La fitoterapia, 16 maggio 2016 - Francesco

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/5/2016, 14:25

Utente Senior

Group:
Administrator
Posts:
769

Status:


Cari amici,
com'era facilmente preventivabile il mio ultimo messaggio, particolarmente per quello che riguarda l'argomento dei vaccini, ha fatto nascere alcuni dissensi nei confronti delle mie parole così, prima di andare avanti nel programma che mi sono proposto di sviluppare vorrei toccare alcuni punti che, secondo me, hanno bisogno di essere chiariti a tutti voi che mi state leggendo, in modo da non indurvi in possibili errori di interpretazione, anche perché il seguito degli argomenti che toccherò riguarda le varie medicine alternative che l'umanità attualmente incarnata si trova a poter sperimentare personalmente in caso di necessità, e sappiamo tutti che quando viene detto da altri qualcosa che non collima perfettamente con le proprie personali convinzioni si è sempre pronti a partire lancia in resta e a testa bassa per difenderle.
Il che, infondo, può anche essere giusto, almeno fino a quando si mantiene intatto il proprio buon senso, la correttezza logica e la disponibilità a modificare, se risulta necessario ed evidente che vada fatto, le proprie opinioni.

Primo punto: quanto vi sto dicendo nel corso di questi miei interventi (per altro sotto la solita attenta supervisione da parte delle Guide principali, sempre amorevolmente attente nel consigliarmi o nello sconsigliarmi) è frutto del lavoro di documentazione che ho avuto occasione di intraprendere dopo che ho abbandonato il piano fisico, grazie alla possibilità che mi è stata offerta di poter studiare o approfondire gli argomenti che mi hanno interessato nel corso della mia vita senza più i limiti spazio temporali che l'incarnazione, inevitabilmente, pone all'incarnato.
Quanto vi sto dicendo, di conseguenza, nasce dalla mia soggettiva interpretazione di quello che ho appreso (e non è, quindi, una verità assoluta e incontrovertibile), tuttavia è quanto più possibile non di parte, dal momento che non subisco pressioni da fonti a me esterne e che non ho certamente alcun interesse personale da salvaguardare.
Senza dubbio, il fatto che le mie osservazioni siano viziate dalla mia soggettività significa che esse possono anche arrivare a delle conclusioni sbagliate malgrado abbia cercato - a seguito della mia formazione pseudo-scientifica... e perdonatemi lo “pseudo”, ma ho ben presente il fatto che tutto ciò che da vivo ritenevo “scienza” era estremamente riduttivo e parziale, cosa che anche al vostro momento attuale continua, secondo me, ad essere estremamente vera - di restare il più aderente possibile alla realtà dei fatti.

Secondo punto: il mio intento nel venirvi a portare questi argomenti non è quello di offrirvi delle soluzioni ai vostri problemi di salute (se lo facessi interverrei in maniera non permessa nella conduzione della vostra esperienza di vita e il karma, ormai dovreste saperlo, è un severo maestro contro il quale non si può combattere senza trovarsi a provocare squilibri nell'economia sia del microcosmo che del macrocosmo).
Qual è allora, il mio intento?
Semplicemente quello di esporvi il mio pensiero e, quando ciò è possibile, i dati sui quali esso si fonda - nel rispetto, ovviamente, anche dell'intero corpo dell'insegnamento - in modo da mettervi dinnanzi la possibilità di ragionare in maniera più strutturata e meno “facilona” di come la effettuate solitamente, sperando che, offrendovi una visione più ampia, più strutturata e più ordinata, troviate in voi il modo di compiere le vostre scelte di vita un po' meno avventatamente e con una maggiore consapevolezza di quali possano essere i pro e i contro a cui conducono le vostre scelte.
Le scelte, vale la pena ricordarlo per l'ennesima volta, devono essere fatte da voi perché è su di voi, in ogni caso, che ricadono gli effetti che esse smuovono,
Se vogliamo parlare più in concreto con un esempio pratico prendiamo in esame le statistiche che vengono solitamente portate come argomentazione pro o contro gli argomenti che abbiamo fin qui trattato.
Personalmente ritengo che le varie statistiche siano sempre da prendere molto con le pinze anche se, trattandosi di dati numerici si potrebbe pensare che siano sempre massimamente obiettive.
I problemi sono di vario ordine: basta considerare, per esempio, che le statistiche sono spesso commissionate dalle varie case farmaceutiche e, tenendo conto dell'entità degli interessi in gioco, sorge più di un dubbio, conoscendo l'indole umana e l'Io che la gestisce, che non solo l'interpretazione dei dati ma che addirittura la stessa scelta dei campioni di riferimento non siano già in partenza predeterminati con l'intento di portare acqua al proprio mulino.
E' per questo motivo che nel mio messaggio di apertura, se non ricordo male, ho sottolineato che è necessario essere pronti, sempre e comunque, ad adoperare la prima arma che l'individuo ha a disposizione nel cercare di discernere i fatti, ovvero il semplice e comune buon senso.
Per restare ancora di più nel concreto ho visto che attualmente è sorta l'idea che la somministrazione dei vaccini possa provocare l'autismo e questo perché vi sono statistiche in cui tra i vaccinati si è notata una certa percentuale di individui in cui si è manifestato, nel tempo, l'insorgere di sintomi autistici più o meno accentuati.
Dalla fredda analisi dei dati statistici si potrebbe dedurre che effettivamente esista una concreta correlazione tra le vaccinazioni e l'autismo.
Vediamo, però, di usare il buon senso.
Una statistica, per godere di una certa credibilità, deve essere effettuata su un numero elevato di pazienti (diciamo, tanto per darci un numero su cui ragionare, un migliaio di persone).
Nel campione in questione vi saranno stati certamente casi di un gran numero di malattie ricorrenti in più individui: se, tra quei mille pazienti, per esempio, verificassimo quanti hanno avuto, dopo la vaccinazione, sintomi influenzali, potremmo arrivare a concludere, per assurdo, che la somministrazione dei vaccini è la causa principale del diffondersi della sindrome influenzale!
Con questo intendo dire che nell'esame medico di un numero elevato di pazienti sottoposto a vaccino si può riscontrare la presenza dell'insorgere di molte malattie ma che questo non significa che vi sia veramente una correlazione tra vaccino e malattia sorta a posteriori.
Il che mi porta a concludere che le statistiche presentate siano quanto meno “di parte” e collegate strettamente a tentativi utilitaristici legati al tentativo di favorire o sfavorire certi rimedi a scapito di altri per i quali, magari, vi è un interesse economico più interessante per chi li produce e li lancia sul mercato.
Certo, il caso dell'autismo è un caso molto particolare sul quale la scienza in realtà non ha ancora un'idea ben definita. E, da quello che mi sembra di aver compreso nei miei studi... post-mortem, penso che sia anche piuttosto difficile che possa, per il momento, essere diversamente, dal momento che la genesi dell'autismo è difficilmente correlabile solo al corpo fisico e a eventuali problemi di ordine genetico ma ha una sua più ampia genesi in quelle porzioni di Dna che fanno riferimento alla parte astrale e mentale degli altri corpi dell'individuo (non considerati dalla scienza attuale) o, se vogliamo andare ancora oltre, negli influssi karmici che l'individuo si trova a dover subire... ma qui entriamo certamente in un campo che è ben lontano dalla maniera di ragionare della scienza medica attuale.
Concludendo questo punto, non posso che ricordarvi ancora una volta che indubbiamente non sono qui a parlarvi per dirvi quali sono le scelte che dovete fare, ma solo per presentarvi degli argomenti che possano servirvi ad effettuare quelle scelte che restano (repetita iuvant, direbbero i latini), sempre e comunque, una vostra prerogativa e una vostra precisa responsabilità.

Infine voglio specificare che, senza dubbio quanto, vi sto esponendo può essere considerato piuttosto superficiale e concordo pienamente con quanto alcuni hanno affermato in proposito.
D'altra parte non mi sto rivolgendo a un consesso di medici ai quali potrei rivolgermi certamente in maniera più approfondita occupandomi, che so... di enzimi, di interferenze proteiniche, di reazioni ormonali o molecolari e via dicendo, bensì a tutti voi, persone molto comuni, con media e - non nascondiamocelo, perché è mia abitudine dire il più possibile pane al pane e vino al vino - talvolta bassa preparazione culturale specifica, cosicché non posso fare altro che destreggiarmi fra le varie argomentazioni in maniera tale da tentare di renderle accessibili e comprensibili a ognuno di voi.
Se avete bisogno di saperne di più e in maniera più approfondita e dettagliata non dovete fare altro che impiegare una buona parte del vostro tempo a studiare i vari testi medici e clinici che vengono continuamente pubblicati e aggiornati dalle case editrici specializzate!
In fondo anche questo rientra nelle vostre possibilità di scelta.

Ma abbandoniamo questo argomento ritornando ad occuparci del discorso principale che sto affrontando.
Se avessi dovuto seguire un ordine cronologico nell'esposizione dei vari tipi di medicina possibile, prima di parlare della medicina tradizionale avrei dovuto indubbiamente parlare della fitoterapia, ovvero della cura attraverso l'impiego di vegetali.
Infatti, senza alcun'ombra di dubbio, la prima terapia medica usata dall'essere umano è stata quella che sperimentava e provava ad adoperare le proprietà delle piante per venire incontro ai bisogni di cure mediche degli individui.
Questo è stato vero per millenni, durante i quali, attraverso il metodo della prova/errore e dell'osservazione diretta di quali erano gli effetti sul fisico umano delle sostanze provenienti dall'uso delle piante, si è andata via via determinando una sorta di farmacopea accreditata non soltanto dai risultati ottenuti, quanto dalla tradizione e dalle usanze delle varie popolazioni mescolando, spesso inestricabilmente, rimedi efficaci e rimedi a dir poco fantasiosi.
Non voglio, con queste mie parole, dire che l'assunzione di medicine fitoterapiche non avessero manifestato nella pratica e nell'uso correnti dei risultati concreti, bensì sottolineare che, come sempre accade nella storia dell'uomo, accanto agli effetti indubitabili di alcune sostanze di origine vegetale hanno proliferato, nei secoli, anche cure ritenute tali solo dalla tradizione e che soltanto col tempo e le analisi scientifiche si sono potute dimostrare aleatorie e inconsistenti nei loro effetti.
E' innegabile che la medicina attuale debba molto alla fitoterapia: molte delle sostanze che attualmente vengono sintetizzate (il più delle volte ad alta concentrazione per aumentarne gli effetti) provengono proprio dagli studi effettuati sulle piante della tradizione fitoterapica.
Senza ombra di dubbio la cura del fisico umano attraverso l'uso delle piante ha dei vantaggi rispetto a quella effettuata con la sintetizzazione degli stessi elementi curativi appartenenti ai vari vegetali, quanto meno perché adopera sostanze naturali e, come tali, assimilabili dall'organismo umano con maggiore gradualità, senza indurre quasi mai gravi e incontrastabili effetti collaterali.
Cosa che avviene frequentemente, invece, con le medicine di sintesi, per le quali gli effetti collaterali, a lungo andare, possono portare all'insorgenza di altre patologie, curando magari il sintomo principale ma finendo spesso col provocare scompensi in altre parti dell'organismo e, di conseguenza, il presentarsi di altri sintomi, col risultato di portare ad un'assunzione di ulteriori sostanze sintetiche, mettendo in atto una catena ininterrotta di ulteriore prescrizione di farmaci che giova certamente alle casse dei vari istituti farmaceutici ma che giova molto meno alla stabilità della salute dell'individuo.

Come sempre accade per ogni tipo di cura medica, anche nella cura fitoterapica si possono individuare pregi e difetti.
Tra i pregi si può annoverare, come abbiamo appena visto, il fatto che si tratti di cure di tipo naturale e, quindi, più adatte a non sconvolgere l'equilibrio tra il corpo dell'individuo e il suo appartenere al mondo della natura.
Il difetto principale, invece, può essere individuato nel fatto che nella maggior parte dei casi, a causa della limitata concentrazione dei principi attivi nei prodotti fitoterapici, i risultati ottenuti vengono raggiunti non immediatamente ma dopo un periodo più o meno lungo di assunzione dei principi medici.
Certo, come obietterete prontamente voi, è possibile adoperare estratti o altri tipi di medicinali fitoterapici a maggiore concentrazione dei principi attivi, in maniera da velocizzare l'attivazione dei benefici portati da tale tipo di medicinali.
Tuttavia anche nelle preparazioni fitoterapiche a più altra concentrazione tale concentrazione è indubbiamente sempre molto inferiore a quella che può essere ottenuta per via sintetica ed è sempre comunque necessario un certo lasso temporale di somministrazione per constatare gli effetti ottenuti.
Io ritengo che per i disturbi più comuni l'uso della fitoterapia possa essere un secondo passo utile da tentare per risolvere i problemi medici individuali (il primo, lo ripeto per chi non se lo ricordasse, è secondo me quello di attendere almeno una giornata, quando è possibile, a intervenire direttamente, in maniera da aspettare un giusto periodo di tempo per vedere se il laboratorio interno del corpo fisico riesce da solo ad ovviare agli inconvenienti di salute che si sono manifestati).
La fitoterapia (specialmente quando effettuata attraverso il “fai da te”) non può invece, secondo me, diventare sostitutiva delle cure mediche attuali quando vi siano sintomi che richiedono una velocizzazione dell'intervento per evitare danni al sistema del corpo fisico dell'individuo o ci si trovi davanti a malattie di tipo complesso per le quali si rende necessario l'utilizzo di prodotti di sintesi specifici e ad ampio spettro.
Per dirlo in maniera il più possibile semplice e diretta, contrastare una febbre da raffreddamento con il salice o con altri febbrifughi naturali che possano coadiuvare o aiutare il lavoro del laboratorio chimico interno al corpo dell'individuo va benissimo e, a mio avviso, sarebbe molto meglio che farlo adoperando sostanze sintetiche ma è impensabile combattere un cancro con prodotti fitoterapici.

Sarebbe probabilmente necessario, nel parlare dell'impiego delle piante per la cura del fisico umano, aprire un ampio capitolo riguardante l'ambiente: l'uso indiscriminato di pesticidi e di concimi che portano alla produzione di vegetali dal bell'aspetto ma che hanno contemporaneamente perso gran parte delle sostanze che ne costituivano le proprietà curative non possono certo lasciare indifferente chiunque pensi di potersi curare con le erbe e molto spesso anche adoperare i prodotti in vendita nelle varie erboristerie non è una grande garanzia perché non vi è nessuna reale possibilità di controllo sui prodotti di origine che vengono usati (i cosiddetti bugiardini presenti nelle confezioni dei farmaci di sintesi .
Che fare, allora? Rinunciare a questo tipo di cura di “pronto soccorso” per il sospetto che tali prodotti abbiano un'origine non proprio salutistica?
Io credo che se si adopera la fitoterapia con la giusta moderazione e il giudizioso impiego si possa stare abbastanza tranquilli, dato che le concentrazioni delle sostanze è abbastanza bassa ed eventuali elementi nocivi possono quindi essere facilmente contrastati ed eliminati attraverso i normali processi chimici interni del laboratorio chimico umano.
Resta a carico di ognuno l'applicare il primordiale metodo dell'osservazione per constatare se un certo medicamento fitoterapico sortisce o meno gli effetti desiderati, tenendo anche conto del fatto che le capacità curative e di risposta ai medicinali di ogni corpo fisico variano da individuo a individuo.
L'ottimale sarebbe essere coadiuvati dal proprio medico che, purtroppo, però, al giorno d'oggi è talmente travolto dal fatto di essere inserito in una “medicina di massa” che tende a trascurare quasi completamente la fitoterapia preferendo l'uso massiccio di sostanze di sintesi che permettono risultati (se così si può dire) più veloci e adatti a gestire il “fuori uno e sotto l'altro” in cui si è trasformato il rapporto medico/paziente, che finisce col dimenticare quasi sempre quello che si dice affermasse Ippocrate, ovvero che il medico deve saper far esporre al malato i suoi problemi, deve aggiungere a questo aspetto le considerazioni tratte dalla sua osservazione e dal “tocco” effettuato sul corpo del paziente per arrivare (chiedetevi, per esempio, quando è stata l'ultima volta che il vostro medico curante vi ha detto di tirare fuori la lingua per poterla osservare!), infine, a stabilire quale possa essere il rimedio migliore per agire sulle problematiche che lo affliggono.

Vorrei portarvi ancora un'ultima considerazione.
La cosiddetta globalizzazione ha portato alla magnificazione di prodotti fitoterapici importati da altre culture, spesso propagandati come prodotti eccezionali provenienti da piante esotiche fino a ieri sconosciute ai più.
Vorrei ricordare qualcosa che mi sembra di avere già accennato in precedenza quando parlavo dell'alimentazione: l'assunzione di sostanze inusuali provenienti da altre culture non è sempre privo di problemi.
Nei secoli, infatti, il corpo umano appartenente a una certa cultura ha sviluppato metodologie proprie per compiere il suo lavoro di salvaguardia della salute dell'individuo, determinate dall'assunzione delle sostanze più tipicamente adoperate in quella cultura e sviluppando, nella sua metodologia di lavoro, processi dedicati alla gestione di tali sostanze nelle maniere più adeguate stabilendo nei corpi fisici di una popolazione una sorta di protocollo degli interventi che preferibilmente metterà in atto nel rapportarsi con gli eventuali problemi di salute che possono insorgere.
Immettendo in tale metodologia preferenziale sostanze sconosciute o poco adoperate si corre il rischio di mettere in difficoltà le varie reazioni immunologiche con cui il corpo fisico è abituato a reagire nei confronti dei ciò che viene messo in circolo.
Ritengo, perciò, che tale farmacopea “esotica” debba venire adoperata con attenzione e cautela e partendo da un impiego moderato per essere certi che non si stiano creando più problemi di quelli che si intendono risolvere.

Per terminare questo mio intervento vorrei rivolgermi a tutti quelli che mi hanno posto domande specifiche su particolari argomenti, dicendo loro che alla fine di questo breve “corso semplificato” riguardante la medicina cercherò di rispondere alle domande che mi sono state poste, sempre fatto salvo il fatto che le mie possibilità di risposta saranno comunque legate a quanto io so (o credo di sapere) e circoscritte dalle necessità karmiche di ognuno di voi, il che non mi darà sempre la possibilità di essere esauriente come potrei o di fornire delle indicazioni di scelta “ad personam”. (Francesco)
 
Top
0 replies since 17/5/2016, 14:25   166 views
  Share