Il fine dell'uomo, 21 dicembre 2011 - Moti, Rodolfo, Fabius, Viola

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Moderatore sez. Messaggi
view post Posted on 23/12/2011, 09:24




La pace sia con voi e con tutti gli uomini.
In questi giorni una parte dell'umanità si accinge a festeggiare la nascita del Cristo.
Questa festività ha un profondo significato simbolico che va al di là di qualsiasi concezione religiosa e, di conseguenza, è accettabile e condivisibile da ogni essere umano, qualunque sia la sua razza, la sua fede, la sua cultura, la sua esperienza di vita.
Infatti è la celebrazione della nascita, e quale più grande ed esaltante miracolo può esservi che l'affacciarsi alla vita di una nuova creatura?
L'uomo che nasce non è privo di doni: ha già in sé i semi della sua spinta verso la crescita interiore, presenti fin dall'inizio nel suo essere e pronti a germogliare dentro di lui per sorreggerlo verso il fine ultimo della sua esistenza.
E qual è questo fine, figli nostri?
E' quello di comprendere e allargare sempre di più il suo sentire fino ad arrivare ad abbracciare dentro di sé la comprensione di essere non una particella unica e isolata dal resto della realtà, bensì di essere parte integrante e completante l'esistenza di un Tutto che tutto comprende in sé, e che conserva dentro di sé qualsiasi piccolo frammento che, apparentemente, da Lui si è staccato, la cui consapevolezza della propria reale appartenenza è solo momentaneamente offuscata dalla sua immersione nelle materie più dense. (Moti)

Il mondo che attualmente, fratelli e sorelle, state sperimentando è in preda a una grande confusione, confusione di azioni e confusione di valori, e sembra avviarsi senza speranza verso una catastrofe di proporzioni inimmaginabili, priva di speranza e di fiducia nel futuro.
Profezie catastrofiche sembrano avvalorare l'ipotesi di avvenimenti sconvolgenti, alimentando in molte creature il disagio e il timore di quanto potrebbe verificarsi.
Eppure noi vi diciamo, figli nostri, che le vostre paure sono ingiustificate: in fondo - sebbene molti fino a ieri abbiano considerato l'attuale stato di civiltà del pianeta quasi il raggiungimento di un utopistico stato sociale di benessere - i luttuosi avvenimenti climatici non hanno mai smesso di accadere, le guerre tra gli uomini non hanno mai smesso davvero di tormentare l'umanità, la disparità sociale è sempre stata presente in ogni epoca che il percorso umano ha attraversato, l'ingiustizia, l'avidità di pochi,l'egoismo di molti, il razzismo, la ricerca del potere e della ricchezza, l'infelicità, la frustrazione, la povertà e la prevaricazione sono stati sempre presenti nel passato e nel presente del cammino dell'uomo.
Cos'altro può succedere ancora, di nuovo, che non sia successo o non stia già succedendo? Forse il cambiamento che si sta verificando ha una connotazione positiva, invece che negativa. Forse il cambiamento ci sarà ma sarà un cambiamento più profondo, più intimo che muterà l'animo e la prospettiva di tutti coloro che sono pronti, anche se inconsapevolmente, a non commettere più, costantemente, gli errori del passato, e finirà con il trasformare il loro modo di vivere permettendogli, finalmente, di non confondere più i mezzi con il fine. (Rodolfo)

I grandi disastri climatici, fratelli, sono il mezzo che permette all'uomo di far scoccare nel suo intimo la consapevolezza che il dolore degli altri è anche il suo dolore e che è suo dovere fare tutto quello che può, nelle piccole come nelle grandi cose, per riaffermare la sua vicinanza a tutti quelli che, al di là della loro volontà, stanno patendo distruzioni e perdite.
Le guerre sono il mezzo per accendere negli uomini il desiderio della pace, per dar loro il coraggio di lottare per se stessi e per i propri figli cercando di porre le basi per un modo diverso di vivere e di portare a compimento le loro esistenze.
La disparità sociale, figli, è il mezzo per evidenziare all'interno di ogni essere che non vi debba mai essere la presunzione di ergersi con giusto diritto al di sopra degli altri, e che tutto ciò che sembra un elemento di distinzione e di superiorità nei confronti degli altri uomini è frutto di una visione distorta della realtà, poiché lungo il molteplice affacciarsi dell'uomo alla vita egli è stato ora maschio ora femmina, ora bianco ora nero, ora ricco ora povero, ora colto ora ignorante, ora potente ora umile, alla stregua di qualsiasi altro suo compagno di esistenze.
L'ingiustizia è il mezzo per portare a galla nel cuore dell'uomo quel senso di giustizia che gli appartiene da sempre, e che è solo rimasto assopito dentro di lui perché il richiamo del suo profitto personale lo ha sepolto sotto orpelli che gli hanno fatto inseguire una felicità fatta di illusioni e di sbagliate interpretazioni di ciò che davvero ha valore.
L'avidità, la ricchezza e il potere sono il mezzo per far capire all'uomo che sono falsi fini, poiché alla lunga essi non danno la vera felicità e la completezza di un vero rapporto d'amore con gli altri, ma lo isolano dal resto dei suoi fratelli, lasciandolo solo, disperato e con un vuoto incolmabile dentro di sé. (Fabius)

Ed è per questo, fratelli, è per questo, sorelle,
che nei giorni della celebrazione di un'antica nascita, simbolo di cambiamento e di arricchimento interiore, così mi trovo a pregare:

Padre nostro,
sono certo che verrà il giorno in cui capirò
che la ricchezza, il potere, l'importanza sociale, il sapere non sono il fine della mia vita,
bensì i mezzi attraverso i quali capirò quale esso sia veramente, ovvero quello di riconoscermi come parte integrante di Te, né più né meno importante di qualsiasi altro mio fratello che, accanto a me, attraversa il fiume impetuoso della vita.
E, allora, incomincerà davvero quel grande cambiamento che da molte parti è stato profetizzato perché io mi riconoscerò in te e in tutti i miei fratelli, rendendoci felicemente consapevoli che siamo sempre stati null' altro che gli infiniti aspetti della Tua realtà, non separati tra loro ma uniti nella tua totalità, tanto necessari a Te quanto Tu lo sia a noi, Padre nostro.


Pace e serenità a tutti voi. (Viola)
 
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