1990/2015: venticinque anni del Cerchio.

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view post Posted on 31/3/2019, 14:52

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Come abbiamo detto in precedenza agli inizi degli anni 90 ci trovammo davanti a un lungo periodo di tranquillità all'interno del Cerchio: la nuova sede, l'apertura a tutti, l'ottimo lavoro di accoglienza messo in atto dalle “tre cariatidi” accompagnò il lavoro delle Guide in maniera eccellente per circa un quarto di secolo.
Dal canto loro le Guide portarono avanti l'insegnamento, sia quello filosofico che quello etico/morale, ampliandolo e osservandolo in continuazione sotto diversi punti di vista.
Lo svolgimento delle sedute prese un andamento che proponeva uno schema ricorrente (anche se con frequenti variazioni): un'apertura introduttiva da parte di Gneus o Zifed, una parte consistente di messaggi riguardanti l'insegnamento in senso stretto, una sezione in cui veniva data ai presenti la possibilità di rivolgere domande e chiedere ulteriori chiarimenti e, infine, una parte conclusiva, solitamente di tipo etico o affettivo e il commiato.
Col tempo si aggiunsero ulteriori Guide (ad esempio Rodolfo e Ombra) che portarono nuovi argomenti e si andarono ad aggiungere alla molteplicità di entità che si alternavano nel corso delle sedute, intervenendo di volta in volta sia attraverso Gian che attraverso Tullia.
Uno degli aspetti che a noi è sempre sembrato più interessante è stato lo svolgimento di un tema in cui Guide diverse si alternavano tra i due strumenti costruendo una sorta di messaggio unico a più voci, secondo quella che, a parer nostro, evidenziava la regia attenta e programmata che stava alle spalle di ogni incontro. Fu questo tipo di messaggi a più voci – sempre coerenti, interconnessi e senza cadute di logica – che contribuì a smorzare quei dubbi che, malgrado tutto quello che avevamo vissuto in quei lunghi e intensi anni, sotto sotto ancora non erano del tutto dissipati. La complessità e la coerenza di tali interventi era tale da rendere improbabile la produzione all'unisono dei due diversi inconsci. L'unica possibilità che restava era la frode conscia da parte nostra, preceduta dalla preparazione a tavolino della successione degli interventi alternati e la “scaletta” degli stessi. Ovviamente solo noi potevamo essere certi che non fosse così.
La nostra principale difficoltà riguardava le occasioni in cui le Guide facevano degli interventi personali per qualcuno dei partecipanti: la responsabilità che sentivamo non era cosa da poco perché c'era il timore di danneggiare in qualche modo le persone.
E' evidente che le nostre paure erano veramente soltanto nostre e, in fondo, piuttosto ingiustificate, dal momento le Guide riuscirono sempre a parlare con le persone dei loro problemi in maniera talmente delicata che non ci furono mai contrasti o reazioni negative, adottando una tattica ben precisa: in realtà non davano quasi mai soluzioni o indicazioni dirette per risolvere le varie problematiche individuali, ma, invece, inducevano la persona coinvolta a riflettere su se stessa, sulla propria interiorità, sui suoi bisogni e le sue motivazioni più profonde, accompagnandola lungo un percorso che conduceva alla scoperta di una soluzione o di una diversa prospettiva nell'osservare il proprio problema da parte della persona stessa. In linea, insomma, con l'affermazione che fin dall'inizio del loro presentarsi avevano sempre ribadito: le esperienze, anche quelle dolorose e faticose, che ognuno di noi talvolta attraversava si presentavano per offrirci la possibilità di aggiungere elementi di comprensione al nostro corpo della coscienza e le Guide non avrebbero mai potuto fare altro che aiutarci, fornendoci stimoli e argomentazioni logiche, a percorrere il cammino che meglio avrebbe potuto aiutarci a trovare il percorso migliore per trarre da ogni esperienza il massimo frutto possibile.
Un particolare curioso: quando avvenivano questi incontri “personalizzati” una delle Guide si appartava con la persona interessata in un angolo appartato della sede e sempre, sia che intervenisse attraverso Gian, sia che l'intervento avvenisse attraverso Tullia nessuno di noi due sapeva quel che veniva detto e non perché la trance diventasse più profonda ma perché le parole che venivano dette risuonavano alla nostra percezione come rumori di fondo indistinti, il che rendeva incomprensibile per noi quanto veniva discusso tra la persona e la Guida.
Un artificio probabilmente facile da mettere in atto da parte delle Guide ma efficace nel garantire alle persone che quanto veniva detto restava tra loro e la Guida con cui si appartavano e che solo loro, se avessero voluto farlo, avrebbero potuto comunicare ad altri ciò che avevano vissuto in quei momenti a tu per tu con la Guida.
Per quanto riguarda, invece, la nostra vita al di fuori degli incontri in quei venticinque anni accadde un po' di tutto (come succede, per altro, nella vita di qualsiasi altra persona) dai lutti ripetuti in famiglia al presentarsi di problemi adolescenziali piuttosto marcati da parte del minore dei nostri figli, all'altalena tra alti e bassi dell'attività lavorativa. Ricordandoci sempre che non avevamo nessun fiocco rosso sulle nostre esistenze che le rendesse diverse o più facile di ogni altra vita.
 
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