CITAZIONE (frazamb @ 25/10/2023, 22:31)
Da questo parallelismo, possiamo dedurre che è l'osservazione a trasformare l'onda in corpuscolo e che, per fare questo, deve agire attivamente su quell'onda? .... facendola collassare in forma di corpuscolo, come suggeriscono gli scienziati, quando cercano di spiegarci i risultati strabilianti dell'esperimento della doppia fenditura?
Eh, questa una domanda cruciale.
Se si dà retta agli scienziati, la risposta mi sembra sia sì. L'onda si trasforma in particella e viceversa, in base alla presenza o assenza di un processo di percezione.
Un'altra possibilità è che nel momento in cui subentra la percezione inizi la proiezione dell'illusione. L'onda è ancora là, tale e quale. Semplicemente noi iniziamo a percepirla come particella.
Bisogna decidere a quale delle 2 spiegazioni credere, non penso possano essere vere entrambe.
Hai presente quei quadri "tridimensionali" sui quali, quando li guardi, all'inizio sembra non esserci altro che segni complessi, confusi e privi di senso, ma poi mano a mano che li fissi, comincia ad emergere da essi un'immagine tridimensionale molto chiara come, che so, magari un delfino che nuota?
In quel caso si parla, giustamente, d'illusione ottica.
Il delfino non è stato mai disegnato su quel foglio e meno che meno può essercene uno tridimensionale... essendo appunto su di un foglio.
Il delfino illusorio è stato realizzato dentro di noi, all'interno del nostro meccanismo di percezione.
Quando osservo il delfino c'è.
Quando non osservo il delfino non c'è.
E al suo posto sul foglio trovo altro. Qualcosa che contiene le informazioni per creare il delfino, ma che lo fa, solo dopo che ha interagito con il mio apparato percettivo.
Nel mio esempio il foglio coi segni complessi e apparentemente indistinti sarebbe il fascio di vibrazioni (o onde), mentre il delfino sarebbe la nostra particella.
Non so quanto sia chiaro il mio esempio, ma penso che l'interpretazione più in linea con l'insegnamento (ma anche con la mia logica) sia questa. Un processo di semplice percezione non può, secondo me, cambiare la natura profonda di qualcosa. Una particella che diventa un'onda o un foglio di carta che si materializza in un delfino. Mi sembra più plausibile che una delle due rappresentazioni, sia illusoria.
CITAZIONE (armando0011 @ 26/10/2023, 11:28)
Una vibrazione di ansietà che si muove al mio interno, un esempio ai margini della questione filosofica che
ci occupa- si muove perchè c'è qualche cosa che non ho compreso. Quindi è un campanello d'allarme che mi mette di fronte al fatto che io ho qualche cosa, al mio interno, che deve essere compreso. Però non lo ho ancora compreso, quindi la -vibrazione- non può essere -sovrastata- può forse essere tenuta a freno , può essere osservata. La vibrazione, però, esiste, provoca qualche cosa al mio interno, non posso bloccarla in nessun modo. La posso bloccare soltanto allorchè comprendo e quindi la vibrazione, non vibra più.
Penso che sia una lavoro di sintonizzazione. Come quando giri la rotellina della radio per ricevere un segnale. Quando non sei ancora "sintonizzato", il passaggio di vibrazioni è dissonante crea dei disturbi nel nostro campo vibratorio. Noi chiamiamo quelle interferenze "sofferenza". La sofferenza cessa davvero solo quando i cambiamenti nel nostro campo vibratorio si allineano, in qualche modo, con queste vibrazioni provenienti dall'ambiente. Proprio come la radio quando riesce alla fine a sintonizzarsi e a ricevere un bel segnale pulito.
Io almeno la vedo così.