Considerazioni sulle identificazioni

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view post Posted on 27/4/2021, 13:53

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Abbiamo fatto un percorso veloce a proposito delle identificazioni che sono avvenute nel Cerchio nel corso degli anni, anche se non le abbiamo esaminate tutte, più che altro perché non sapevamo quanto la cosa interessasse all'eventuale lettore e non volevamo annoiarlo.
Il fatto è che raccontarle è una cosa ben diversa dall'averle ascoltate... in diretta: va persa tutta la parte emozionale e le sensazioni che il parlare di chi si presentava suscitava negli ascoltatori.
Vorremmo soltanto fare ancora alcune riflessioni in merito.
Praticamente tutte le identificazioni sono avvenute tramite Gian e non sapremmo dire con certezza quale possa essere il motivo. Forse (ma è una nostra ipotesi e, quindi, opinabile) perché la particolare sensibilità di Tullia l'avrebbe lasciata molto turbata, mentre Gian, più razionale e meno emotivo, poteva riuscire a rimanere in qualche modo più “distaccato”. Le Guide sono state sempre molto attente a non sottoporci a interventi che avrebbero potuto sbilanciare oltre il debito il nostro equilibrio interiore.
Le identificazioni sono avvenute in un periodo relativamente limitato di tempo, Secondo noi erano la risposta alle continue richieste di Alfredo Ferraro di avere delle prove, dimostrandogli con gli esempi pratici che non esiste alcuna prova che possa veramente convincere in maniera definitiva chi non vuole credere.
La complessità crescente delle diverse identificazioni è stato anche un modo per insegnare a tutti noi a essere sempre il più obiettivi e razionali possibili, senza cadere nel fideismo: il caso Ramacciotti ne è un tipico esempio con l'alternanza di elementi apparentemente straordinari (poi rivelati dalle Guide stesse come elementi rintracciabili in un testo) e elementi, invece, non conoscibili se non con una ricerca approfondita.
Avrebbero potuto essere delle frodi da parte nostra (ovvero identificazioni preparate in precedenza a tavolino) o delle produzioni del nostro inconscio?
E' evidente che alla prima ipotesi solo noi possiamo essere certi anche se, considerata la nostra attività lavorativa e la cura dei figli ci lasciava ben poco spazio per fare le ricerche che una “preparazione a tavolino” avrebbe richiesto, anche considerando il fatto che spesso avremmo dovuto compiere tali ricerche anche al di fuori della nostra città (vedi il caso Roccacigliè, paesino assolutamente sconosciuto da chiunque non sia del posto).
In quanto alla produzione inconscia, secondo noi il nostro inconscio avrebbe dovuto, attraverso un contatto più o meno diretto con chi si presentava, aver recepito elementi che non ci sembrano poter essere stati percepiti in maniera subliminale sia perché si è trattato con persone a noi assolutamente sconosciute sia perché elementi come i problemi alle gambe del dottor Rossi o il coma, avvenuto anni prima, del “caso Savioli” non potevano essere stati raccolti per via incoscia o, ipotesi azzardata ma comunemente adoperata dai detrattori, per via telepatica.
Con questo non vogliamo dire che queste identificazioni avvenute possano essere ritenute delle prove indubitabili della sopravvivenza alla morte (tra l'altro, curiosamente, in alcuni casi si è trattato di persone che erano ancora in vita!), e siamo veramente d'accordo con quanto le Guide hanno sempre detto a proposito delle cosiddette “prove”.
Tuttavia di una cosa personalmente possiamo essere certi: quello che secondo noi balza all'attenzione dell'osservatore attento (e non prevenuto bensì obiettivo) è la straordinaria regia che c'è stata alla base dell'intero fenomeno delle identificazioni.
Come, per fare un esempio, il fatto che alcune identificazioni si sono risolte anche dopo anni da quando c'è stato l'intervento del comunicante, seguendo l'intento didattico in parallelo a ciò che di volta in volta veniva spiegato dalle Guide all'interno dell'insegnamento che ci stavano portando.
 
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