Medicina e prana, 27 gennaio 2017 - Francesco

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view post Posted on 30/1/2017, 09:04

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Chi pensa che il mio sia stato un lavoro superficiale, riduttivo, approssimativo e anche alquanto semplicistico ha la mia piena solidarietà, perché è veramente così! Non sto cercando di giustificarmi o di crearmi un alibi di qualche tipo per l'eventuale pochezza di questi miei interventi, sto semplicemente constatando un dato di fatto e prendendo coscienza che non potevo fare diversamente e in maniera più approfondita questo mio lavoro, considerata la possibilità media di comprensione dei miei lettori! Vi garantisco che è più faticoso rendere le cose semplici e il più possibile alla portata di qualunque lettore piuttosto che entrare nella profondità di un argomento, quindi vi prego di essere comprensivi nei miei confronti!

Dopo aver esaminato e classificato, a modo mio, le principali medicine e terapie, mi resterebbero da prendere in considerazione tutte quelle terapie alternative di tipo spiritual-esoterico che sono fiorite nel tempo un po' dovunque, spesso sull'onda della moda di un momento e pesantemente condizionate dal fascino delle filosofie di provenienza orientale e alimentate dai media e in particolare da Internet, grande fonte di informazioni ma anche pernicioso strumento adoperato sovente per accreditare anche le concezioni più assurde, fantasiose e improbabili.
Quando ho cercato di esaminare le varie diramazioni di questo tipo di medicine mi sono trovato di fronte a una miriade di teorie, spesso frammentarie e decisamente poco attendibili, oltre a molti casi di evidenti truffe e di evidenti tentativi di acquisire, da parte degli operatori di tale settore, vantaggi economici sulle spalle delle persone più sprovvedute.
Si tratta, senza ombra di dubbio, di un campo pericoloso nel quale è necessario muoversi con estrema cautela per non cadere nelle reti che sfruttano il dolore o il bisogno delle persone senza avere, in realtà, nulla da dare in cambio di utile, se non fornire speranze spesso prive di alcun fondamento e, alla lunga, dagli effetti devastanti perché, molto spesso, vedere crollare le proprie speranze risulta essere dannoso per l'individuo quanto il non avere speranza alcuna.
Il concetto più adoperato da questa tipologia di teorie è il concetto di prana, un concetto di origine strettamente religiosa e derivante dall'induismo ma presente, con nomi diversi (ad esempio il ki), anche in molte altre religioni e teorie spirituali, il quale si fonda sulla concezione che esista un tipo di energia che pervade tutto il creato e che costituisce l'universale forma di energia aggregante e stimolante per tutta la materia presente in un Cosmo (e non solo: anche in tutti gli altri Cosmi).
Ho tentato, in proposito, di cercare un punto di contatto con quanto ci è stato insegnato dalle nostre Guide e, alla fine, ho concluso (non so quanto giustamente, ma ve lo propongo lo stesso come stimolo per vostre eventuali considerazioni personali) che il prana possa essere assimilato al concetto di Vibrazione Prima inteso, però, in maniera molto semplicistica e adoperato, secondo me inappropriatamente, per arrivare ad affermare la “volontà di potenza” dell'individuo, ritenuto in grado di poter influire su una forma di energia che è ben al di là delle sue reali possibilità di gestione.
Secondo l'insegnamento, certamente il Cosmo è attraversato totalmente, in ambito macrocosmico, dalla Vibrazione Prima, ma essa si riflette sulle varie materie in una molteplicità di vibrazioni che scaturiscono dalla rifrazione delle vibrazioni emesse dalla Vibrazione Prima all'interno dei vari microcosmi con i quali si trova in contatto e l'individuo incarnato non può riuscire a riconoscere le emissioni vibratorie della Vibrazione Prima, ma può soltanto trovarsi al cospetto degli effetti che essa trasmette all'interno del piano fisico.
In quest'ottica, quello che è a disposizione dell'individuo per quanto riguarda le energie a sua disposizione non è, in realtà, l'energia pranica originale, bensì la trasformazione dei riflessi di tale energia che vengono soggettivizzati dai vari fattori tipici di uno specifico microcosmo e, in particolare, poiché il nostro microcosmo di riferimento è l'essere umano incarnato, la sua condizione fisica, psichica, emotiva e - naturalmente e in prima istanza - evolutiva.
Che il corpo dell'individuo sia attraversato da molti processi vibratori è universalmente riconosciuto anche dalla scienza ufficiale: il calore, il suono, il flusso sanguigno, le emissioni ormonali, la comunicazione interna tra gli elementi della catena genetica sono tutte forme di passaggi vibrazionali (o, se preferite, la comunicazione di informazioni attraverso il movimento all'intero complesso microcosmico del corpo umano).
Si tratta, in tutti questi casi, di forme vibrazionali in qualche maniera percepibili e studiabili dalla strumentazione scientifica, anche se alcune di loro (ad esempio le emissioni ormonali o le dinamiche all'interno del Dna) sono ancora in via di sviluppo e di studio, risultando, per il momento ancora più incentrate sugli effetti che sulle dinamiche che li innescano.
Non riconosce invece, né può obiettivamente farlo a seguito delle limitazioni insite negli strumenti a sua disposizione, l'esistenza delle vibrazioni più sottili e, quindi, anche quelle che riguardano il prana.
Dal canto nostro, le Guide ci hanno insegnato che il corpo umano è immerso in una sua atmosfera vibratoria che forma una sorta di bozzolo vibratorio intorno ad esso, e credo che questo concetto possa essere tranquillamente riconosciuto come vero, se la scienza vuole essere obiettiva e non prevenuta ad ogni costo, anche a livello scientifico.
Sulla base di tale concetto si può arrivare a teorizzare che le vibrazioni tipiche di un individuo possono venire a contatto con quelle di un altra persona e, secondo le leggi tipiche dell'incontro tra vibrazioni, dare luogo alla formazione di ulteriori vibrazioni che agevolano il passaggio delle forme energetiche da un corpo all'altro costituendo una sorta di ponte vibratorio tra un individuo e l'altro.

E' su questa base che si fonda la pranoterapia, ovvero sul passaggio di vibrazioni da un corpo all'altro attraverso il contatto tra le atmosfere di due individui, favorite dal contatto fisico tra le due persone, in particolare attraverso l'imposizione delle mani, ritenute da sempre un punto di focalizzazione e di passaggio delle energie individuali.
Se vogliamo fare un esempio pratico, la carezza è un modo per trasmettere, attraverso il contatto fisico, non soltanto il calore del corpo ma anche le vibrazioni d'affetto, di comprensione, di partecipazione e via dicendo che si muovono all'interno della persona che accarezza e che almeno in parte si trasmettono attraverso il contatto tra le due atmosfere.
In realtà bisogna specificare che il contatto fisico non risulta essere strettamente necessario, ma diventa un mezzo di focalizzazione del collegamento da parte dei due individui interessati al processo di trasmissione delle vibrazioni dall'uno all'altro.
Da quanto ho portato finora alla vostra attenzione potrete arrivare alla conclusione che io sia un estimatore e un sostenitore della pranoterapia e dei suoi operatori (nel linguaggio comune identificati con il termine “guaritori”) mentre, in realtà, ritengo che ci siano diversi aspetti, sia di ordine morale, sia di ordine pratico, sia in relazione all'insegnamento che mi suggeriscono di consigliarvi molta cautela nel riporre eccessive aspettative riguardo all'accostarsi a una tale pratica.
Dal punto di vista morale le considerazioni da farsi sono ovvie: trattandosi di forme che adoperano presunti mezzi curativi non accertabili in maniera oggettiva ma basati sulle affermazioni di possedere determinate qualità guaritrici da parte di alcuni individui è difficile accertare se tali qualità guaritrici in quell'individuo siano presenti o no e se non si tratti, invece, di qualcuno che ci marcia sopra per sbarcare il lunario, approfittando della credulità e del bisogno delle persone che sono in cerca di una risoluzione dei problemi fisiologici che rendono le loro vite un percorso fatto di dolore e sofferenza.
Sono, a ben vedere, le stesse cautele che le Guide hanno suggerito più volte negli anni a chi si accosta a qualsiasi tipo di esperienza “ultrafisica”.
Dal punto di vista pratico possiamo dire che, malgrado siano state fatte molteplici ricerche sulle possibilità terapeutiche della pranoterapia, non ve ne sia nessuna che abbia individuato un risultato apprezzabile di qualche tipo, se non quelli strettamente legati all'ormai famoso effetto placebo.
Osservando la cosa dal punto di vista dell'insegnamento non ho potuto fare ameno di pormi diverse domande che hanno alimentato il mio essere cauto.
Dal momento che non possono esistere delle risposte rintracciabili nelle pagine della scienza, uno volta che mi sono posto le domande in questione e ho cercato di dare loro una risposta che soddisfacesse sia il mio buon senso che la mia razionalità non ho potuto fare altro che provare a ragionare sulla base dell'insegnamento che seguo con voi fin dall'inizio. Ovviamente, le risposte che mi sono date non hanno riscontro reale ma sono il frutto dei miei ragionamenti, quindi non Verità Assolute, ma vi propongo comunque la mia elaborazione sia delle domande che delle risposte che penso di aver trovato, nella speranza che, comunque, vi offrano qualche spunto utile di riflessione.

Se ogni corpo individuale emette continuamente vibrazioni all'esterno di se stesso, questo significa che ogni individuo è un guaritore?
In teoria direi proprio di sì... ma esistono, secondo me, elementi che relegano al ruolo di mera teoria questa possibilità. Le vibrazioni che emettiamo all'interno della nostra atmosfera derivano dalle vibrazioni supportate sia dalle nostre comprensioni che quelle sorrette dalle nostre incomprensioni.
Di conseguenza è chiaro che, all'interno dell'atmosfera, non siamo in grado di dirigersi al di fuori di noi in maniera fluida ma si contrastano l'un l'altra dando il via a una miriade di vibrazioni accessorie “selvagge” su cui è difficile – anche supponendo che riusciamo a svincolarci dalle richieste pressanti del nostro Io e a voler veramente indirizzare verso l'altro delle energie guaritrici – avere un controllo consapevole.
Probabilmente riuscire a farlo diventa sempre più facile a mano a mano che l'individuo struttura sempre di più il proprio sentire. E questo porta a concludere che le capacità di effettuare delle guarigioni su altre persone necessitano di una buona (se non addirittura ottima) condizione evolutiva da parte del guaritore. E questa considerazione mi offre l'occasione di dire a chi si avvicina a queste pratiche di non dare fiducia cieca a chi si propone come guaritore ma, quanto meno, di cercare di rendersi conto se è, come si suol dire, una “bella persona”. Senza dubbio chi cerca una soluzione ai propri problemi tende a cadere preda delle illusioni e a giudicare in base alle proprie speranze e non sulla base dell'obiettività, tuttavia con un po' di attenzione è possibile farsi un'idea abbastanza corretta delle pulsioni che spingono le altre persone.

Abbiamo detto che le vibrazioni che attraversano il corpo dell'individuo portano le risultanze delle sue comprensioni ma, contemporaneamente, anche quelle delle sue incomprensioni. Traducendo quest'idea nel linguaggio più comune possibile, il corpo dell'individuo emana sia energie “positive” che energie “negative”. Ma, allora, chi mi garantisce che le mie problematiche non vengano alimentate invece che alleviate?
Penso proprio che non possa garantirlo nessuno. Tuttavia credo che non sia comunque il caso di preoccuparsi oltre misura, perché esistono elementi naturali, legati – cercando di essere più semplici possibile – alle leggi stesse che regolano i processi vibratori.
Senza dubbio il passaggio di un'energia, per fare un esempio pratico, mossa dal bisogno di dominare l'altro può trovare tre tipi di risposta nel collegamento che si stabilisce tra le due atmosfere: arrivando all'altra persona trova vibrazioni supportate dallo stesso bisogno di dominare ed allora l'incontro tra le due vibrazioni provoca un alimentarsi vicendevolmente favorendo il sorgere di situazioni di scontro a vari livelli che viene, però, a scemare gradualmente allorché le due atmosfere vedono attenuarsi il loro collegamento, ripristinando le condizioni iniziali tra le due persone. Oppure trova vibrazioni dell'altra persona che sono sostenute dal bisogno di sentirsi dominati e allora le due vibrazioni si completano dando il via molte volte a rapporti tendenti alla stabilità, anche se squilibrati in se stessi, perché trovano soddisfazione l'uno nei bisogni dell'altro. Quando l'atmosfera dell'uno o dell'altro cambia, vuoi per comprensioni raggiunte, vuoi per l'instaurarsi di vibrazioni portate da bisogni più urgenti per la persona il collegamento viene meno portando, sovente, all'interruzione o alla trasformazione del rapporto personale. Quando, infine, tale vibrazione non trova alcun tipo di risonanza nell'atmosfera dell'altra persona non riesce, ovviamente, a stabilire alcun collegamento e quel tipo di vibrazione diventa indifferente nell'equilibrio tra le due atmosfere, come se la vibrazione in questione passasse oltre senza creare risposte vibratorie di alcun tipo all'interno dell'atmosfera con cui è entrata in contatto. Questo ragionamento mi ha riportato alla mente ciò che dicevano le Guide tanto tempo fa a proposito del malocchio: nessuna influenza negativa può essere efficace su un'altra persona a meno che in essa non sia già presente la forte tendenza a comportarsi in un determinato modo.
L'ipnosi, se ci pensate, è l'incontro tra due atmosfere, quella dell'ipnotizzatore e quella dell'ipnotizzato, in cui una emette vibrazioni dominanti che possono o meno funzionare (da qui il fatto che non tutte le persone possono venire ipnotizzate) relativamente alla condizione che le vibrazioni dominanti dell'una trovino un aggancio in vibrazioni di tipo complementare presenti nell'altra atmosfera. Tuttavia, malgrado apparentemente l'ipnotizzato sia in completa balia del volere dell'ipnotizzatore, questi non potrà mai indurlo a fare qualche cosa che sia veramente in opposizione con ciò che egli vuole.
Naturalmente, lo ripeto, ho cercato di essere il più semplice possibile ma spero, con questi miei due esempi, di avervi fornito un'idea sufficiente di quale siano i ragionamenti che sono scaturiti da quanto ho cercato di spiegarvi in questo mio messaggio.
Questo significa, ovviamente, che devo ringraziare tutti voi perché mi avete dato modo di riflettere su argomenti sui quali neppure io mi ero soffermato più che tanto! (Francesco)
 
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