Conscio e inconscio, C'è un rapporto tra preconscio e archetipi transitori?

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gianfrancos
view post Posted on 31/1/2011, 14:55 by: gianfrancos

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CITAZIONE (SerGian @ 31/1/2011, 07:13) 
Da quanto presentato dalle varie Guide, emerge che l’argomento può essere considerato da due prospettive:

inconscio di piano: è di pertinenza dell’individuo, si colloca nei piani transitori, ed appartiene alla singola incarnazione; si può definire inconscio tutto ciò che appartiene ai piani successivi rispetto a quello in cui l’individuo si trova con la propria consapevolezza. Si tratta di un inconscio “strutturale” perché l’individuo non possiede sensi adeguati per percepire i propri corpi sugli altri piani. Si deve considerare, inoltre, che anche sul piano in cui l’individuo sta sperimentando (es.: fisico) anche buona parte di ciò che succede non arriva alla consapevolezza (es.: molti dei propri processi fisiologici) e quindi si può collocare nella sfera inconscia. Ne risulta che il coscio dell’individuo incarnato è ben poca cosa rispetto al suo inconscio.

Inconscio di coscienza: è di pertinenza dell’individualità, si colloca sul piano akasico, ed appartiene quindi a tutte le incarnazioni che l’individualità avrà bisogno di effettuare per completare il proprio ciclo evolutivo, per mezzo del quale l’inconscio si trasforma via via in conscio attraverso il processo preconscio.

Se consideriamo la prospettiva akasica, che determina ed influenza tutte le altre materie, credo che possiamo considerare il conscio come sinonimo di sentire.
Ora, sappiamo che sentire simili, quindi consci simili, creano collegamenti tra di loro determinando la comunione del sentire.


DOMANDE:
 accade lo stesso anche per il preconscio e l’inconscio? O meglio, preconscio e inconscio sono uno stato, cioè un modo di percepirsi limitato, oppure una struttura, cioè una particolare organizzazione della materia?
 Se c’è un rapporto fra sentire/consci simili, c’è anche un rapporto tra “inconsci simili”? E di che tipo di rapporto si tratta?

Mi trovo abbastanza d'accordo con il tuo esame di conscio (anche se mi sembra, che in realtà le Guide abbiano detto che l'attribuzione di conscio e inconscio sia relativo al punto di osservazione e che, ad esempio, per l'uomo ciò che appartiene alla coscienza possa essere definito inconscio, in quanto non ne ha che una consapevolezza parziale e molto limitata), preconscio e inconscio e sulla loro teorica distribuzione sui vari piani, anche se probabilmente è una schematizzazione che può servire per ragionarci su ma non dà una visione reale delle interelazioni e delle reciproche influenze tra questi tre "stati".

Per quanto riguarda le domande che poni, provo a risponderti, sperando di non dire troppe scempiaggini, dato l'argomento così difficile!

 accade lo stesso anche per il preconscio e l’inconscio? O meglio, preconscio e inconscio sono uno stato, cioè un modo di percepirsi limitato, oppure una struttura, cioè una particolare organizzazione della materia?

Se accettiamo la tua idea che il conscio possa essere assimilato, guardandolo dal punto di vista del corpo akasico, a quello che è il sentire di coscienza (quindi un modo di essere, uno stato, acquisito e vero, anche se ampliabile grazie alla sinergia con le porzioni di sentire acquisite successivamente) credo che si possa pensare che è accompagnato, all'interno del corpo akasico, dalla presenza di una struttura materiale che ne delimita i contorni. Quindi direi che per il conscio "stato" e struttura" coesistono e sono conseguenza l'uno dell'altro.
Un po'più difficile mi risulta applicare lo stesso ragionamento al preconscio e all'inconscio, in quanto una loro struttura è difficilmente individuabile dal momento che sono in continua trasformazione e sono, secondo me, difficilmente delimitabili all'interno della materia dei vari corpi.

 Se c’è un rapporto fra sentire/consci simili, c’è anche un rapporto tra “inconsci simili”? E di che tipo di rapporto si tratta?

D'impulso direi di sì, e mi sembra che questo rapporto sia evidente nella vita che conduciamo quotidianamente: io inserirei in questo concetto che, come minimo, chi ha porzioni di inconscio in comune con altri si trova a specchiarsi con loro e viceversa, aiutando il crearsi di rapporti o le conflittualità, a secondo delle reazioni individuali (e caratteriali) di ogni singola persona. Ma forse bisogna ragionarci un poò di più, perché gli elementi in ballo sono veramente una miriade!
 
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