Sul Coronavirus

Alla luce di quanto detto si evince che trovare una risposta individuale a tali tragedie risulta impossibile, infatti il limite dell'insegnamento è che se non lo interpreti a livello globale come esperienza di Razza, sulla propria pelle lasci una traccia di impotenza e fatalità, elementi sui quali non si può agire, se non ridurre il senso di attaccamento al mondo.
E la preghiera all' Assoluto o al Dio di turno, aihmè rischia di protrarre ulteriormente l'illusione di essere salvati a prescindere.
La speranza che tutto questo sia gestito nei migliore dei modi è l'unico filo che, materialmente l'uomo auspica al di là dei finalismi evolutivi o salvifici di cristiana memoria.

Le parole che le Guide ci hanno mandato nel corso di tutti questi anni, hanno appagato la nostra sete di sapere, hanno soddisfatto, almeno in parte, i nostri bisogni di affetto, di amore. Tuttavia se ciascuno di noi si gardasse intorno, si sentirebbe sicuramente solo , finendo, probabilmente, per non capire il " perchè" di quanto stà accadendo. (come in questi giorni)

Noi dobbiamo ricordarci, in ossequio all'insegnamento, che il fatto di essere presenti nel mondo fisico, significa fare esperienza per comprendere e, da questa comprensione, trarre un miglioramento al proprio interno.

In molte occasioni, ci è stato detto dalle Guide, che ciò che accade, non è sintomo di negatività: questa confusione che percepiamo intorno a noi, non prelude ad una tempesta che distruggerà l'umanità, ma invece è un motivo per capire , dalla confusione, dal dubbio, dai perchè, che ciascuno di noi ha una coscienza che pur essendo vicina alla verità, ha bisogno di essere migliorata.

La nostra stessa confusione che percepiamo, continuano le Guide, non è altro che un rispecchiare nel nostro piccolo, quei sentimenti, quella confusione, quel malessere che fanno nascere in noi tutte le domande, i dubbi, le confusioni, i malesseri, ed i "perchè".

Le guide hanno sempre affermato che nulla di ciò che accade, di ciò che è accaduto e di ciò che accadrà, avrà altra funzione se non quella di ottenere il miglior bene possibile, interiormente, per tutti noi .

Le Guide, da anni propongono una idea di un Dio logico e razionale. Un Dio che lascia i film individuali di tutti gli individui che si intreccino tra di loro. Che in questi film ci sia anche il dolore, la sofferenza e questo perchè il salto di qualità- per raggiungere la propria coscienza ( il "sentire se preferiamo)- deve passare -inevitabilmente- attraverso a quell'esperienza.

Quanto precede è stato tratto da una seduta portata delle Guide nell'aprile del 2008. Ogni tanto sento il bisogno di rileggere questa seduta , con la speranza di ritrovarmi interioremente.

Un saluto a tutti

Edited by armando001 - 2/4/2020, 15:18

Che cosa possiamo fare , vista la nostra appartenenza al tutto, per aiutare la società a cambiare?

Sarebbe facile, dicono le Guide, "conoscere noi "stessi".
Chi di noi conosce se stesso?
Quanto si deve conoscere di se stessi? In quale misura è necessario conoscere se stessi?
Quanto si deve conoscere di se stessi per trovare quella pace, quella tranquillità, quella serenità, quella consapevolezza, per AIUTARE anche chi stà attorno a noi, in un momento particolarmente difficile, come quello che stiamo vivendo .?

Non possiamo dimenticare, sempre in ossequio all'insegnamento,
che se non troviamo in noi stessi, la pace, la fiducia, la consapevolezza, DIFFICILMENTE possiamo fare qualche cosa per l'altro E/o per gli altri,.

E ALLORA CHE COSA FARE?

In realtà la risposta è molto semplice. Ciò che si deve fare, continuano le Guide, è cercare di trovare in noi stessi la giusta "intenzione" nel compiere le nostre "azioni". Cercare di fare ciò che si "sente" di fare. Cercare di comunicare agli altri la propria serenità. Cercare quando si è felici, di far sentire agli altri che si è felici , per ricordare a coloro che magari si sono chiusi nella loro infelicità, che la felicità esiste ancora, se la si vuole trovare. Essere quindi, noi stessi, un esempio di felicità, affinchè gli altri non si dimentichino che la felicità esiste.

Cercare di essere se stessi di fronte a se stessi, ma più che altro- essere se stessi- di fronte agli altri. In breve, non mascherare le proprie delusioni, i propri problemi, le proprie confusioni, perchè dobbiamo ricordarci che gli altri, in noi, osservano se stessi. Se ci mettiamo delle "maschere negative" ovvero non mostrandoci come siamo, come possono gli altri scoprire ciò che a loro stessi appartengono?

Sembra difficile quello che precede?
La risposta data a suo tempo, delle Guide: -NO basta semplicemente ricordarsi di farlo e di volerlo fare.

Ancora un saluto a tutti.

Io vorrei aggiungere anche che ognuno di noi ha un karma cui sottostare e, sia con virus che senza, quel Karma avrà le sue conseguenze. Niente è nessuno può modificarlo. Poi non so voi se siete d'accordo..

Il karma individuale fornirà alla nostra "COSCIENZA"-attraverso all'esperienza diretta (anche quella del virus che ci occupa) quegli elementi che ci mancavano per poter ampliare la nostra comprensione.
Certamente, osservando gli effetti del karma, sarà difficoltoso farsi una ragione degli effetti stessi, in particolare dell'estrema giustizia ed equilibrio che gli effetti stessi manifestano.

Un saluto a tutti