Conscio e inconscio, C'è un rapporto tra preconscio e archetipi transitori?

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SerGian
view post Posted on 22/2/2011, 15:01 by: SerGian




Ciao Marisa, aspetta che mi preparo un tè e qualche pasticcino perché per risponderti ci vorrà tutto il pomeriggio … magari potessi offrirli anche a te! :P
Scherzi a parte, abbiamo tirato fuori tante di quelle connessioni e possibilità di confronto che penso sia necessario fare una selezione e tenere buoni solo gli elementi legati a questo topic, gli altri argomenti si possono eventualmente riprendere in topic diversi.

CITAZIONE
Questa fascia sfumata, che non sta né dentro nè fuori dai corpi individuali e che costituisce la palestra dove ciascuno di noi si allena per scoprire sé stesso, rappresenta il preconscio che a livello akasico si identifica (secondo me) con gli archetipi transitori che sono comuni agli individui di ciascuna razza, e che sono destinati ad essere integrati nella comunione del sentire quando diventeranno parte conscia evolvendo (forse?) in archetipi permanenti . (serena)

Il mio pensiero è un pò diverso dal tuo, secondo me, il corpo akasico non si identifica con gli a.t, il corpo akasico ha come paragone gli A.P che esistono gia, perchè diretta emanazione dell'assoluto.
Chi si identifica e vive con gli a.t è l'io dell'individuo che tende a rimanere statico, mentre il corpo akasico continua a ricevere le vibrazioni dagli A.P, e a mandare le sue vibrazioni verso i corpi dell'individuo, indipendentemente dalle risposte che arrivano dal piano fisico. (Marisa)

Infatti non volevo dire che tutto il corpo akasico si identifica con gli a.t., ma solo la sua “fascia” preconscia. Se consideriamo che anche il p. akasico è formato da 7 sottopiani, si può pensare che i sottopiani più “elevati” sono in contatto diretto con gli a.p., oltre il processo dell’evoluzione della coscienza e quindi in una condizione esclusiva di “conscio”.
I sottopiani più “bassi”, invece, sono coinvolti nel processo evolutivo (della coscienza) dove coesistono “parti” inconsce, preconsce e consce e dove tutto l’inconscio è destinato a diventare conscio, passando per la fase intermedia.
Ora, se l’evoluzione della coscienza si tesse sul continuo ciclo vibratorio che va dai piani alti dell’akasico (e quindi dagli a.p.) dove tutto è conscio, ai piani inferiori dell’akasico dove la coscienza si deve autoriconoscere (e quindi passare dall’inconscio al conscio), diventa necessaria la possibilità di esperienza (incarnazione), attraverso cui il corpo akasico “inferiore” possa verificare lo stato di quelle che crede essere la sue comprensioni, cioè di quegli elementi che si vengono a formare tra il confronto delle spinte akasiche superiori e dell’esperienza nei piani inferiori. Da tale confronto nascono gli a.t. o preconscio, ossia quello che l’individualità crede di aver capito, ma deve ancora verificare. Solo dal momento in cui l’a.t./preconscio risuonerà in armonia con le spinte dell’a.p. verrà integrato nella parte conscia dell’akasico inferiore come sentire e quindi l’individuo abbandonerà quell’a.t./preconscio perché l’avrà compreso.

E proprio il fatto che ogni individuo non compia questo percorso per i fatti suoi, ma lo condivida con altri, appunto attraverso gli a.t., determina i grandi cambiamenti sociali della storia come il passaggio, per esempio, dalla dittatura alla democrazia: nessun grande cambiamento sociale sarebbe possibile senza che una grande massa di persone, a livello di corpo akasico, abbia compreso (reso conscia) la stessa idea, anche se magari ciascuno con sfumature diverse in sintonia con l’evoluzione individuale della propria coscienza.
Mi sembra che sia già abbastanza complesso, quindi al momento preferisco fermarmi qui in attesa di altre interpretazioni dell’insegnamento: il mio ragionamento mi sembra abbastanza logico, ma la logica, si sa, può prendere anche altre direzioni…

Serena
 
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27 replies since 31/1/2011, 07:13   869 views
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