Il mio vissuto del 2008 (Gian)

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view post Posted on 11/1/2020, 13:30

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Di recente mi sono state poste alcune domande (che penso siano venute in mente a molti) derivanti dal post in cui abbiamo raccontato l'anno 2008 e i grossi problemi di salute che ho avuto in quell'anno.

“Come si sono comportate le Guide in quel periodo?”
“Hai avuto paura di morire?”

Credo che la domanda a cui sia più facile rispondere sia la prima: in quei giorni le Guide non si sono fatte assolutamente sentire.
Non so quanti possono capire e accettare un comportamento di quel genere, visto che tendiamo un po' tutti a immaginare le Guide come facilitatori o aiutatori nei momenti in cui i problemi della vita (dai più momentanei e di breve durata a quelli più difficili da affrontare) diventano decisamente creatori di sofferenza.
Noi non ci aspettavamo assolutamente alcuna indicazione da parte delle Guide, ben sapendo che se non vi era un loro intervento era perché quello che stavamo vivendo era di stampo nettamente karmico e che, quindi, loro non avrebbero potuto interferire con l'esperienza che dovevamo vivere e che dovevamo affrontarla con le nostre forze per trarre da essa gli elementi di comprensione che ci servivano per avanzare nel nostro percorso.
Quello che ci stupì fu che, malgrado la criticità della situazione che stavamo vivendo, alcuni messaggi erano comunque continuati ad arrivare e questo ci fece sentire comunque che loro continuavano ad esserci vicini. E non mancò, ovviamente, il pensiero che forse quello era un modo per dire che le cose sarebbero andate bene e che il loro lavoro sarebbe andato avanti, tant'è vero che dopo soli tre mesi le sedute, anche se con modalità diverse da come si erano svolte in precedenza, ripresero con il solito susseguirsi di messaggi e di interventi delle varie Guide.
Ancora una volta ci venne indirettamente dimostrato (come più di una volta, negli anni, d'altra parte, era stato sottolineato) che non godevamo di privilegi speciali per il fatto di essere strumenti e che non ci era stato messo nessun fiocchetto rosso che ci segnalasse di essere, in qualche maniera, dei “figli prediletti”.

Per quello che riguarda la seconda domanda devo dire che sinceramente non ho avuto alcuna paura di morire anzi, addirittura che l'idea di poterci lasciare le penne era piuttosto distante dai miei pensieri.
Quello che non saprei dire è se sia stato perché “sentivo” che non era ancora arrivato il mio momento o se, semplicemente, non mi ero reso veramente conto di quanto fosse complicata e problematica la mia condizione fisica.
Solo in seguito, parlando con Tullia, sono venuto a sapere che mi avevano salvato per un pelo e che c'erano state, oltre ai problemi cardiaci, anche delle conseguenze polmonari rilevanti di cui non avevo intuito la portata.
Certamente fu più difficile per Tullia che per me: da un momento all'altro si ritrovò sulle spalle il peso di dover gestire da sola la piccola attività commerciale che avevamo, oltre a fare la spola tra negozio e ospedale cercando di non farmi vedere quanto era preoccupata e in difficoltà.
Mi sono chiesto talvolta se alla mia beata incoscienza non abbia contribuito anche un sogno (di quelli “vivi”, come diciamo tra di noi per segnalare quei sogni di una particolare pregnanza che talvolta facevamo, specialmente Tullia) fatto diversi anni fa, in cui vivevo il momento della mia morte, una morte tranquilla e serena e alla buona età di ottant'anni.
Non è che la cosa abbia molta importanza: in fondo si tratta comunque di un sogno e sappiamo come sia difficile darne un'interpretazione sicura... anche se, naturalmente, il mio Io si augura che si sia trattato proprio di un sogno profetico!
Se qualcuno si chiedesse se ho paura di morire posso dire che, piano piano gli ottant'anni si stanno avvicinando, e devo ammettere che, se ci penso, un certo “sfarfallio” allo stomaco lo avverto e sotto sotto sono sicuro che, quando sarà il momento, anche io, come tutti, avrò il mio momento di paura e di panico all'idea che io, IO, non ci sarò più!
Ma è sempre e soltanto questione di un attimo... forse, magari, solo perché, in fondo, l'ottantesimo compleanno non è ancora proprio dietro l'angolo. (Gian)
 
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view post Posted on 13/1/2020, 19:30
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Grazie di questa tua testimonianza; leggere i pensieri di una persona che ha con-vissuto in senso letterale con tali Guide per tanti anni quando viene messo alle strette dalle vicende umane mi da la forza di continuare nel mio percorso faticoso ma - non sempre ma talvolta sì -gioioso.

Essere compagni di viaggio anche se non ci si conosce di persona fa bene al cuore.

Martino
 
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