cristallizzati ed esserne consapevoli?

Ciao, quello che hai scritto credo che siano "dinamiche" che prima o poi coinvolgono la gran parte delle copie se non tutte. Il problema della cristallizzazione che coinvolge la copia, credo dipenda principalmente da un mancato cambiamento interiore da parte di tutte e due i componenti. Ci si continua a rapportarci ( meglio"colpirci") nello stesso identico modo essendo convinti, o con la speranza che a cambiare debba essere l'altro. In realtà sono convinto, che un cambiamento, e quindi una modifica di quella che può essere definita una cristallizzazione, avvenga quando anche uno degli individui coinvolti comprende qualche aspetto o qualche cosa di se stesso. In quel preciso momento il suo modo di rapportarsi sarà necessariamente diverso, obbligando così il patner ad adeguarsi alle nuove esigenze, mettendo in atto a sua volta un cambiamento. Questa credo sia la dinamica per affrontare correttamente e superare una cristallizzazione di copia, che quasi sempre ha all'origine una mancata identificazione dei reali bisogni (di comprensione) individuali.

Per rispondere alla tua ultima domanda, non sono sicuro che si possa essere consapevoli di una propria cristallizzazione, però se lo si può essere, credo che quello che hai scritto sopra ne possa essere un esempio.

Luciano

Edited by Livvy - 8/11/2010, 08:28
 
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view post Posted on 7/11/2010, 22:38
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CITAZIONE (Daria83 @ 7/11/2010, 20:41) 
Dall'idea che me ne sono fatta io non credo, almeno non nel clou della cristallizzazione... perchè quando cominci ad accorgertene hai già messo in moto una "decristallizzazione".

Con l'idea della cristallizzazione di coppia invece rispolveri gli stessi dubbi che erano venuti a me. Ammesso sempre che di cristallizzazione si tratti, in effetti non vedo perchè non potrebbe esistere una persona che si cristallizza in relazione alle cristallizzazioni del suo compagno/a. Penso addirittura che ci si possa creare un rapporto basato su queste! Dopo, sul fatto che sia un rapporto vero o una ciofeca... ce ne sarebbe da discutere per decenni caso per caso. [ovviamente sono considerazioni generiche, non mi riferisco alla tua storia]

Dunque io potrei essere cristallizzata rispetto alla cristallizzazione di mio marito. Ci rifletterò, grazie.

CITAZIONE (marisa e luciano @ 7/11/2010, 21:37) 
Ciao, quello che hai scritto credo che siano "dinamiche" che prima o poi coinvolgono la gran parte delle copie se non tutte. Il problema della cristallizzazione che coinvolge la copia, credo dipenda principalmente da un mancato cambiamento interiore da parte di tutte e due i componenti. Ci si continua a rapportarci ( meglio"colpirci") nello stesso identico modo essendo convinti, o con la speranza che a cambiare debba essere l'altro. In realtà sono convinto, che un cambiamento, e quindi una modifica di quella che può essere definita una cristallizzazione, avvenga quando anche uno degli individui coinvolti comprende qualche aspetto o qualche cosa di se stesso. In quel preciso momento il suo modo di rapportarsi sarà necessariamente diverso, obbligando così il patner ad adeguarsi alle nuove esigenze, mettendo in atto a sua volta un cambiamento. Questa credo sia la dinamica per affrontare correttamente e superare una cristallizzazione di copia, che quasi sempre ha all'origine una mancata identificazione dei reali bisogni (di comprensione) individuali.

Per rispondere alla tua ultima domanda, non sono sicuro che si possa essere consapevoli di una propria cristallizzazione, però se lo si può essere, credo che quello che hai scritto sopra ne possa essere un esempio.
Luciano

Grazie della tua risposta, è importante leggere le altrui opinioni su qualcosa che ci riguarda, a volte è così che viene a galla qualcosa che prima stentava a divenire palese.

Edited by Livvy - 8/11/2010, 08:30
 
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view post Posted on 8/11/2010, 07:22
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CITAZIONE (missini @ 7/11/2010, 22:38) 
Ambedue abbiamo delle ripetizioni costanti, ogni volta è come rivedere lo stesso film, tutto uguale, un vortice dal quale non si esce, succede dalle due alle quattro volte l'anno ormai da 35 anni.
Ne sono cosciente da parecchi anni eppure non riesco a trovare la chiave, mi sento una mosca che sbatte contro un vetro, mi sembra di aver battuto tutte le strade, passo alternativamente dalla rabbia alla rassegnazione, ogni volta mi sento male fisicamente tanto da dovermi mettere a letto per superare lo sfiancamento che mi prende.
Si può essere cristallizzati ed esserne consapevoli?

Secondo me no, non si può essere cristallizzati ed esserne consapevoli, credo che quello che esponi sia una situazione bloccata dalle stesse dinamiche, ripetitive, per mancanza di dati nuovi.
Sembra che tu pur andando fino in fondo nella manifestazione delle tue reazioni , buttando fuori tutto l'accumulo che ce dentro di te, alla fine, tu ne rimanga bloccata, il fatto che hai bisogno di stare a letto per riprenderti sembra, mi pare, che tu ti senta mortificata dalla forza delle tue e sue reazioni, che magari dico magari non riesci ad accettare, vivendole con un senso di frustrazione per non riuscire a reagire in maniera "più consona " a quelli che sono i tuoi canoni.
Marisa

Edited by Livvy - 8/11/2010, 08:26
 
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view post Posted on 8/11/2010, 08:22
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CITAZIONE (marisa e luciano @ 8/11/2010, 07:22) 
Secondo me no, non si può essere cristallizzati ed esserne consapevoli, credo che quello che esponi sia una situazione bloccata dalle stesse dinamiche, ripetitive, per mancanza di dati nuovi.
Sembra che tu pur andando fino in fondo nella manifestazione delle tue reazioni , buttando fuori tutto l'accumulo che ce dentro di te, alla fine, tu ne rimanga bloccata, il fatto che hai bisogno di stare a letto per riprenderti sembra, mi pare, che tu ti senta mortificata dalla forza delle tue e sue reazioni, che magari dico magari non riesci ad accettare, vivendole con un senso di frustrazione per non riuscire a reagire in maniera "più consona " a quelli che sono i tuoi canoni.
Marisa

Grazie anche a te, rifletterò a fondo su tutte le vostre risposte.
 
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Moderatore2 sz. Filosofica
view post Posted on 22/11/2010, 11:30




Dalla discussione sono emersi diversi elementi interessanti a cui, secondo me, non è stata data una risposta definitiva.
Ad esempio:quando ci si trova al cospetto di una supposta cristallizzazione talvolta si stenta a capire se è l'altra persona a essere critallizzato o se lo siamo noi. O forse la cristallizzazione è una condizione di entrambe le persone anche se con sfumature diverse?
Abbiamo poi stabilito che, quando ci si rende conto della presenza di una cristallizzazione, è importante diventare attivi rispetto a essa, e ciò non significa prenderne atto e ignorarla, ma reagire ad essa, modificando il comportamento tenuto solitamente a causa della cristallizzazione, permettendo, così, di far arrivare nuovi elementi alla comprensione dell'akasico. Questo, alla lunga, produrrà l'acquisizione di nuove sfumature di comprensione che aiuteranno a sciogliere gli elementi di base che hanno dato il via all'effetto di cristallizzazione.
Nel corso di una cristallizzazione ciò che si blocca non sono le emozioni, o i pensieri, o i comportamenti bensì il fluire di una parte delle vibrazioni del sentire che non trova un'adeguata risposta nella comprensione e, di conseguenza, continua a girare in circolo senza trovare una soddisfacente via di sbocco. Il fatto che uno stesso comportamento possa provenire da diversi tipi di cristallizzazione rende difficile individuare il tipo di cristallizzazione a cui si è sottoposti, ma, in fondo, non è necessario che avvenga: se si è consapevoli dell'esistenza della cristallizzazione e si sta attenti a se stessi, poco alla volta si arriverà, comunque, a fornire all'akasico i dati giusti per spezzare il circolo della cristallizzazione.
La differenza tra i blocchi provocati dall'Io per non mettere in discussione determinati suoi aspetti e la cristallizzazione vera e propria consiste nel fatto che questa si ripete per lungo tempo attraverso malesseri fisici, esistenziali o di rapporto con gli altri e, spesso, in maniera assurda e in qualsiasi circostanza.
Ovviamente il modo principe per sciogliere le cristallizzazioni è quella dell'osservazione e della conoscenza di se stessi.

Domande:
1) quando ci si trova al cospetto di una supposta cristallizzazione talvolta si stenta a capire se è l'altra persona a essere critallizzato o se lo siamo noi. O forse la cristallizzazione è una condizione di entrambe le persone anche se con sfumature diverse?
2) qual è la relazione tra karma e cristallizzazione?
3) qual è la sua utilità?
4) la cristallizzazione presente in una vita si ripresenta nelle vite successive?
5) gli psicosomatismi legati alla cristallizzazione possono essere una traccia per individuare e sciogliere la cristallizzazione?
6) la cristallizzazione che conseguenze ha sull'immagine (o viceversa)?
7) i blocchi che nascono dall'Io hanno sempre la finalità di fornire supporto o sostegno all'Io e all'immagine di sé che vuole dare e mantenere all'esterno

 
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ArmandoZa
view post Posted on 30/11/2010, 16:44




Da quello che ricordo, un individuo "cristallizza" nel momento in cui non fa agire l'insieme dei suoi corpi e quindi, non si trova davanti a nessun dubbio, non si trova davanti a nessuna "macerazione" psicologica interiore e via dicendo. Colui che cristallizza, pertanto, cristallizza per una condizione statica "interiore" da cui non riesce a MUOVERSI e può restare TALE FINO A QUANDO SARA' LA REALTA' ESTERNA A DARE QUESTO STIMOLO, vivendo sul campo l'esperienza. Un fatto, per altro molto esplicativo nel vivere una esperienza , è quello di dire, ad esempio, "IO NON SCELGO" . In realtà questa posizione costituisce già una scelta, quindi essendo "una scelta" NON può essere sintomo di cristallizzazione.

Altro punto, per me molto importante da tenere presente è il fatto che NON è la scelta che porta eventualmente alla sofferenza, nell'ambito dell' 'interazione con l'altro (e/o gli altri), ma è la MOTIVAZIONE per la quale la nostra scelta viene fatta.
In definitiva se noi continuiamo a proiettare all'esterno di noi stessi concetti quale la "cristallizzazione" (e tutti gli altri concetti dell'insegnamento) noi non riusciremo mai a comprendere, veramente, quale è la "realtà" delle cose che ci riguardano.Noi come individui soffriamo allorchè, INTERIORMENTE , ci rendiamo conto che abbiamo scelto per egoismo e non per amore ( l'amore è l'espressione della nostra coscienza, ovvero la parte "conscia" di noi stessi; se vogliamo il "sentire" presente nel nostro corpo akasico).

Armando

Edited by Livvy - 30/11/2010, 18:30
 
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