LucianoB. |
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| Oddio, io vedo la questione “dell’eremita” in una forma ancora leggermente diversa. Perché, se in qualche misura può essere giusto il tuo ragionamento che l’ipotetico eremita toglie la possibilità di fornire uno specchio consapevole all’interlocutore di turno, resta però il fatto che in qualche maniera il suo “ruolo” rappresenta di per se per gli altri uno specchio. Allargando ancora di più la visuale, ci sarebbe allora da chiedersi se una persona che vive in mezzo agli altri, avendo come “caratteristica” però una forte introversione (come esempio ricalca un po’ quello di Daria del divano), che specchi possa fornire al prossimo. Sono però d’accordo con te che la questione presenta molte sfaccettature, di cui non sempre purtroppo si riescono a cogliere i peculiari aspetti. Luciano
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