| Questa discussione, che apro con un po’ di timore perché non so se riuscirò a renderla utile, non ha nessuna pretesa di completezza né di sistematicità. E’ nata dalla voglia di condividere alcune idee che la scienza attuale sta portando avanti e che secondo me vanno nella stessa direzione indicata dalla Guide. L'idea del divenire come sequenza di fotogrammi è stata la molla che ha prodotto questo parallelismo che vi propongo fra alcuni frammenti di messaggi delle Guide e un testo del mondo scientifico. Non si tratta di giustificare o di verificare i punti di accordo o disaccordo: non credo sia possibile e neanche utile. Per me ritrovare – sulla scia di quell’appello alla razionalità e alla logicità del Creato sempre espressa dalla Guide – in ambito prettamente scientifico idee simili, mi ha aiutato a mettere un altro tassello nella mia mente ( e spero anche al ‘piano superiore ‘)che si incastra con gli altri in maniera adeguata.
L’intenzione quindi è solo questa: nessuna voglia di sincretismi o aggiustamenti: punti di vista diversi ma – secondo me- guardando verso lo stesso orizzonte.
Qualche notizia sulla parte scientifica: l’autore, Robert Lanza è medico e biologo, esperto in cellule staminali e insegnante presso diverse Università negli Stati Uniti. In rete chi vuole troverà ulteriori informazioni. Il libro da cui è tratto il testo è del 2009 ed è stato scritto in collaborazione con un professore di astronomia e divulgatore scientifico Bob Berman Lanza ha introdotto il concetto ‘filosofico’ di biocentrismo, un approccio allo studio della natura che parte da alcuni principi fondati sull’idea che la realtà si può conoscere solo attraverso la coscienza e non come realtà separata da essa e che è la coscienza stessa che ‘ crea’ lo spazio e il tempo
Scifo UnoMolti5 pag 98
Vedi, il presente, in realtà è sempre statico, per sua definizione: con tutto che cambia di attimo in attimo, in realtà ogni attimo è statico, è come una fotografia. E’ poi il meccanismo di corpo fisico, astrale e mentale, di percezione, ricordo, desiderio, rimpianto, pensiero e così via che dà l’impressione del dinamismo perché proietta il tuo presente nel passato o nel futuro.
Kempis Le grandi verità CF77 A cura di Pietro Cimatti. Ed. Mediterranee 1983 Pag 104 all’interno del paragrafo ‘Significato filosofico delle teorie della relatività’
La scienza relativistica dice che lo spazio non si deve più considerare come uno schermo tridimensionale sempre eguale a se stesso, immobile, immutabile,sul quale si proietta la serie degli eventi; ma l'evento è un fatto spazio-temporale, per cui esiste un tempo ed uno spazio per ogni evento: per ogni fotogramma dicemmo noi. E non è questo quello che noi abbiamo sempre affermato, giusto con l'esempio dei fotogrammi, sostenendo vero il concetto della realtà-essere in confronto al concetto della realtà in divenire?
In povere parole, i Maestri hanno dunque paragonato la storia cosmica ad una pellicola cinematografica in cui ogni attimo del cosmo rappresenta un fotogramma. Ogni istante ha una sua architettura ed è costruito in modo diverso dall'istante antecedente. L'evoluzione della vita sia macrocosmica che microcosmica, ossia individuale, risulta dall'osservazione, fatta anche a posteriori dal ricordo, delle mutazioni che vi sono tra istante precedente e istante susseguente. La vita dell'individuo è una vita interiore, soggettiva: ogni individuo ha il suo tempo ed il suo spazio. Il tempo scaturisce dalla mente dell'individuo che immerge la propria consapevolezza nelle situazioni cosmiche in cui la sua esistenza è rappresentata, fotogramma dopo fotogramma, seguendo una determinata direzione che fa parte del modulo fondamentale del cosmo e che è la stessa del tempo astronomico. Ecco come nasce il senso del trascorrere, come si attende ciò che deve venire, che esiste già dispiegato in quelle situazioni cosmiche in se stesse immobili. I fotogrammi che compongono le situazioni cosmiche esistono da sempre e per sempre, in una dimensione di eterna presenza, di eterno presente. Perciò la Realtà non è, come appare, « una che diviene» ma è « una costituita da molte che sono» così come l'azione di un film è costituita da tantissimi fotogrammi in se stessi immobili. (N.d.R.).
Robert Lanza con Bob Berman: Biocentrismo: l’universo, la coscienza, la nuova teoria del tutto. Ed. Il Saggiatore 2009.
Brani tratti dal cap. 10 ‘ Non c’è tempo da perdere’ pag 99 e seguenti
Terzo paradosso di Zenone(la freccia) da Wikipedia “Il terzo argomento è quello della freccia, che appare in movimento ma, in realtà, è immobile. In ogni istante difatti essa occuperà solo uno spazio che è pari a quello della sua lunghezza; e poiché il tempo in cui la freccia si muove è fatto di singoli istanti, essa sarà immobile in ognuno di essi. ... il movimento risulta impossibile, in quanto dalla somma di istanti immobili non può risultare un movimento”
Partendo dall’assunto logico secondo cui nulla può trovarsi contemporaneamente in due punti, Zenone spiegò che durante il suo volo la freccia si trova in ogni istante solo in una specifica posizione alla volta. Ma se si trova in una sola posizione significa che in quel momento è ferma. La freccia quindi in ogni tratto della sua traiettoria deve trovarsi da qualche parte in una posizione specifica. A rigor di logica, dunque ciò che si verifica non è il movimento di per sé. Si tratta piuttosto di una sequenza di eventi (fotogrammi - nota mia ) distinti. Già questo una prima indicazione del fatto che lo scorrere in avanti del tempo – di cui il movimento della freccia è espressione – non è un aspetto del mondo esterno, ma una proiezione di qualcosa che abbiamo dentro, del modo con cui colleghiamo gli eventi che osserviamo.
Seguendo questo ragionamento, il tempo smette di essere una realtà assoluta e ci si rivela invece come espressioni delle nostre menti…….
Tutti questi argomenti ostici e assurdi ( fa riferimento ad altre considerazioni sul tempo che ometto )sembrano giungere a una fortunata conclusione quando riusciamo a vedere il tempo per quello che è, ossia un prodotto biocentrico, una creazione biologica il cui unico scopo pratico è quello di aiutare i circuiti mentali degli organismi viventi a svolgere alcune funzionalità. Per capire meglio il concetto, immaginate per un momento di assistere alle riprese di una gara di tiro con l’arco con una telecamera, tenendo bene a mente il paradosso di Zenone. Un arciere tira e la freccia comincia a volare. La telecamera segue la traiettoria della freccia, dalle mani dell’arciere fino al bersaglio finale. Ad un certo punto le immagini si bloccano sul singolo fotogramma della freccia immobile. In tal modo potete fissare l’immagine della freccia in volo, cosa che non potreste fare se assisteste di persona alla gara in questione. Il filmato in pausa vi permette di conoscere con grande precisione la posizione della freccia… avrete perso però ogni informazione sulla sua quantità di moto ( se usiamo il termine velocità va bene lo stesso- nota mia ). La freccia non sta andando da nessuna parte, la sua velocità è nulla. Non si può sapere nulla della sua traiettoria, sul suo percorso. Rimangono indeterminati.
Per misurare in ogni istante la posizione precisamente, bisogna bloccare il filmato sul singolo fotogramma, bisogna metterlo ‘in pausa’. Invece per osservare la quantità di moto ( velocità) non possiamo isolare un fotogramma perché la quantità di moto è la somma di tanti fotogrammi.
Tutta questa analisi ha perfettamente senso da una prospettiva biocentrica: il tempo è l’espressione interna della percezione sensoriale animale che accende gli eventi – i fotogrammi fissi – del mondo spaziale. La mente accende il mondo proprio come fa il motore e gli ingranaggi del proiettore. Ognuno lancia una sequenza di immagini ferme – una serie di dati spaziali – in un ordine, nella ‘corrente’ della vita. Il movimento viene creato dalle nostre menti facendo scorrere insieme ‘le cellule del filmato’.
Considerazioni personali I testi a confronto pur con tutte le possibili diversità, secondo me hanno in comune vari aspetti: la difficoltà nella concezione dello spazio e del tempo come lo viviamo ora ( nel brano di Kempis citato ci sono altre parti a riguardo che non ho riportato per non appesantirlo ) difficoltà che nella vita quotidiana permangono anche se la scienza seppure a fatica, comincia ora a ‘digerirli’; l’illusione del movimento e in generale di quello che i nostri sensi fisici ci propongono non solo come illusioni visive ma anche auditive, tattili e sensoriali in generale (per esempio i colori degli oggetti non esistono in natura: sono solo ‘vibrazioni’ a frequenze diverse delle onde elettromagnetiche, onde che la nostra mente riporta al suo interno e ‘costruisce' i colori ).
Può darsi che tale confronto possa fornire stimoli a chi legge per approfondire questi argomenti…
Sulla base di questi brevi passaggi e su altri aspetti - che eventualmente potrei proporvi se lo riteneste utile - la mia idea di fondo è che l’essere umano, nella sua evoluzione intesa nel senso proprio dato dalle Guide, stia finalmente passando a una concezione del mondo della natura meno meccanicistica e più olistica, usando un termine che ora si sente spesso nominare. Che tutto sia interconnesso – e la rete informatica ne è una chiara immagine come la rete di Indra del mondo orientale – sembra un’idea che pian piano stia entrando nella mente di molte persone. Che le varie discipline scientifiche, all’inizio strettamente unite fra loro fino a pochi secoli fa e poi frammentatesi in specializzazioni e ultra -specializzazioni, stiano ritornando a comunicare fra loro per salire insieme più in alto e per allargare la propria visione, è un altro dato di fatto anche se per scoprirlo bisogna raddrizzare le proprie antenne personali e scrutare l’orizzonte.
Ma secondo me la strada è segnata.
Martino
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