La cristallizzazione

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Daria83
view post Posted on 20/10/2010, 14:59




Definizione di Georgei
Momento di stasi interiore dell’individuo incarnato, che causa al suo interno un blocco delle spinte verso l’evoluzione e la comprensione. Per uscire dalla cristallizzazione talvolta basta lo stimolo giusto proveniente dalle vicissitudini della vita o quello interno risalente alle spinte della coscienza ma, nei casi in cui l’individuo non riesce proprio ad uscire da essa, l’esistenza sarà costretta a ricorrere all’arma estrema, ovvero la sofferenza: per sfuggire ad essa l’Io si trova, infatti, costretto ad agire e, perciò, a rimettere in moto l’interazione delle varie componenti dell’individuo e la vita che sta vivendo, alla ricerca di un nuovo equilibrio in cui la sofferenza sia la minore possibile.

Messaggio di riferimento
Il concetto di cristallizzazione è un concetto che, al di là delle sue sfumature filosofiche, è importante per ognuno di voi, singolarmente, non soltanto in linea teorica ma anche principalmente in linea pratica, perché se voi, nel corso delle vostre giornate, riusciste ad osservarvi con attenzione, cercando di essere obiettivi su ciò che fate, ciò che dite e ciò che pensate, potreste con una certa facilità rendervi conto di quelli che sono i vostri atteggiamenti e i vostri comportamenti ripetuti. Bene, la maggior parte di questa ripetizione di atteggiamenti e di comportamenti indica, il più delle volte, che si è in presenza di quella che noi definiamo «cristallizzazione». (Moti)

E questo, creature, non può che essere uno dei modi migliori per arrivare a conoscere se stessi e, quindi, in qualche maniera, arrivare ad allontanare quella sofferenza che tutti voi, dichiaratamente, apertamente, cercate di evitare nel corso delle vostre vite.
Ma vediamo un attimo, in maniera più terra-terra, da persona normale a persona comune, come si può intendere, o percepire, o recepire, o trasmettere il concetto di cristallizzazione proiettandolo, ovviamente, su quello che è il campo di battaglia della filosofia e dell’etica, ovvero l’esperienza quotidiana di ognuno di voi nel corso della vita che sta vivendo.
Tanto per incominciare, bisogna tener presente che, quando si parla di cristallizzazione, non si parla di cristallizzazione di un individuo nella sua totalità; sono rarissimi i casi di individui che sono totalmente cristallizzati, ovvero che abbiano all’interno dei problemi talmente grandi e delle incomprensioni talmente grandi, dei fantasmi vibratori (se volete) talmente grandi da occupare completamente tutto il loro modo di essere, tutta la loro capacità evolutiva. In realtà, la cristallizzazione riguarda una porzione dell’individuo o, il più delle volte, nei casi più semplici, una sfumatura di comprensione di qualche cosa; ovvero l’individuo non ha compreso perfettamente una sfumatura di qualche cosa, non avendola compresa si trova a ricevere gli impulsi verso questa ulteriore comprensione di cui abbisogna da parte della coscienza, ed ecco che l’esperienza, la vita, gli presenta le occasioni per sperimentare questa sfumatura di comprensione. Molte volte, è l’Io stesso che si oppone a questa comprensione, in quanto cerca di fornire di sé un’immagine migliore di quella che pensa di avere. Ecco, così, che voi, invece di acquisire attraverso le esperienze che vi si presentano i dati che possono essere utili a capire queste sfumature, e quindi a sciogliere queste piccole cristallizzazioni, fate finta di non vedere quello che sta succedendo, fate finta di non comprendere quello che l’esistenza vi propone, fate finta di non accorgervi di come gli altri reagiscono ai vostri comportamenti, magari proiettando sugli altri la responsabilità di quello che accade, e via e via e via. In questa maniera, succede che al vostro corpo akasico, malgrado l’esperienza si ripeta e vi possa fornire i dati giusti, non vengono fatti arrivare i dati che l’esperienza può procurare.
Come dicevo si tratta, quindi, di cristallizzazione non dell’individuo nella sua totalità, ma di parti dell’individuo. Vi è chiaro questo concetto? Quindi cercate di ragionare in questa ottica: che mentre uno di voi, in qualche modo, cristallizza, non è che cristallizzi sotto tutti i suoi aspetti evolutivi, ma cristallizza in qualche particolare direzione, più o meno ampia, più o meno importante per la sua comprensione.
Può essere anche importante sfatare un pensiero che può venire a chi pensa di crearsi un’immagine dell’individuo che cristallizza; infatti, più di uno di voi pensa che l’individuo cristallizzato possa essere identificato con … che so io … la persona abulica, la persona che sembra non avere stimoli, la persona che sembra agire poco con la vita; no? Quanti di voi hanno questa impressione? E può essere anche un’impressione in alcuni casi valida, però state attenti che non sempre è così; e qua potrei riallacciarmi facilmente al discorso del «non giudicare» perché in realtà può anche accadere invece che la persona cristallizzata, proprio per il suo tentativo di non comprendere, di non vedere la verità che non vuol vedere, diventi iperattiva e sia invece una persona che, magari, fa centomila cose in una volta, abbia apparentemente un grandissimo entusiasmo, e via e via e via.
Però, se ciò che deve comprendere è il fatto che deve (che so io) … prestare più attenzione ed essere più disponibile nei confronti degli altri, ecco che allora, sotto questo punto di vista, pensando a questa sua necessità di comprensione, si può capire che il suo tentativo di cristallizzare risale al fatto che, diventando iperattivo, facendo tante e tante cose una dopo l’altra con grandissimo entusiasmo, si trova ad essere talmente preso da quello che fa da poter dire a se stesso – giustificando il suo comportamento – «Non ho fatto questo o quell’altro perché in realtà non avevo la possibilità di farlo». D’accordo?
Come vedete, quindi, osservando i vostri comportamenti potete arrivare a comprendere ciò che voi siete e ciò di cui avete bisogno; ed è ciò di cui avete bisogno quello che maggiormente vi dovrebbe interessare, senza fermarvi però alle prime risposte che avete, anzi, come regola, come regola d’oro direi, tenete sempre presente che le prime risposte, quelle più comode - come dicevano prima i nostri amici – sono quelle più facili e quasi sempre sono quelle meno sincere, e quasi sempre sono quelle che nascondono i motivi della vostra cristallizzazione. (Scifo)


*** ***

Propongo questo argomento perchè mi sta particolarmente a cuore. Sono convinta che tutti noi conosciamo almeno una persona in cui individuiamo comportamenti ripetitivi che la portano a commettere sempre gli stessi errori, o a non vedere determinate cose per noi importanti... per cui mi sembrava interessante capire non solo cos'è che ci porta a questi blocchi, ma anche come riconoscerli e soprattutto come uscirne.

Dico "mi sembrava" perchè poi leggendo la definizione qui sopra, così limpida e completa, mi sembrerebbe solo di rovinarla facendone una parafrasi inutile... :unsure: In compenso però mi sono sorte alcune domande di natura pratica.

1) Appurato che da uno stato di cristallizzazione l'individuo ne esce solo o con un forte stimolo esterno (a mali estremi anche una sofferenza) o con una forte spinta della coscienza (più forte dell'opposizione dell'Io a questo punto), com'è che invece dovrebbe gestire la cosa chi è intorno a questo individuo?? Perchè se è vero che di fatto si può fare ben poco per aiutarlo, è anche vero che non facendo nulla si rischia di essere coinvolti in questo suo blocco, finendo con l'accettarlo/assecondarlo e finire a propria volta in una piccola cristallizzazione. (Ho in mente un esempio concreto quando dico questo, per cui magari non riesco ad esprimerlo in modo molto chiaro).

2) Quando un individuo è consapevole di stare evitando un'esperienza e che il suo comportamento è ripetutamente lo stesso, si può parlare di cristallizzazione o no? La cristallizzazione è solo inconsapevole?

Daria
 
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view post Posted on 20/10/2010, 16:40

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CITAZIONE (Daria83 @ 20/10/2010, 15:59)
1) Appurato che da uno stato di cristallizzazione l'individuo ne esce solo o con un forte stimolo esterno (a mali estremi anche una sofferenza) o con una forte spinta della coscienza (più forte dell'opposizione dell'Io a questo punto), com'è che invece dovrebbe gestire la cosa chi è intorno a questo individuo?? Perchè se è vero che di fatto si può fare ben poco per aiutarlo, è anche vero che non facendo nulla si rischia di essere coinvolti in questo suo blocco, finendo con l'accettarlo/assecondarlo e finire a propria volta in una piccola cristallizzazione. (Ho in mente un esempio concreto quando dico questo, per cui magari non riesco ad esprimerlo in modo molto chiaro).

2) Quando un individuo è consapevole di stare evitando un'esperienza e che il suo comportamento è ripetutamente lo stesso, si può parlare di cristallizzazione o no? La cristallizzazione è solo inconsapevole?
Daria

Forse mancano alcuni elementi di cui si deve tenre conto nella tua prima domanda.
Se è vero, infatti, che si può fare ben poco per aiutare una persona cristallizzata, tuttavia non si deve correre il rischio di cristallizzarci a sua volta. Non possiamo fare nulla (a meno che l'altro non sia consapevole della sua cristallizzazione e ne voglia uscire) ma possiamo fornirgli gli stimoli che riteniamo possano essergli utili col risultanto contemporaneo che ci si sente meno frustrati, non si perdono le speranze e il rapporto continua a essere vivo almeno nel suo ambito più ristretto. Inoltre ci permette di non cristallizzarci a nostra volta finendo col diventare indifferenti all'altro e rinunciando a fare qualcosa, elemento che, prima o poi, farà probabilmente nascere in noi dei sensi di colpa.

Per quanto riguarda la seconda domanda penso che la cristallizzazione possa avere vari gradi, dalla completa inconsapevolezza e una sempre maggiore consapevolezza a mano a mano che la persona cristallizzata avanza verso il superamento della cristallizzazione. Mentre scrivevo mi è venuto in mente che potrebbe essere considerata come un archetipo personale: viene creato dalla propria incomprensione di qualcosa e si deve percorrere tutto l'archetipo, dalla minima comprensione alla massima comprensione prima di poterlo abbandonare.
Può darsi che sia un paragone azzardato, però lo trovo affascinante, in quanto, se avessi ragione, sarebbe un ulteriore elemento del "così in basso così in alto" che citano le Guide quando ci ricordano che gli schemi e i cicli della realtà si ripetono sia nel macrocosmo che nel microcosmo.
 
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view post Posted on 20/10/2010, 20:52
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CITAZIONE (Daria83 @ 20/10/2010, 15:59)
[Propongo questo argomento perchè mi sta particolarmente a cuore. Sono convinta che tutti noi conosciamo almeno una persona in cui individuiamo comportamenti ripetitivi che la portano a commettere sempre gli stessi errori, o a non vedere determinate cose per noi importanti... per cui mi sembrava interessante capire non solo cos'è che ci porta a questi blocchi, ma anche come riconoscerli e soprattutto come uscirne.

Dico "mi sembrava" perchè poi leggendo la definizione qui sopra, così limpida e completa, mi sembrerebbe solo di rovinarla facendone una parafrasi inutile... :unsure: In compenso però mi sono sorte alcune domande di natura pratica.

1) Appurato che da uno stato di cristallizzazione l'individuo ne esce solo o con un forte stimolo esterno (a mali estremi anche una sofferenza) o con una forte spinta della coscienza (più forte dell'opposizione dell'Io a questo punto), com'è che invece dovrebbe gestire la cosa chi è intorno a questo individuo?? Perchè se è vero che di fatto si può fare ben poco per aiutarlo, è anche vero che non facendo nulla si rischia di essere coinvolti in questo suo blocco, finendo con l'accettarlo/assecondarlo e finire a propria volta in una piccola cristallizzazione. (Ho in mente un esempio concreto quando dico questo, per cui magari non riesco ad esprimerlo in modo molto chiaro).

2) Quando un individuo è consapevole di stare evitando un'esperienza e che il suo comportamento è ripetutamente lo stesso, si può parlare di cristallizzazione o no? La cristallizzazione è solo inconsapevole?

Daria

Argomento interessante e vicino alla mia esperienza. Anche a me è capitato per un lungo periodo della mia vita di non riuscire a capire se il cristallizzato fosse la persona accanto alla quale vivevo oppure se fossi io stessa che continuavo a riproporre incessantemente delle soluzioni che mi riportavano puntualmente al punto di partenza. Forse lo eravamo entrambi. Devo dire che io ero consapevole di ciò che vivevo, ma in sostanza la questione non cambiava. Avevo la sensazione di cozzare contro un muro di gomma. Non ho ancora individuato cosa ha fatto sciogliere il nodo (o i nodi), ma fortunatamente si è sciolto, o almeno così mi pare.
 
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view post Posted on 20/10/2010, 23:15
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Cristallizzazione, blocco, vortice, fantasma vibratorio, penso possano essere considerati modi diversi di osservare e definire l'effetto di una o più incomprensioni, su uno o più componenti di uno o più corpi, di un individuo.
Qualche anno fa, con Ulisse, feci una relazione proprio sulla cristallizzazione e ricordo che, allora, enfatizzai l'aspetto akasica di questo fenomeno, cioè il blocco del processo di comprensione, mentre poi in seduta, le Guide, puntarono di più l'attenzione sugli aspetti mentali, astrali e fisici, della cristallizzazione, anche perché poi, di fatto, ciò che dobbiamo osservare, per uscire da una cristallizzazione, sono appunto le ricaduta mentali, astrali e fisiche, di una incomprensione che sembra non smuoversi, a volte, anche per una vita intera o più vite.
Allora si parlò di grandi e piccole cristallizzazioni, in parallelo con grandi e piccoli fantasmi vibratori (dove per grandi, si intendeva anche duraturi), tirando in ballo anche il concetto di karma, soprattutto per le grandi cristallizzazioni, che stanno dietro le grandi psicosi, dove non so fino a che punto l'individuo è consapevole che è cristallizzato.
Comunque, anche le piccole cristallizzazioni, quelle legate a piccoli fantasmi (piccole incomprensioni, sfumature di incomprensione), non sono sempre facili da individuare, perché ben mascherate (vedi l'iperattività dell'esempio riportato nel messaggio introduttivo), e anche quando sono individuate, non sempre sono considerate negative e, quindi, cose di cui liberarsi, in quanto funzionali alle esigenze dell'IO.
Certo, il sapere che, dietro una cristallizzazione, c'è un blocco del processo di comprensione, dovrebbe rappresentare uno stimolo a darsi da fare per uscire dal vortice, ma come sappiamo spesso così non è; sembra molto più efficace lo stimolo che viene dall'esterno, in forma di esperienza dolorosa.
Però qui, siamo già nell'etica della cristallizzazione. Forse sarebbe meglio continuare ad approfondire l'aspetto filosofico, facendo i collegamenti con con altri aspetti dell'insegnamento, ad esempio considerando la cristallizzazione, anche dal punto di vista degli achetipi transitori, dell'Io, del carattere, della personalità, dei corpi inferiori, ecc.

Francesco


 
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view post Posted on 21/10/2010, 17:24

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Ho visto che nella sezione Messaggi è stato riportato un pezzo inedito di Georgei.
Lo trascrivo perché, secondo me, potrebbe essere utle a questa discussione.

Ho sentito qualcuno affermare:

"C’è comunque l’uso improprio e fuorviante del termine “cristallizzazione”, perché – a quanto ne so io - viene definito “cristallizzato” (in un dato settore) colui che reagisce sempre alla stessa maniera di fronte a un evento; quindi colui che non cambia il suo IO e continua a commettere gli stessi errori."

Mi sto rendendo conto che comprendere con precisione la terminologia dell'insegnamento non è sempre agevole, sottoposto com'è, come qualsiasi cosa sottoposta alla percezione soggettiva individuale, all'interpretazione personale.
Molte volte, infatti, date mostra di conoscere l'insegnamento, ma vi sfugge sempre qualche particolare fatto che, in qualche modo, vi porta a falsare la vostra acquisizione dei concetti.
Prendiamo la frase che ho appena citato: va tutto bene tranne un punto: "...viene definito “cristallizzato” (in un dato settore) colui che reagisce sempre alla stessa maniera di fronte a un evento; quindi colui che non cambia il suo IO e continua a commettere gli stessi errori".
Infatti la cristallizzazione non è individuabile con certezza dal comportamento che il "cristallizzato" mostra con le sue reazioni: ad una stessa cristallizzazione possono corrispondere diverse reazioni sul piano fisico (ed è questo che complica la vita a chi cerca di individuarla).
Questo accade perché la conseguenza della cristallizzazione non è mai pura, ma subisce l'influenza, nel suo manifestarsi nell'azione sul piano fisico, di tutti gli altri elementi che concorrono alla sua manifestazione sul piano fisico: dalle comprensioni, dalle spinte di un Io che cambia in continuazione, dagli stimoli diversificati e complessi che ogni esperienza presenta e via dicendo.
Io direi che la cristallizzazione può essere definita solo dalla spinta interiore: è il blocco di una parte del fluire (delle vibrazioni) che non riesce a fluire e ad amalgamarsi col resto dell'interiorità dell'individuo, una base che resta costante finché il circolo vibratorio che la alimenta non viene interrotto o alterato dal raggiungimento di parziale o totale comprensione che va a modificare il nucleo vibratorio della cristallizzazione.
Quindi la risposta sul piano fisico può essere diversa (addirittura opposta) pur essendo l'effetto di una stessa cristallizzazione.
(Georgei)

Edited by Moderatore1 sz. Filosofica - 26/10/2010, 14:40
 
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luca_m
view post Posted on 21/10/2010, 21:14




A questo punto dopo quanto riportato da Gian l'argomento si complica non poco.
Perchè se da un lato, anche tenendo conto del messaggio iniziale che è stato riportato, le cristallizzazioni riguardano sempre piccole porzioni dell'individuo, soprattutto sfumature dall'altro diventa comunque difficile riuscire a scovarle visto che la risposta fisica può essere diversa.

E' molto interessante però, soprattutto a livello pratico, il collegamento che si fa tra cristallizzazione e immagine. Lo trovo un buonissimo spunto pratico perchè il rimando della nostra immagine lo abbiamo direi quotidianamente grazie agli altri, che ne dite?


 
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SerGian
view post Posted on 21/10/2010, 21:29




Volevo inserirmi nella discussione, con un breve esame del significato della "cristallizzazione", io lo riterrei un possibile ristagnare in un comportamento o sottostare a dei sensi di colpa; sotto un certo punto di vista si potrebbe pensare che per uscire da tale stato, consapevole e non, bisognerebbe adottare sempre e comunque il metodo dell' essere un individuo attivo, far sì che la vita stessa con le sue esperienze più o meno gratificanti o dolorose, non prenda il sopravvento e ci congeli la capacità e la volontà di reagire, nel bene o nel male, per cui risulta importante reagire.
Questo, secondo me, potrebbe essere un aspetto non da sottovalutare, mettere in moto le proprie energie significherebbe cercare in qualche modo, attraverso proprio a questa reattività consapevole di aver la possibilità di ottenere sempre nuovi dati che andranno a far sì che la "cristallizzazione" piano piano venga meno e si sciolga più rapidamente.
Significa aver anche il coraggio di rimettersi in discussione anche su idee e pensieri che in qualche modo, con arroganza, si ritengono essere dei pilastri inattaccabili e sui quali avevamo posto le nostre verità, per esempio in rigidi schemi mentali.
Magari ci si convince di essere pacifici e tranquilli ma in realtà, finiamo con l'essere dei "tepidi", poco inclini al cambiamento alimentando anche inconsciamente la "cristallizzazione".
Possono essere dei punti su cui meditare?
Riconosco di non ho esaminato il problema a livello filosofico, ma ho ritenuto opportuno comunque esporlo in questa sezione.


Giancarlo
 
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view post Posted on 21/10/2010, 22:48
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Ciao Gian, nel messaggio di Georgei che hai proposto (molto pertinente), viene focalizzato meglio il concetto di cristallizzazione, dove si intende che ciò che cristallizza, non è un comportamento, una emozione o un pensiero, ma (mi pare di aver capito) il fluire del sentire, in quei punti dei corpi inferiori, dove insiste in maniera pesante e duratura un fantasma vibratorio.
Però non penso che si tratti di un blocco del sentire, ma di una deviazione delle sue vibrazioni, che girano attorno a quei blocchi, senza apparentemente modificarli, per molto tempo.
Ciò che cristallizza, in pratica, è il processo di comprensione, ovviamente non in toto, ma intorno ad alcuni "nodi" particolari.

Francesco
 
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view post Posted on 22/10/2010, 06:56

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Dalle parole di Georgei si capisce che non è un blocco del sentire, dato che dice: "è il blocco di una parte del fluire che non riesce a fluire e ad amalgamarsi col resto dell'interiorità dell'individuo".
Quindi sono d'accordo con te, anche perché ritengo che il sentire non possa mai venire bloccato, al massimo deviato o ricoperto di elementi fuorvianti.
Il risultato, alla fin fine, è quello che dici: il blocco della comprensione. O, forse meglio, il rallentamento quasi totale nella comprensione di qualche elemento che sarebbe necessario comprendere, perché penso che la comprensione, in altre direzioni e su altri elementi, possa comunque continuare.
 
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flavio za
view post Posted on 23/10/2010, 08:32




Della cristallizzazione mi colpisce il terribile potere che esprime. Sia che "cristallizzi" la mia immagine gradita, o quella degli altri o quella del mondo, nessuno ha il potere di cambiarle, queste immagini, se io non lo voglio. Un esempio, per me, ecclatante è l'idea delirante. Tutto il mondo dice al soggetto che ha torto, ma lui continua, imperterrito, ad affermare, contro il mondo intero, la sua ragione. E tutti siamo un po' deliranti.
Con il potere della cristallizzazione creiamo i nostri inferni e i nostri "pseudo" paradisi. Il giudizio è una micro cristallizzazione. Rendiamo statico ciò che è fluido. Credere che un dolore durerà "per sempre" crea un inferno di dolore straziante. Credere che una situazione desiderata durerà "per sempre" crea uno pseudo paradiso.
Ma il piacere di allargare l'idea di sè e degli altri è troppo seducente per non lasciarsi andare al flusso.
 
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giusca
view post Posted on 24/10/2010, 13:22




Mi è venuto un dubbio leggendo il recente massaggio di Georgei sulla Cristallizzazione e pertanto vorrei chiedere al Moderatore della Sezione Filosofica se la parola “fluire” è da sostituire con “sentire”, in modo che la frase risulti la seguente :
“ ………… Io direi che la cristallizzazione può essere definita solo dalla spinta interiore: è il blocco di una parte del (fluire) sentire che non riesce a fluire e ad amalgamarsi col resto dell'interiorità dell'individuo, …”
Grazie. 
Giuliana
;)
 
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Daria83
view post Posted on 24/10/2010, 20:59




Ciao! Io, lo ammetto, mi sono un po' persa... image

A livello "meccanico" non riesco più bene a capire cosa sia di fatto questa cristallizzazione, perchè si è parlato sia di un "blocco" che di un comportamento ridondante e faccio fatica a capire quali siano gli elementi in gioco in queste due cose. E pensare che dalla prima definizione mi sembrava tutto così chiaro!!

Invece.. .alla luce del pezzo riportato da Gian mi pare si sia arrivati alla conclusione che riconoscere una cristallizzazione non si possa o che sia molto difficile, giusto?

Ma quindi - e scusate la banalità della domanda - ma se non è detto che siano cristallizzazioni, che cos'altro potrebbero essere quei comportamenti ripetitivi, le immancabili scappatoie che ci creiamo ad hoc per evitare determinate situazioni, il non riuscire ad uscire da un certo stato d'animo, l'apatia... e tutte queste cose che fino a ieri io chiamavo allegramente cristallizzazioni? ^_^
 
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tulliarina
view post Posted on 25/10/2010, 11:19




Ciao Giuliana
ti ringrazio per la segnalazione; ho preso atto della tua indicazione, e come vedrai il messaggio è stato corretto, mancavano soltanto due parole: ...il fluire "delle vibrazioni" che non riesce...
Per il prossimo futuro, comunque, in eventuali casi analoghi cerchiamo di non trovare le risposte dai Moderatori ma discutendone tra di noi che è lo scopo del Forum. Le eventuali risposte che non riusciremo a trovare saranno poi chiarite dalle Guide, come è giusto che sia.
Tullia

Edited by Odisseo76 - 26/10/2010, 13:24
 
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view post Posted on 25/10/2010, 11:51

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CITAZIONE (Daria83 @ 24/10/2010, 21:59)
Ciao! Io, lo ammetto, mi sono un po' persa... image
A livello "meccanico" non riesco più bene a capire cosa sia di fatto questa cristallizzazione, perchè si è parlato sia di un "blocco" che di un comportamento ridondante e faccio fatica a capire quali siano gli elementi in gioco in queste due cose. E pensare che dalla prima definizione mi sembrava tutto così chiaro!!
Invece.. .alla luce del pezzo riportato da Gian mi pare si sia arrivati alla conclusione che riconoscere una cristallizzazione non si possa o che sia molto difficile, giusto?
Ma quindi - e scusate la banalità della domanda - ma se non è detto che siano cristallizzazioni, che cos'altro potrebbero essere quei comportamenti ripetitivi, le immancabili scappatoie che ci creiamo ad hoc per evitare determinate situazioni, il non riuscire ad uscire da un certo stato d'animo, l'apatia... e tutte queste cose che fino a ieri io chiamavo allegramente cristallizzazioni? ^_^

In linea di massima io non definirei come cristallizzazioni i comportamenti che citi, mi sembrano semplicemente sotterfugi dell'Io per gratificarsi o ottenere quello che pensa di meritare e per evitare le cose che possono mettere in discussioni l'immagine che ha di sé (essenzialmente "Io sono il migliore e ho un perfetto controllo della realtà che mi circonda).
Perché si possano definire cristallizzazioni, secondo me, devono essere ripetute sempre e per lungo tempo e devono provocare dei problemi fisici o di relazione di una certa rilevanza non di tipo occasionale, nel senso che si manifestano anche quando non vi sarebbe nessuna necessità di manifestarsi.
Non so se trovo un esempio... "le immancabili scappatoie che ci creiamo ad hoc per evitare determinate situazioni" sono semplicemente frutto dell'Io quando, trovandosi in una situazione che non vogliamo affrontare facciamo anche la cosa più insensata per evitarla, ma hanno alla base una cristallizzazione quando diventa un comportamento che si tiene sempre e comunque in qualsiasi situazione. Spero di essere riuscito a spiegarmi in maniera accettabile!
 
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view post Posted on 26/10/2010, 12:37
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Credo che il nocciolo del messaggio di Georgei fosse che in realtà quella della cristallizzazione è una questione strettamente interiore. Non c'è necessariamente un comportamento individuabile con sicurezza sul piano fisico, perché sul piano fisico esistono una miriade di influenze (e non sto a farne l'elenco, le sapete meglio di me) che di fatto alterano il comportamento esteriore che assumiamo di volta in volta, pur lasciando quasi intatta la cristallizzazione al nostro interno.
Non penso quindi che la cristallizzazione si possa sempre individuare, né tutto sommato che sia importante farlo.
L'osservazione di se stessi rimane la via da percorrere, e per il resto, per rompere le nostre cristallizzazioni, niente paura, ci pensa la vita (come dice Ligabue) ;)

Edited by Odisseo76 - 27/10/2010, 15:13
 
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